0.1 Prologo

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L'infermiera se ne andò come al solito con il sorriso sulle labbra, e il ragazzo rimase solo.

La stanza dell'ospedale era sempre la stessa, con le sue pareti bianche, la luce fredda, il letto vuoto accanto al suo e la sedia azzurrina alla sua destra, troppo spesso vuota. 

Il ragazzo sbuffò lentamente; in fondo i suoi genitori dovevano lavorare, anche più di quanto fosse necessario per colpa sua e delle sue stupide e costose medicine, e la sua sorellina era giusto che andasse a scuola e si godesse la sua infanzia, senza essere rinchiusa in quelle mura bianche e soffocanti. 

 Affondò leggermente la testa nel cuscino, ruotandola per guardare fuori dalla finestra. 

Era tanto che non usciva fuori da lì, chissà com'era bello vivere normalmente.
Era quando ci pensava che rimpiangeva il non aver vissuto tante cose quando ancora ne aveva la possibilità. 

Sbuffò ancora scuotendo la testa. 

 In quel momento gli tornò in mente un vecchio mito che aveva letto da qualche parte.
Il mito diceva che in antichità gli uomini avevano quattro gambe, quattro braccia e due teste, e vivevano felici. Un giorno però Zeus, il re degli dei, temendo che queste creature potessero divenire troppo potenti, aveva deciso di indebolirle e, per farlo, le aveva divise in due.
Da quel momento ogni individuo aveva vissuto con una sola testa, una sola coppia di gambe e braccia e la costante mancanza della metà che aveva perso e che cercava di ritrovare.
Era un bel mito, che aveva dato origine a sua volta al mito delle anime gemelle.
Due individui da sempre destinati ad incontrarsi, come metà di una stessa entità. 

Chissà dove lo aveva letto, forse era un libro di scuola? 

Ora che ci pensava... con un tuffo al cuore si rese conto che quel giorno sarebbe dovuto andare per la prima volta al liceo, se le cose non fossero cambiate. 

Già prima di entrare alle medie aveva deciso a quale liceo iscriversi.

Ripensarci ora lo riempiva d'amarezza e rabbia, e la cosa più frustrante era il non avere nessuno verso cui indirizzare quella rabbia. 

Sebbene tentasse di non farlo, si ritrovò a pensare di nuovo a come sarebbe stata la sua vita fuori da lì.
La scuola, gli amici, la nuova avventura al Liceo Karasuno, il club di pallavolo, la divisa, la squadra, le partite e magari i Nazionali. 

Rise con amarezza mentre una lacrima gli rotolava giù per la guancia per poi cadere sul cuscino.

"Smettila" si disse a bassa voce "Basta"
Tanto era inutile.
 Non c'era anima gemella per lui, nè scuola, nè pallavolo, nè squadra, nè Nazionali. Non c'era neppure più la vita per lui. 

Non c'era nulla per Hinata Shoyo.

Spazio autrice 
Hello, hello, benvenuti nel mio profilo per chiunque non mi conoscesse e bentornati per chi si fosse lasciato convincere e mi avesse cominciato a seguire dopo essersi imbattuto nel mio vecchio profilo (writer170203 - lì potete trovare una mia vecchissima fanfiction su Miraculous) :) Perchè un nuovo profilo? Semplicemente volevo creare per questa storia a cui tengo molto un pubblico nuovo, perchè venga apprezzata come spero accadrà 
Fortunatamente parto avvantaggiata, con i capitoli già pronti e scritti, conservati in una bella cartellina sul dekstop del mio pc, perciò salvo eventi imprevisti come cataclismi, disperazione pre-esami o esplosione di computer dovrei riuscire ad aggiornare regolarmente *rullo di tamburi* almeno una volta al giorno :)) 
Beh direi di avervi trattenuti abbastanza, spero che questo primo prologo vi abbia catturati e vi inviti a leggere il resto.
Alla prossima :D

The View over the Wall「Hinata Shoyo × Kageyama Tobio」Where stories live. Discover now