Capitolo 28

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Toby stava camminando per l'atrio della sua Università senza guardare davanti a sé, litigando e imprecando contro la sua tracolla che aveva deciso di impicciarsi alla sciarpa che aveva attorno al collo.

Poi finì addosso a qualcuno e, continuando a mantenere gli occhi bassi sulla sua borsa, rispose: "Scusami, ma nessuno ti ha detto di fermarti davanti a me."

"Ciao..."

Toby lasciò perdere la tracolla e alzò lo sguardo per incrociare un paio di occhi verdi che si muovevano ansiosi.

"Oh, ciao," salutò Toby, decisamente sorpreso di ritrovarsi davanti proprio Andy.

Il viso del ragazzo aveva già raggiunto una preoccupante sfumatura di rosso, prese un grande respiro ed iniziò a parlare, farfugliando un po': "Senti... mi chiedevo, insomma... non è che ti... ti andrebbe di prendere un caffè con me? Vorrei... ecco, vorrei sdebitarmi in qualche modo per come mi hai aiutato."

Toby lo guardò attentamente, inclinando la testa di lato, scrutandolo. "Vuoi prenderti un caffè con me," ripeté.

Andy annuì con il capo lentamente, le guance scarlatte. "Sempre se ti fa piacere, ecco."

Toby fece spallucce, come se non fosse niente di che. "Come vuoi. Sappi che io non sono un granché di compagnia. Il chiacchierone è Seb."

"Qualcuno ha parlato di me?"

Toby sobbalzò sul posto, poi roteò gli occhi e affermò: "Ancora devo abituarmi ai tuoi agguati."

Seb rise e gli circondò le spalle, affettuosamente. Lo faceva sempre e Toby doveva abituarsi anche a quella sua costante ricerca di contatto fisico.

"Ciao, Andy. Come stai?" chiese al ragazzo con i capelli rossi e la faccia rossissima davanti a loro.

"Ehm... sto bene, grazie. E tu?" gli domandò, in modo piuttosto impacciato.

Non avrebbe dovuto chiederlo, però, perché una semplice domanda portò ad uno spettacolo teatrale da parte del suo bizzarro amico, il quale iniziò a gesticolare animatamente con una mano.

"Oh, ma io sto molto bene, Andy. Non è adorabile, Toby? Ah, ma che te lo chiedo a fare? Tu ritieni adorabili solo gli animali. Insomma, Andy, lui è piccolino, ma brontola un sacco. Certe volte sembra una caffettiera gorgogliante o una pentola a pressione, ma è un bravo ragazzo. A proposito di caffettiera, stavate parlando di caffè? Posso unirmi a voi?"

Toby si sbatté una mano contro la fronte, scuotendo il capo; poi guardò Andy, il quale stava fissando Seb con le palpebre sgranate. "Lo so, fa un po' paura all'inizio," gli si rivolse.

Seb lo guardò, offeso. "Ehi, io non faccio paura per niente!"

Toby indicò con un indice il ragazzo davanti a loro. "Lo hai traumatizzato a vita con le tue chiacchiere."

Anche Seb guardò Andy e lui sembrò farsi ancora più rosso. Si stava trasformando in una barbabietola umana.

"Ti ho traumatizzato?" gli domandò.

Andy iniziò a far viaggiare i suoi occhi verdi su entrambi i ragazzi; aprì la bocca per rispondere, ma la richiuse un attimo dopo, poi ci riprovò e ne uscì fuori: "Ho tre sorelle, due fratelli e due nonne lesbiche, direi che sono già traumatizzato a vita."

Toby lo guardò e abbozzò un sogghigno. Non era poi tanto male quel ragazzo dall'imbarazzo facile.

Poi la risata scrosciante di Seb lo fece sussultare di nuovo, facendogli venire un principio di infarto. Era sempre così esagerato in tutto quello che faceva.

Paura del buio (Red Moon Saga 4)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz