Chapter 17

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Era rimasto solo in boxer e il mio viso era diventato un pomodoro, solo quando indossò un paio di pantaloncini mi ristabilì, ma comunque rimase a petto nudo.
Si avvicinò a me e mi squadrò per qualche secondo, per poi poggiarmi una mano sui capelli "ti senti meglio?" mi chiese e io annuì semplicemente "buonanotte" mi baciò rudemente la fronte e notai che si avviò verso la poltrona.

"No aspetta" mi alzai di scatto mettendomi seduta e subito dopo andai verso di lui "dormi tu nel letto, dormirò io nella poltrona" non volevo che si scomodasse. "Non fare la bambina e torna a letto" mi prese il polso e dolcemente mi accompagnò verso il materasso, mi ci fece stendere e mi rimboccò le coperte, proprio come mi faceva sempre John B.

"Ti prego, non lasciarmi da sola" mi sollevai nuovamente e mi guardò confuso "sei sicura?" mi chiese e io annuì, subito dopo si mise vicino di me.
"Rafe" lo richiamai mentre rimanevo a guardare il soffitto "dimmi" si voltò tenendosi sollevato col gomito "il mio cuore batte troppo velocemente" non ero agitata da farmi avere questo ritmo di battiti cardiaci.
Cautamente sentì la sua mano farsi spazio nel mio petto e la lasciò ricadere dolcemente, mentre ascoltava il battito. "È per colpa della droga" il mio viso alle sue parole si irrigidì "ma è pericoloso?" chiesi mettendomi seduta per la millesima volta e lo guardavo sconcertata.

"Stai tranquilla" mi fece ristendere, solo che questa volta più vicino a lui e guardandomi dall'alto mi accarezzò la guancia "hai già sboccato la maggior parte di quella che ne hai assunta" mi calmai alle sue parole e mi circondò il corpo con il suo braccio, in tal modo dovetti per forza appoggiarmi con la testa al suo petto.
"Rafe" lo richiamai ancora una volta facendolo spazientire "dimmi" aveva gli occhi chiusi e io mi poggiai con le mani al suo petto, in modo che potessi guardarlo nel viso "secondo te chi mi ha messo la droga nella coca cola?" chiesi incuriosita, visto che il sonno non sembrava voler venire in me. "Me ne occuperò io" mi abbassai verso la sua guancia e ci poggiai le mie labbra.

"Rafe" dopo la terza volta che lo chiamavo potevo intuire che si sarebbe innervosito "Gaia chiudi quella cazzo di bocca" si arrabbiò e io mi limitai a tornare sul suo petto, poggiandomi sopra di esso rattristata.
"Dai avanti dimmi" mi spostò i capelli dal viso e attese che io parlassi "non riesco a dormire" mi confidai.
"Facciamo un gioco" mi disse lui "vieni qui" si mise seduto e mi fece mettere tra le sue gambe, dolcemente mi spostò i capelli di lato e poi prese a fare dei piccoli disegni sulla mia schiena. "Cosa ho disegnato?" mi chiese poco dopo e io senza pensarci due volte risposi "dei fiori".

Passammo così quasi un'ora, lui mi disegnava con le dita sulla schiena e poi io indovinavo, solo una volta abbiamo preso a litigare perché non capivo cosa avesse disegnato e lui si era alterato. "Chi ti ha insegnato questo gioco?" domandai girandomi verso di lui, ma evidentemente mi ero allontanata e con una rapida presa dai fianchi mi fece sedere quasi a cavalcioni su di lui. "Mia madre" e poi si distese, in tal modo io ero rimasta sopra al suo corpo "Rafe fai schifo!" sbottai togliendomi da quella posizione e mi distesi pure io dandogli le spalle.
"Oh ma smettila" mi afferrò violentemente i capelli e me li tirò "rimani sempre molto delicato" sbottai spingendo le sue mani lontano da me.

"Eh va bene, buonanotte" mi strinse il collo un'ultima volta e io non riuscivo a liberami "Rafe cazzo fai male" sbottai dimenandomi, ma con un rapido gesto mi si piazzò sopra tenendomi i polsi sopra la testa, rigorosamente bloccati. "Cosa vuoi farmi? Vuoi tirarmi un'altra sberla?" gridai e subito dopo mi tappò la bocca violentemente.
"Bastarda che non sei altro, quindi è così che mi reputi?" mi sussurrò all'orecchio, mentre il suo corpo faceva pressione contro il mio, ma non potei rispondere visto che la sua mano copriva la mia bocca.

Dopo vari tentativi riuscì a mettermi seduta, liberandomi dalla sua presa "se vuoi ti rinfresco la memoria, sei tu che mi hai colpito in pieno viso!" sbottai e gli diedi una leggera spinta, che lui percepì come forte e mi placcò al letto nuovamente "lo sai di essere insopportabile?" gli chiesi retoricamente "e tu di essere una bambina viziata?" si ributtò a letto, guardando il soffitto e io lo scrutavo da seduta, non poteva aver detto una cosa del genere.
"Rafe" mi avvicinai a lui "il viziato tra i due penso di non essere io!" esclamai, ma lui non mi rispose, ignorò palesemente la mia affermazione.

Sbuffai e mi gettai dal lato opposto al suo, dandogli le spalle, ma non passò qualche minuto che cominciò a giocare con i miei capelli "vieni qua avanti!" cautamente mi prese e mi portò verso il suo petto scoperto, facendomi appoggiare la testa, sentivo il suo respiro nel mio collo e la sua mano scorrere sulla mia schiena, facendomi i grattini. "Sai Rafe con te è impossibile non litigare!" affermai e notai un sorriso maligno formarsi sulle sue labbra, lo ignorai e chiusi gli occhi, solo così mi addormentai.

La notte passo tranquillamente, mi svegliai solo quando Rafe cominciò a muoversi in modo agitato, sembrava dormire, ma allo stesso tempo era così nervoso e infastidito da qualcosa che non riuscivo a capire. "Ei" lo richiamai spostandogli i capelli dal viso "svegliati" e spalancò gli occhi tossendo come spaventato. "Stai bene?" gli chiesi dopo qualche secondo, gli lasciai il tempo di ristabilirsi.
"Si certo" rispose coprendosi gli occhi "no invece" cautamente gli spostai le mani dal viso e lo voltai verso il mio.

"Che ti succede Rafe?" domandai e subito dopo lo vidi osservare il vuoto "torniamo a dormire" feci come da lui richiesto e lo guardai stare seduto, poco dopo si distese al mio fianco poggiando la sua testa sopra la mia.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora