47. Il mio cuore

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Nei giorni successivi Alexander non si fece sentire, il che mi destabilizzò notevolmente.

"Ci sono" aveva scritto in uno dei suoi ultimi messaggi. "Chiamami e scrivimi a tutte le ore, io ti risponderò sempre".

Non lo aveva fatto. Anzi, aveva ignorato tutti i miei messaggi e non aveva risposto a nessuna delle mie chiamate.

Ero con la testa altrove e non riuscii a godermi per niente i giorni alla fiera. Ci provai a vivere quei momenti ma ero in pensiero. Forse era successo qualcosa?

«Va tutto bene?» Domandò Jay camminando al mio fianco. Stavamo tornado ognuno nelle rispettive stanze dell'hotel dopo aver cenato.

«Sì, va tutto bene» mentii.

«Charlotte, sai che puoi contare su di me, vero?» Annuii. Era molto gentile da parte sua. «Hai qualche preoccupazione legata al lavoro?».

«Sì» risposi, anche se non era la verità

«E di cosa si tratta?».

«Credo che Stacy mi stia mettendo alla prova e che mi abbia mandata a Torino non perché crede in me ma semplicemente perché spera che io possa sbagliare qualcosa. Lei non mi vuole alla LuMoonrise, Jay».

«Stacy è strana, te lo dico perché la conosco da molto tempo, però so per certo che non è una cattiva persona».

Scossi la testa.

«Jay, non lo è con te e con gli altri nostri colleghi ma stando qui, ho avuto modo di riflettere. Marrone non apprezza il mio lavoro. Mi vuole fuori dai piedi e Torino è stata un'ottima occasione per sbarazzarsi di me».

«Se qualche volta ti risponde male, non farci caso lei è così. Non lo fa per male, ci tiene tanto al suo lavoro e pretende altrettanto impegno da chi lavora per lei».

«Mh...non lo so... piuttosto, hai avuto modo di sentire Alexander o Royce in questi giorni?» Gli domandai fingendo indifferenza.

«Ho sentito Stacy e Royce, li ho aggiornati sull'andamento della fiera. Erano entrambi molto contenti di come sta andando!».

«E Alex? Non ti ha chiamato per aggiornarsi?».

Scosse la testa.

«No, ma Stacy mi ha detto che è impegnato a risolvere un problema alla vecchia sede della casa editrice, Portland è stata la nostra base per tanto tempo e si è sempre occupato lui di quell'edificio. Chi vuole comprare quel luogo sta contrattando il prezzo e Alexander insieme a Stacy stanno valutando le varie offerte. Abbiamo grandi piani per Chicago e più il prezzo della vendita sarà alto, più progetti potremo realizzare. Abbiamo investito tanto per la nuova sede e adesso abbiamo bisogno che questo denaro torni indietro. Alex e Stacy sono un'ottima squadra. Hanno sempre lavorato bene insieme, non per questo sono anche stati fidanzati».

«Ah... sono stati insieme?» Fingo di non saperne nulla. «Strano, lei non sembra essere il suo tipo».

«In realtà sono molto simili, sai? Sul lavoro sono due macchine da guerra e nella vita privata... beh a entrambi piace divertirsi».

«Pensi che tra di loro possa esserci un ritorno di fiamma?» Domandai non appena arrivammo davanti alla mia porta.

Non so se volevo sapere la risposta ma stavo male e non riuscivo a non pensare a quei due da soli a Portland.

«In realtà credo che quei due non si siano mai lasciati veramente» rispose facendomi sgranare gli occhi.

«In... in che senso scusa?».

«Nel senso che alcune volte vedo lei sgattaiolare nell'ufficio di lui e lui in quello di lei».

«E non credi sia normale tra colleghi? Insomma dovranno pur confrontarsi su qualcosa? No? Vendite... bilanci... pubblicazioni...».

PERFETTI SCONOSCIUTI (COMPLETA)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora