Capitolo 16-Violenza.

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PUTTANE, SCENE SENSIBILI SCONSIGLIATE A UN PUBBLICO SENSIBILE E MINORE DI QUATTORDICI ANNI.

Il mattino dopo, Beatrice si svegliò a causa della luce del sole che penetrava dalla finestra, sorrise al ricordo del piacere subito la notte prima, ma Void Stiles non era con sotto le calde coperte.
"Sarà già sveglio" pensò tra sé e sé, ma a dire il vero, non aveva mai dormito.
Aveva passato tutta la notte a osservarla, dannando la banshee castana per essere infinitamente affascinante sia esteticamente che spiritualmente.
Si era pentito per quello compiuto con la ragazza la sera prima, ma perché?
Semplice, iniziava a credere che per lui non era solo sesso e questo lo faceva imbestialire.
"Non è possibile, sono un demone, non ho emozioni!" ripeteva nella sua mente, eppure  con la madre di Tris aveva provato dei sentimenti forti.
Il nogitsune non riusciva ad accettare il fatto che la strega gli faceva un certo effetto.
Ma siamo sicuri che tutto questo sia amore?
"Assomiglia così tanto a lei..." comunicò nella sua testa, riferendosi alla madre della sua vittima.
Si mise le mani fra i capelli, tirandoseli con forza.
Era stanco di vederla sempre frullare nella sua testa, di autoconvincersi che la odiava e la odia tutt'ora, quando in realtà l'ha sempre amata e continua a farlo.
Gli manca, vorrebbe che fosse qui, l'ha sempre desiderato in cuor suo, ma continua a non riuscire ad accettarlo.
Quella donna l'aveva stregato con i suoi capelli voluminosi e castani, i suoi occhi color cristallo, il suo naso alla francese, le sue labbra carnose e morbide a vista d'occhio, il suo fisico magro e slanciato dove avrebbe voluto che le sue mani vagassero all'infinito, esplorando il suo corpo femminile, la sua carnagione chiara, la sua pelle ben curata, liscia come il sedere di un neonato, la voce leggiadra e dolce, il suo sorriso brillante costituito da denti dritti e splendenti; era delicata, era perfetta.
Beatrice era tale e quale alla madre, tranne per i suoi occhi marrone scuro, presi dal padre.
Void Stiles detestava i suoi occhi, ogni volta che penetrava il suo sguardo nelle pupille nella ragazza, vedeva Diego.
Colpì il muro con le nocche del suo pugno, poi ancora e ancora fino a farle sanguinare.
Cercava di distrarsi dal suo dolore emotivo con quello fisico, fallendo miseramente.
La banshee inesperta scese dalle scale col sorriso, che spense immediatamente alla vista del demone.
Era ridotto in uno stato pietoso.
<<Void...>> lo chiamò lei appena sussurrando, ma facendosi udire ugualmente.
La creatura si girò con uno sguardo arrabbiato appena sentì la sua voce che tanto gli ricorda il suo malessere oramai morto, ma ancora accampato nella sua mente.
<<Che cazzo vuoi?>> domandò scontroso, privo di educazione.
<<I-Io...>> tentò di parlare la ragazza, ma non riusciva dalla paura.
Quello sguardo assassino ce l'aveva poche volte il nogitsune e non lo vedeva da tanto tempo la fanciulla.
<<Beh?! Il gatto ti ha mangiato la lingua?!>> chiese furioso, serrando la mascella e alzando la voce, facendo fare un leggero balzo alla sua vittima, che non emise un suono.
<<Allora?!>> alzò ancora la voce, aumentando di seguito il terrore di Beatrice.
<<C-che co-cosa ti ho fa-fatto?>> domandò finalmente la strega, balbettando a voce bassa, al contrario del demone.
<<Sei nata! Ecco cosa mi hai fatto! Pensi che ti debba trattare bene dopo quello che abbiamo fatto?! Eh?! È stato solo sesso, non ti montare la testa!>> urlò lui, più arrabbiato che mai, sputando veleno sull'adoloscente.
Il cuore di Tris si spezzò a quelle parole e le lacrime minacciavano di uscire dai suoi occhi, ma le trattenne.
<<Esci>> disse determinata e priva di emozioni.
<<Cosa?>> fece il finto tonto lui, abbassando la voce.
<<Hai fottutamente capito! Esci da questa casa!>> gridò lei questa volta, ferita dalle sue parole.
<<Va bene, come vuoi Shelia. Tolgo il disturbo>> parlò con disinvoltura e ferito a sua volta, chiamandola col nome sbagliato, ma Beatrice ignorò questo fatto, mettendosi a piangere a dirotto subito dopo la sua scomparsa.

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Il giorno dopo...

Beatrice aveva passato il Natale piangendo e praticando attività fisica per dimagrire.
Ieri non aveva toccato cibo e non l'avrebbe fatto nemmeno questo giorno.
Era distrutta.
Il nogitsune l'aveva trattata come uno scarto, spazzatura, poi l'aveva chiamata col nome di sua madre.
Perché in quel litigio Void Stiles davanti a sé non vedeva la strega, bensì Shelia, infatti si era pentito per il modo in cui aveva trattato la sua Tris.
Le aveva lacerato il cuore, per l'ennesima volta, oramai si stava abituando.
Senza di lui sarebbe stata meglio sotto certi punti di vista, ma su altri assolutamente no, si sarebbe sentita persa senza la sua presenza.
Tris stava diventando completamente dipendente da lui, era come la droga e le sembrava impossibile disontissicarsene.
Void Stiles si mise le mani fra i capelli.
"Devo essere più severo con lei, non posso innamorarmi di lei".
Si disse nella sua mente.
Tiro un calcio a un albero.
"Calmati Void, non devi trasparire emozioni".
Continuò a parlare con sé stesso, riuscendo a fare quello che si era chiesto.
Decise di teletrasportarsi alla camera della sua vittima, che fece un balzo appena lo vide.
<<Cosa vuoi?>> domandò acida la castana.
<<Portami rispetto, ragazzina>> ribattè il demone calmo.
<<Non ci penso nemmeno!>> esclamò lei, quasi sul punto di ridere per quanto apparisse ridicolo dopo quella frase.
L' essere le diede uno schiaffo che le fece bruciare la guancia, così lasciando lo stampo rosso della sua grande mano.
Si prese la guancia, arrabbiata più che mai.
Stava per dirne di tutti i colori, ma lui la interrompè: <<Spogliati>> disse deciso, senza ammettere repliche.
<<Scordatelo>> rispose Beatrice a denti stretti.
La copia di Stiles stava ribollendo di rabbia, ma non lo mostrò.
<<Abbiamo un accordo: il tuo corpo per la vita di Malia.
Vuoi che la tua migliore amica muoia solo perché hai rifiutato di farti fottere da me? Saresti egoista, piccola>> tentò di farla sentire in colpa, così da farsi ascoltare, con un ghigno sinistro sul volto cadaverico.
Tris non emise un suono dalla sua bocca e iniziò a togliersi lentamente i vestiti, rimanendo completamente nuda.
Il nogitsune la prese con forza per i fianchi e la sbattè al muro, mordendole il collo con violenza.
La ragazza mugolò dal dolore, ma non disse nulla.
Successivamente si abbassò i pantaloni per godere di piacere, spingendo la bocca della ragazza verso il suo membro dritto.
Nonostante non volesse, pompò la protuberanza del demone, mentre ello la teneva per i capelli, spingendo la testa di lei verso di lui.
La portò poi sul letto, facendola girare con forza a pecorina e entrando dentro di lei altrettanto, facendo cadere una lacrima dal suo viso.
Spinse finché non venne dal piacere, ansimando mentre si rimetteva i pantaloni, abbandonando la stanza e Beatrice, che subito dopo si mise a piangere dal dolore.

Angolo autrice:

Ve l'avevo detto che tornavo, ma non vi avevo detto come :)
Sì lo so, sono una stronza potete insultarmi.
Non vi chiedo manco come state dopo sto capitolo perché so già come state🌚
Se dovete venire sotto casa mia con i forconi, portate Dyldo O'Brien, Robert Downey Jr., Ari Grande e Peter 3, grazie.
Vi amo, ve lo giuro, anche se voi mi volete male, but me lo merito HAAHGAGA.
Io vi saluto e un caffè a tutti i presenti, caffè bollente che mi butterete addosso☕☕
Ciao malati di libri🌚❤️

Cieca.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora