17. Hai di meglio da fare?

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Il problema era sempre lo stesso

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Il problema era sempre lo stesso.
Temevo il passato e non potevo farci nulla. Temevo lui e tutti i ricordi che si portava dietro.

Forse per le troppe delusioni, forse per le troppe cose lasciata in sospeso. Ma lo temevo e fosse stato per me, non avrei mai permesso che lui ritornasse nella mia vita.
Per anni avevo provato a dimenticarlo eppure, lui era tornato senza nessun preavviso.

E sono di attimi che viviamo, di sorrisi, di abbracci e di mani che si sfiorano per sbaglio.
E seppur credevo fortemente che tutti eravamo la metà di qualcosa... di qualcuno, io della sua assenza me ne ero fatta una ragione.
E in quell'attimo ogni mi certezza crollò, anche la convinzione di essere diventata forte se ne andò a puttane. Non erano bastati tutti quegli anni passati distanti per farmelo dimenticare.

Lui era qui e nessuno di noi due sarebbe più potuto tornare indietro dopo quella sera.
Ero incredula e forse anche un po' felice ma al tempo stesso avevo una gran voglia di picchiarlo.
«Tu» mi lasciai sfuggire.
«Io» sussurrò.
Eravamo sotto lo sguardo di tutti ma a me non importava nulla. Io non provavo imbarazzo ma dentro di me speravo che lui provasse vergogna per quello che aveva fatto.
«Quindi lui è Martin?» domandò Willow.
«No» risposi.
«Lui è il coglione che l'ha fatta soffrire» continuò Bea al mio posto.
E anche questa volta aveva ragione lei.
Salutai i miei amici e afferrando la borsa e il cappotto, mi avviai fuori dal locale.
Non potevo crederci, eppure lui era proprio lì a corrermi dietro.
«Lottie, per favore voglio solo parlare».

E io risi, risi così tanto da sentirmi quasi male.
Ma non mi fermai.
Continuai a camminare per chissà dove, ma non mi fermai.
Avevo il passato alle calcagna e io non avevo nessuna intenzione di farmi raggiungere.
Allungai il passo. Poi senza accorgermene iniziai a correre.
Ma ovviamente, il mio passato mi travolse con tutti i ricordi che si portava dietro. Mi afferrò il polso e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
«È tardi per una chiacchierata, non credi?».
«Forse hai ragione ma...»
«Niente ma, io ho ragione e non starò qui ad ascoltarti».
«Hai di meglio da fare?» chiese.
«Sì, sto aspettando un mio amico» mentii pensando a Martin che non avrei mai incontrato perché guarda caso, anche lui aveva preferito qualsiasi altra persona a me.

Il ragazzo davanti a me non disse niente, si limitò a guardarmi e io mi chiesi se in quel momento lui fosse veramente a due passi da me o se io mi stessi immaginando tutto.
«Chi è stato a dirti come trovarmi?»
«Nessuno».
Risi «Certo, come no. È forse stata mia zia Louise?»
«No, non vedo tua zia da quando ho lasciato Jacksonville».
E solo allora iniziarono a venirmi forti dubbi. Chi altro poteva essere stato? Mio padre non lo aveva più sentito dopo il nostro allontanamento e mia madre... beh lei forse ricordava appena come si chiamavano i suoi figli.
La curiosità si fece sempre più forte in me ma non feci domande. «Beh sai una cosa? Non mi importa, chi è stato. Non posso stare qui a perdere tempo con te!» mentii ricominciando a camminare. «Sei stata tu» disse e io arrestai il passo.
Confusa mi voltai a guardarlo «Mi hai detto tu dove poterti trovare».
«Io e te non ci sentiamo da una vita».
«Ti sbagli».
«Beh non credi che me ne ricorderei?» insomma, non ero una ragazza molto social e di postare foto delle mie serate tra amici era davvero l'ultima cosa che avrei fatto.
Lui sorrise per poi uscire dalla tasca il suo cellulare. Me lo mostrò. «Se intendi chiedermi il mio nuovo numero, scordatelo. Non voglio più avere a che fare con uno che scappa al primo ostacolo».
«Io non voglio il tuo numero».
«Bene».
«Non voglio il tuo numero perché già ce l'ho».
«Impossibile» dissi sicura, cambiai il numero di cellulare quando lui decise di cancellarmi dalla sua via.
«Impossibile, lo so ma vero. Non so come sia successo ma sono qui davanti a te ed è questo quello che conta».
«Non farlo, non farlo di nuovo. Non prenderti gioco di me».
«Credimi non è mia intenzione».
Scossi la testa ascoltando le sue parole.
Lui era qui, davanti a me dopo tutti quegli anni per dirmi cosa? E poi, perché?
«È assurdo, lo so ma è così. Grazie a uno scherzo del destino ci siamo ritrovati».
«Sei passato per caso dal Crispy Dinner e mi hai vista, cosa c'è di così strano? Sapevi che la mia famiglia ed io ci fossimo trasferiti a Chicago. Se solo avessi voluto, mi avresti trovata tanti anni fa».
«Charlotte...»
«Cosa vuoi da me Alexander? Cosa? Non ti è forse bastato rubare il mio cuore per poi spezzarlo e buttarlo via?»
«Voglio riprendere da dove abbiamo lasciato».
«Impossibile» gli dissi.
«Perché?».
«Nel mio cuore adesso c'è un'altra persona» risposi evitando di raccontargli tutta quella strana storia con il perfetto sconosciuto che da mesi ormai aveva catturato la mia attenzione.
«Lottie... io sono Martin».

Il giorno dopo, durante il mio turno al B & W Muffin, non appena Carl entro al locale, gli corsi dietro. Aspettai che prendesse posto per poi piantargli in faccia un ceffone che lo fece svenire.
Fottuto bastardo.
Me l'avrebbe pagata.

•Spazio Autrice•
Buon venerdì mattina lettori!
Come state? Come va?
Avete mangiato tante uova di cioccolato?
Io ho avuto un po' da fare ma eccomi tornata.
Vi aspettavate che Martin fosse Alexander?
Il passato torna sempre...
Di sicuro è stata davvero una bella sorpresa per la nostra Lottie. Chissà come affronterà la situazione... beh voi lo leggerete nei prossimi capitoli 🤓
Fatemi sapere se l'aggiornamento vi è piaciuto. Vi abbraccio forte e vi do appuntamento al capitolo dedicato al cast. Vi svelerò i presta volto che ho scelto per la storia. Curiosi?
Luana ♥️

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PERFETTI SCONOSCIUTI (COMPLETA)Where stories live. Discover now