5. Follia

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Chicago era:

1. Bella e caotica
2. Immensamente dispersiva
3. Tremendamente fredda
4. Lontana da Jacksonville

Jacksonville era:

1. Bella e tranquilla
2. Immensamente accogliente
3. Incredibilmente piena di sole
4. Lontana da Chicago

Alcune volte mi sembrava di impazzire.
A causa di Olivia avevo perso tutto ma soprattutto avevo dovuto rinunciare a tanto.

Jacksonville era la mia città, il mio bellissimo posto nel mondo dove avrei voluto passare gran parte della mia vita.

Liv, però, era riuscita a rovinare la vita della mia famiglia in un attimo e sempre in un attimo era riuscita a dimenticarci per un estraneo.

Alcune volte mi chiedevo se stesse bene, ma poi curiosavo il suo profilo Facebook e mi rendevo conto che sì, Olivia stava alla grande.

Centinaia erano le foto in riva al mare mentre sorseggiava martini avvinghiata al suo nuovo marito.

In realtà erano passati parecchi anni dal loro matrimonio ma ogni volta che Olivia pubblicava una nuova foto era come rivivere il giorno in cui era andata via.

Non mi aveva mai richiesto l'amicizia.

Non che dipendessi da Facebook, anzi, non lo usavo quasi mai, ma il solo pensiero che mia madre non mi volesse nemmeno tra i suoi amici la diceva lunga.

Ci aveva cancellati come si cancellava un messaggio sul cellulare e ci aveva abbandonati così, proprio come quando una persona muore; all'improvviso.

Lei era andata avanti come d'altronde, anche noi lo avevamo fatto ma era dura quando Matthew mi chiedeva di lei.

Io che a mia madre assomigliavo molto, sentivo di non essere per niente come lei. Occhi grandi e azzurri, capelli biondi e una piccola voglia sulla spalla a forma di stella; era tutto ciò che avevo di lei.

E forse era anche per questo che odiavo guardarmi allo specchio.

Più guardavo la mia immagine riflessa, più mi rendevo conto di quanto assomigliassi a Liv.

Matthew era invece un miscuglio tra nostra madre e nostro padre.

Capelli castani e occhi verdi. Era la fotocopia in miniatura di Anthony.

«Lottie?» un leggero bussare alla porta della mia camera da letto mi fece sussultare.

«Avanti» dissi spostando il computer da sopra le mie gambe.

«Scusami se ti disturbo ma Matthew ha la febbre alta e vuole te».

«Credevo che gli fosse passata l'influenza» ammisi preoccupata saltando giù dal letto.

«A quanto pare no, ho chiamato il dottore e mi ha indicato un antibiotico che possa aiutarlo. Stai con lui mentre vado in farmacia?».

«Certo papà, corro subito da lui» risposi superandolo, ma prima che io potessi uscire dalla mia camera, Anthony mi richiamò.

«Voglio che tu sappia quanto io sia fiero di te, Charlotte. Ti prendi cura di noi in un modo unico. Ringrazio ogni giorno il grande capo per avermi dato te» Disse indicando in alto.

Sorrisi andandolo ad abbracciare.

«E io ringrazio lui per avermi donato voi».

Sorrise commosso.

Mio padre e mio fratello erano tutta la mia vita e anche se Chicago non era la mia città, nel profondo del mio cuore ero grata ad essa per aver unito ancora di più la mia famiglia.

PERFETTI SCONOSCIUTI (COMPLETA)Where stories live. Discover now