Capitolo 17

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"Clark, ti posso chiedere una cosa?" domandò il veterinario a Toby.

Il ragazzino era disteso sotto di lui mentre Thomas si divertiva a mordicchiargli il collo.

Erano nudi, sotto le coperte nel suo letto, ma si erano limitati a quell'amplesso frenetico e desiderato sotto la doccia ed era stato perfetto così.

Thomas era sia sorpreso che orgoglioso di sé stesso perché i sensi di colpa dopo l'orgasmo non erano ancora giunti e se doveva ringraziare qualcuno non era nemmeno sé stesso, ma proprio quel ragazzino sboccato e con l'animo di un porcospino.

"Non chiedermi di accompagnarti domani mattina in chiesa perché potrei incenerirmi sul colpo come un vampiro solo mettendoci un dito dentro," rispose, gemendo un attimo dopo quando Thomas gli prese tra le labbra il lobo destro dell'orecchio.

"A dire il vero, volevo solo chiederti se prima di andare a pranzare ti andasse di venire con me a portare a passeggio Stella e Rosemary," gli propose il veterinario.

Solitamente, ogni domenica portava i suoi cani a passeggiare e gli sarebbe piaciuto se Toby lo avesse accompagnato.

Si stava sbilanciando tantissimo con lui e la paura di cadere nel burrone c'era ancora; però, stava cercando di ignorarla e di mandarla a farsi benedire, provando a mantenersi in equilibrio.

Avvertì le dita sottili di Toby intrecciarsi dietro la sua nuca e lo costrinse poi a raddrizzare il capo per guardarlo negli occhi.

Toby Clark era davvero il ragazzo più bello che il veterinario avesse mai visto; l'unico difetto del suo viso era quella cicatrice sul sopracciglio destro che ormai sapevano tutti come se la fosse procurata.

"Quando si tratta di portare a passeggio Stella e Rosemary non devi mai chiedere il mio consenso perché, in questo caso, ti dirò sempre di sì."

Thomas sorrise di lato e gli scostò i ricci ancora un po' umidi dalla fronte. "E se ti chiedessi di fare qualcosa che riguarda me personalmente?"

Toby inarcò il sopracciglio con la cicatrice e sogghignò, furbo. "In quel caso, dovrei pensarci sù."

"Stronzetto."

Toby sbatté le lunghe ciglia da gatto. "Non mi hai detto nulla di nuovo."

Thomas sbuffò una risata, poi fece calare le labbra su quelle di Toby per dargli un altro bacio. Quando si separò da lui, vide le guance del ragazzino leggermente arrossate.

Bellissimo.

Le loro erezioni premevano l'una contro l'altra, semi erette, ma Thomas tentò di ignorarle perchè quella volta avrebbe fatto le cose per bene, senza affrettare nulla e impegnandosi al massimo per non far fuggire nuovamente il ragazzino. Non voleva ardere quel piccolo pezzo di prato che era riuscito a non bruciare attorno a lui.

Poi, quando Toby gli sbadigliò letteralmente in faccia, facendogli vedere anche l'ugola e un paio di otturazioni, Thomas si rese conto che si era fatto davvero tardi.

Gli tirò uno schiaffo leggero contro un fianco, togliendosi da sopra il suo corpo magro. "Forza, stronzetto, meglio se adesso proviamo a dormire. Posso abbracciarti o rischio che tu mi morda le mani?"

Toby si mise su un fianco e si accucciò sotto le coperte, bofonchiando: "Tu provaci, non ti assicuro niente. A tuo rischio e pericolo, Parker."

Thomas volle rischiare, nonostante la possibilità di ritrovarsi il mattino seguente con le mani mozzate.

Circondò quei fianchi troppo magri con un braccio e si strinse quel corpo sonnolente contro il petto, addormentandosi poco dopo con un sorriso felice sulle labbra.

Paura del buio (Red Moon Saga 4)Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon