Chapter 43

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Indossai le mie con converse nere, a differenza di mio fratello che le aveva bianche, anche se quel colore ormai era diventato una specie di marrone, non le lavava mai!
Nella parte sopra del mio corpo un top che avevo preso ultimamente, nero e con una cerniera davanti e poi dei semplici pantaloncini di jeans, addossai anche i miei bracciali e poi uscì di casa.

Non ero in ritardo, ma neanche in anticipo visto che avrei dovuto camminare per quasi un quarto d'ora, quindi mi misi in marcia e cercai di non fermarmi per nessuna sosta; quelle maledette scarpe mi facevano male ai piedi, inoltre i punti cominciavano a farsi sentire.

Arrivai poco dopo l'ora prevista e quindi tirai fuori il mio cellulare, controllai che Wheezie non mi avesse lasciato qualche messaggio, ma niente, ero nel pontile che mi guardavo attorno in cerca di qualche anima viva.

"Gaia" uscì dalla parte opposta alla mia Rafe. Rafe?! Sgranai maggiormente gli occhi... perché mai doveva esserci lui. "Ei che ci fai qui?" chiesi allontanandomi di qualche passo all'indietro mentre cominciava a dare spiegazioni.

"Dove sei stata?" domandò mentre si avvicinava toccandosi le tempie. "A casa mia" risposi in tutta fretta afferrandomi le mani, tenendomele, in modo angosciante. "Gaia" disse, però captai non avere buone intenzioni e quindi presi a correre sperando che non mi prendesse, ma non feci in tempo a svoltare l'angolo che mi riprese violentemente; mi sollevò tenendomi le braccia intorno al bacino e mi sbatte contro una grande vasca, contenente dell'acqua.

"No" cominciai ad urlare cercando di liberarmi, mi dimenavo e scalciavo, ma era troppo forte per me e senza neanche faticare mi immobilizzò a quel recipiente blu. "Sta zitta!" sussurrò roteando gli occhi in giro, con quello sguardo, quello sguardo da psicopatico...

"Cosa vuoi da me Rafe?" chiesi lacrimando, mi era inevitabile in quel momento, avevo paura delle sue azioni future. "Sei andata a letto con Jj?!" sbottò dandomi un feroce scossone, lo guardai. I miei occhi tutto d'un tratto si alzarono verso i suoi, non riuscivo a parlare. "Allora?!" ribadì continuando a gridare.

"Si" urlai a rimando al primo colpo "c'è no" chiusi questa volta gli occhi, non so se avrei mai riavuto il coraggio di riaprirli. "Perché lo hai fatto?!" lo pronunciò come se mi stesse rimproverando, perché lo stava facendo?
"Cos'ha lui?" mi chiese spingendomi sempre più verso l'acqua. "No, no no" mi aggrappai alle sue mani "ti prego Rafe non farlo" cominciai a balbettare, non riuscendo più a connettere il cervello.

"Non mi importa più niente" disse la sua ultima frase, prima di spingermi del tutto sotto acqua; le sue mani mi tenevano salde per i fianchi e non avevano intenzione di mollare la presa, cominciava a mancarmi sempre di più il respiro, continuavo a sbattere i piedi e cercavo in qualche modo di aggrapparmi a qualcosa per ritornare in superficie, tutto inutile.

Urlai, ma l'acqua penetrò dentro di me facendomi soffocare all'interno e non mi aiutò a trattenere il respiro, quindi a momenti sarei morta? Realizzai.
Quindi era questa la mia fine? Questa era la fine di Gaia Routledge? continuavo a dimenarmi, sapendo che avrei perso la maggior parte delle forze, ma il panico stava prendendo il sopravvento su di me...

Aria.

Mi riportò in superficie.

Sbiancai e cominciai a tossire inginocchiandomi a terra.

Non capivo niente di quello che stava succedendo, tremavo, non sapevo che cosa dire, non sentivo e Rafe continuava a toccarmi il viso, ma il mio sguardo era fisso a terra, mi aveva appena sbattuto in faccia la morte.

"Gaia" cominciai a risentire le parole di quel ragazzo, con quale coraggio lo stavo ascoltando dopo questo? "Ei" mi alzò il volto verso il suo e mi spostò le lacrime che ancora scorrevano sulle mie guancia arrosate. Mi alzai in piedi.

"Stai bene?" mi chiese, ma a questa domanda scoppiai dentro di me. "Sto bene?!" gridai alzando le braccia e sentendo i punti sulla ferita tremare, non dovevo esagerare "hai hai..." lo guardai fisso negli occhi "hai appena cercato di uccidermi" sussurrai lasciando ricadere le mie mani ai lati dei miei fianchi, incredula delle mie stesse parole.

"Io" cominciò a toccarsi il petto e poi il viso "io non volevo" si stava seriamente difendendo in questa maniera? "Io non volevo? Ma lo hai fatto Rafe! Mi stavi per uccidere! Uccidere cazzo!" a breve avrei dato di matto, ma qualcosa mi intralciò prima di scappare e andarmene dalla polizia "perché lo hai fatto?" chiesi digerendo la saliva e aspettando una sua risposta, non me ne sarei andata senza una risposta.

"Che cos'ha lui che io non ho?" sbottò e potei scorgere quanto fosse frustrato in questo momento, per me quel ragazzo aveva bisogno di un grande aiuto psicologico. "Chi?" domandai non capendo di chi stesse parlando. "Jj" rispose, ora capivo.

"Perché Gaia non lo capisci?!" urlò venendo di nuovo verso di me, mi avrebbe annegato di nuovo? Non credo proprio o almeno speravo di no. "Cazzo" gridò colpendo violentemente la vasca con la sua mano e mi irrigidì a vedere il medesimo gesto.

"Perché non capisci" si riavvicinò a me con più cautela, questa volta eravamo a pochi centimetri di distanza e respiravamo la stessa aria, scossi la testa non capendo cosa volesse insinuare con quella frase "perché non capisci che ti amo?" sussurrò.

scelta difficile || rafe cameronDove le storie prendono vita. Scoprilo ora