Chapter 62

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"Pensi di rimanere arrabbiata per tutta la serata?" la provocai mentre rientravo dalla terrazza, avevo fumato una sigaretta sperando nel vederla apparire dalla porta, ma era più cocciuta di quanto pensassi eppure dovevo aspettarmelo da Gaia; Sbuffò rialzandosi dal mio letto, in cui era rimasta distesa fino al mio rientro "puoi rimanere" le dissi con tutta calma mentre mi appoggiavo sul materasso e mi distendevo a pancia in su, indossavo solo i pantaloni della tuta e lei quei pantaloncini corti, mentre sulla parte superiore del corpo vestiva con un top nero.

Era come sempre bellissima e anche così testarda da far impazzire "vieni qua" avevamo litigato per una stupidaggine senza senso, avevo avuto uno dei miei soliti sbalzi d'umore e le avevo risposto in maniera molto sgarbata, mi sorressi sui gomiti per osservarla nel viso, la poco luce che filtrava nella stanza le illuminava la faccia assonnata; alzò le sopracciglia e si avvicinò al mio corpo, non sapevo le sue intenzioni, ma inaspettatamente si mise a cavalcioni su di me.

Portai le mie mani sulle sue cosce e poi salì verso il suo culo, lo strinsi ma me le spostò immediatamente, era pur sempre la nostra timida Gaia, allora mi limitai a portarmele dietro la testa ed aspettare che facesse qualcosa, cominciò a disegnare con le sue unghie sul mio petto nudo; da quando le avevo insegnato questo giochetto avrebbe passato interi pomeriggi a farlo.

"Una casa?" dissi mantenendo gli occhi chiusi e ne socchiusi uno solo per vedere il suo sorriso visto che avevo indovinato "fiore" bisbigliai sapendo che era giusto e poi la osservai, amavo quel sorriso e il suo modo di fare, continuava a disegnare "no" esclamò evidentemente avevo sbagliato "avrai disegnato male" la provocai, sapendo che odiava quando sbagliavo "non ho disegnato male" portò le sue mani sui miei capelli spostandoli dalla fronte "forse sei tu che non capisci" sentivo il suo respiro e poi finalmente si chinò sulle mie tanto attese labbra, si muoveva così dolcemente facendo affondare la lingua con la mia.

La posai dolcemente con la schiena sul materasso, preferivo avere il controllo e lei si lasciava spesso trasportare, mi piaceva la sua ingenuità che la rendeva così unica...

"Rafe" qualcuno mi toccò la testa "Rafe ei" mi tirò una ciocca di capelli "svegliati" spalancai gli occhi

ERA TUTTO UN CAZZO DI SOGNO.

"Tess vaffanculo" la spinsi delicatamente giù dal letto in maniera abbastanza frustrata, mi aveva svegliato da un sogno dove finalmente vedevo Gaia ed era così fottutamente realistico da far impazzire.
"Giochi con me?" mi chiese quella bambina riapparendo con il piccolo visino "no e non te lo ripeterò" sbottai innervosito scendendo dal letto per poi indossare una maglia bianca.

In questi giorni non c'era cosa che andasse per il verso giusto, la pistola che avevo promesso a mio padre di cercare non l'avevo trovata e ora Tess stava stravolgendo la mia vita ogni giorno sempre di più, era così assillante o forse lo era per il semplice fatto che era una stupida bambina? Non so quale delle due opzioni fosse stata corretta, ma nel dubbio la mia sopportazione per lei era sotto lo zero.

"È oggi che parti?" mi chiese seguendomi a ruota mentre provava a scendere le scale, di scatto mi fermai e la presi tra le mie braccia trasportandola fino alla fine della scalinata, stava da noi da più di due settimane e ancora non sapeva farle "si Tess" esclamai spostandole i ciuffi dei capelli dal volto, visto che soffiava per spostarseli "e quando torni?" domandò ancora mentre mi afferrava la mano, nel frattempo mi stavo dirigendo in veranda per fumarmi una solita sigaretta mattutina "non lo so" sbuffai, era così appiccicosa quella bambina.

Tirai fuori una cartina e ci poggiai il tabacco sopra, cominciai a girare la cicca e poi con un lento gesto la leccai in tal modo da incollarla, mentre facevo questa azione alzai lo sguardo sulla piccola Tess che mi guardava come affascinata; ricordo quella volta di sera, io e Gaia, ci eravamo detti di odiarci qualche minuto prima e subito dopo ci eravamo ritrovati a parlare nel bel mezzo della notte, con lei accoccolata al mio petto.

Pensando a queste scene non mi resi conto del fatto che Tess si fosse seduta sulle mie ginocchia "Rafe" mi richiamò toccandomi una guancia e le lanciai un'occhiataccia facendola ridire, anche se il mio intento era tutto il contrario "quanto resterai alle Bahamas?" mi domandò nuovamente, io e mio padre saremmo dovuti andare alla nostra casa alle Bahamas per controllare l'oro, visto che ci erano arrivate delle segnalazioni.

"Devo ripetertelo un'altra volta?" sbottai in maniera sarcastica, quella bambina era così invadente, sbuffai solo al pensiero di doverla sopportare ancora per qualche ora "non lo so" aggiunsi alla fine.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora