Chapter 31

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"Cosa vuoi da me?" mi spostai, ma mi trattenne ancora al suo petto. "Gaia" roteò gli occhi in giro e riuscì ad allontanarmi un passo da lui, però forse non avrei dovuto farlo, perché violentemente mi riprese dai fianchi e con un rapido gesto la sue mani scivolarono giù per il mio culo, in tal modo lo strinse e mi guardò affannosamente.

Il panico più totale si dissolse in me, quel ragazzo stava dando i numeri. "Che cazzo fai!" sbottai e gli sferrai una sberla in viso; gli avevo dato il mio aiuto e lui mi aveva ripagata toccandomi, questo era troppo!

Non feci a tempo a fare nient'altro che la sua mano destra scivolò per la mia guancia e con un rapido gesto posò le sue labbra contro le mie, mi scansai appena esse toccarono le mie, ma a mia grande sorpresa cautamente mi sporsi in punta di piedi e continuai a fare quello che aveva iniziato, lo baciai.

I suoi capelli ricadevano sulla mia fronte e il suo fiato si faceva affannoso mentre proseguiva il bacio che aveva iniziato, mi staccai leggermente e feci per parlare, tutto questo era troppo strano e noi non potevamo, lui era un kooks e io una pogues, noi ci odiavamo...

Mi riprese il viso e mi guardò sorridendo, un sorriso diverso dal solito, ma sembrava sincero. Riprese a baciarmi, ma questa volta voleva spingersi più di un semplice bacio a stampo, cercò di affondare la lingua nella mi bocca, ma io glielo vietai scombussolata dal tutto e poggiai la mia fronte contro la sua, non capivo più niente e a breve avrei dato di matto.

Mi torreggiava e continuava ad osservarmi, percepiva il mio stato di agitazione e di quanto io fossi stupefatta da tutto questo, ma si limitò a prendermi entrambe le mie mani e le accarezzò un secondo, per poi lasciarle appoggiare al suo petto. Mi alzò leggermente il viso e osservò le mie guance arrossate, poi con un veloce gesto, ma particolarmente gentile, riapprodò sulle mie labbra "calmati" sussurrò mentre sorrideva e mi baciava "fidati di me" mi spostò i capelli dietro l'orecchio e poi pian piano la sua lingua sprofondò dentro la mia bocca, un bacio gentile e unico, forse il primo che mi facesse sentire diversa...

Rafe andava lento, così piano che quasi sembrava aver paura farmi male, le sue mani non osavano andare a toccare parti private, forse si sentiva ancora in colpa per avermi toccato il culo senza il mio consenso.
Cautamente ribaltò la situazione e fece accostare me con la schiena all'isola del centro cucina; io spostai i miei palmi dal suo petto e li portai al suo viso, dove lo avvicinai ancora di più a me e lui non fece a meno che non accorgersene, infatti mi morse il labbro inferiore guardandomi questa volta in pieno volto, mentre le sue dita sprofondavano nei miei fianchi.

"Rafe" lo richiamai allontanandolo di qualche centimetro da me e lui mi fissò, mi guardava contento, felice, non sapevo nemmeno a cosa paragonare quello sguardo, non lo avevo mai visto nel suo viso...

Ma subito dopo perse la concentrazione e riportò lo sguardo sulle mie labbra, aveva palese voglia di avventarcisi, ma non lo faceva, stava aspettando che io parlassi. "Dimmi" mi osservò cercando di mantenere il controllo, ma stavo notando in lui grande difficoltà a trattenersi dal non fiondarsi sulle mie labbra.

"Non è una buona idea..." confidai con tutta me stessa e i suoi occhi non fecero altro che ignorare le mie parole, infatti si formò un lieve sorriso nel suo volto "stai zitta" e mi serrò la bocca riprendendo il bacio, questa volta più appassionante, perché entrambi aspettavamo solo questo.

Le sue mani scivolarono fino alle mie cosce e con un leggero gesto mi sistemò seduta sul bancone, in questa maniera riuscivo ad essere alla sua stessa altezza e pian piano cominciò a dilungarsi con i baci, arrivò prima al collo, cominciando a succhiare la mia pelle, ma rimase ben poco là; aveva l'opportunità di avermi in costume, quindi non aspettò altro che scendere con le sue labbra fino al mio petto e riprese a succhiare, cercando di arrivare al mio seno e così fece.

Spostò leggermente il triangolo del costume, non scoprendo il capezzolo, ma quel poco che bastava per far si che riuscisse a lasciarmi dei succhiotti sul seno, nel frattempo le sue mani vagavano per il mio interno coscia, continuando a stringerle e a toccarmi.

Mi sentivo così bene e al sicuro con lui, che tutto d'un tratto mi fece strano pensare questo di Rafe, ma lui non era intento a smettere, visto che ormai stava lasciando chiari marchi evidenti sul mio corpo e poi spostò le sue mani verso i lacci della parte superiore del mio costume, evidentemente avrebbe voluto mollarli.

"Rafe non me la sento" lo bloccai prima di ritrovarmi del tutto nuda davanti di lui, non mi sembrava il caso. "Tranquilla" mi rassicurò e poi rimise apposto il triangolo del mio costume, riposandolo bene sopra il seno, così che non fosse più scoperto.

"Sei agitata" mi fece scendere dal ripiano e mi portò i capelli dietro le orecchie, poi mi baciò rudemente la guancia che più rossa di così non poteva essere "smettila di pensare" disse continuando a mangiarmi con gli occhi e a rimanere ad osservarmi, come se avesse voluto andare oltre di un semplice bacio, ma che semplicemente ero stata io ad impedirglielo.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora