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Cloe

Era venerdì notte e ancora una volta,grazie alla mia noiosa vita non avevo niente di meglio da fare che immergere tutta la mia concentrazione sui libri e controllare qualche volta se qualcuno mi avesse scritto.
Ma ovviamente nessuno l'aveva fatto.

Infastidita mi buttai a capofitto sul letto urlando contro il cuscino tutta la rabbia e la frustrazione che avevo dentro

Perché non potevo avere una vita normale? Era troppo da chiedere? Uscire e lasciarsi andare?

Non era nella mia natura,comunque. Oltre ad essere molto timida ero nata e cresciuta come una cristiana e ogni volta mia madre usava la scusa del "Dio vede tutto".

Era sempre stata molto credente ma dalla morte di mio padre lo era divenuta ancora di più.
Per carità,non dico che non mi facesse vivere.
Mia mamma mi permetteva di uscire sempre ma pretendeva di sapere letteralmente tutto,quindi avevo sempre preferito non fare niente perché questa cosa mi bloccava molto.

Se fosse venuta a sapere che avrei volentieri fatto cose da normali adolescenti senza dirle nulla mi avrebbe rinchiusa in camera in punizione per settimane se non di più. E questo sarebbe voluto dire niente telefono televisione o computer. Tutto ciò che mi serviva per vivere insomma

All'improvviso come se il Signore onnipotente avesse ascoltato le mie preghiere e le mie lamentele mentali ricevetti immediatamente tre messaggi tutti uguali:
Festa del quartiere,stanotte. Tutti invitati alle 24 a Richmond.

Incominciai a saltellare per tutta la stanza presa dall'eccitazione e dopo aver controllato l'ora vidi che erano già le undici passate. Avevo circa venti minuti per prepararmi.

Non so perché ma amavo quella sensazione di voglia di avventura dentro di me. Dopo tutto quel discorso su come mi avrebbe uccisa mia mamma se mi fossi divertita un minimo stavo facendo l'impensabile: sgattaiolare fuori.

Correndo verso il bagno mi sfilai velocemente il pigiama di dosso mentre l'acqua calda scorreva nella doccia.

Dopo aver finito la doccia mi avvolsi in un asciugamano e corsi nuovamente in camera verso l'armadio.

Buttai fuori tutto quello che esso conteneva facendo cadere ogni indumento sul pavimento. Avrei messo apposto dopo

I miei occhi si posarono su un vestito. Era corto fino a poco sopra il ginocchio e blu elettrico,il mio colore preferito. Non era eccessivo,sarebbe andato bene anche a mia mamma.

Non ricordavo nemmeno di averlo ma non me ne stavo sicuramente lamentando.

Dio per una volta era dalla mia parte,ed io,ne stavo approfittando.

Feci cascare l'asciugamano ai miei piedi,mi infilai l'intimo e indossai il vestito.
Guardai lo specchio e mi complimentai con me stessa.
Non avevo mai amato tanto il mio corpo ma quella sera,mi sentivo davvero una principessa

Mi sentivo nuova,viva ed eccitata,ed amavo ogni singola cosa di quella sensazione.

Corsi nuovamente in bagno per truccarmi e tirai fuori il kit.
Misi e sfumai un po' di ombretto azzurro per richiamare il colore del vestito e allungai le ciglia con un po' di mascara.
Non amavo truccarmi a dire il vero.

Afferrando il cellulare feci un sospiro prima di iniziare a camminare verso le scale facendo tintinnare i miei tacchi sul legno del pavimento

𝐃𝐀𝐍𝐆𝐄𝐑𝐎𝐔𝐒 𝐋𝐎𝐕𝐄 > 𝐯𝐢𝐧𝐧𝐢𝐞 𝐡𝐚𝐜𝐤𝐞𝐫Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora