Capitolo 2

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Toby vagava per i corridoi della sua università con lo zaino in spalla, le cuffie nelle orecchie con Taylor Swift a tutto volume mentre sgranocchiava delle patatine.

Camminava a schiena dritta, fulminando e dedicando un dito medio unticcio di patatine a tutti coloro che incrociavano i suoi occhi e lo giudicavano con lo sguardo.

Toby non si nascondeva più alla luce del giorno e avrebbe preso a calci chiunque avesse anche solo provato a rompergli le scatole.

Anche se raggiungeva a stento i settanta chili, aveva imparato dopo svariate esperienze traumatiche a mordere forte e a sapersi difendere.

Quel giorno indossava un paio di pantaloni con una fantasia tartan lilla, adorava tantissimo quei pantaloni anche perché glieli aveva regalati a Natale quella santa di sua sorella Diana e ci si sentiva perfettamente a suo agio anche se per molta gente bigotta avrebbe dovuto indossarli una ragazza e non un ragazzo.

Beh, non gliene fregava proprio niente.

Varcò la porta della biblioteca e si diresse a pasto spedito verso il tavolo che occupava sempre prima che qualcun altro ci si sedesse.

Era la postazione più distante da tutti gli altri studenti, ovviamente.

Posò sulla superficie il suo zaino, il sacchetto di patine mezzo vuoto, il telefono a cui erano collegate le auricolari e, continuando ad ascoltare le parole di quella gran figa di Taylor Swift, prese il suo libro di Anatomia degli animali domestici per ripassare gli ultimi argomenti spiegati dal professore.

Toby voleva diventare bravo come suo padre, voleva lavorare con lui e voleva, principalmente, che Samuel e Linda Clark fossero sempre fieri di lui. Anche se aveva la testa incasinata, anche se spesso li aveva fatti preoccupare parecchio.

Mentre sottolineava con una matita alcune nozioni importanti sul libro, con la coda dell'occhio si accorse di una leggera ombra riflessa sul tavolo e avvertì gli occhi di qualcuno che lo fissavano.

Non era una novità, che qualcuno lo fissasse, ma quegli occhi erano particolarmente insistenti.

Alzò lentamente lo sguardo sul proprietario di quell'ombra e di quello sguardo invadente e finì per sbattere le palpebre più volte perché di certo Toby non si aspettava di ritrovarsi davanti lui.

Si sfilò solamente una cuffia ed inarcò un sopracciglio in direzione di quel ragazzo che lo stava fissando con un sorrisetto snervante sulle labbra.

Aveva metà testa castana e l'altra metà rosa acceso, una leggera linea di eye-liner sugli occhi azzurri e una catena d'argento vistosa attorno al collo. Indossava una felpa senza zip nera con una scritta in cinese o giapponese stampata sopra.

Era la prima volta che lo vedeva e, insomma, se lo avesse visto in precedenza si sarebbe sicuramente ricordato di lui perché oltre ad essere conciato in maniera diversa era anche un bel ragazzo.

"Ti serve qualcosa?" gli domandò, parlando a bassa voce per evitare di disturbare gli altri studenti.

Il ragazzo rispose, continuando a sorridere. "Posso sedermi qui?"

"Ci sono altri tavoli liberi," disse Toby.

Di certo non aveva alcuna intenzione di far sedere quel tipo strano al suo tavolo. Toby stava decisamente meglio da solo.

Non era per nulla socievole, se non si era ancora capito. Ma aveva i suoi buoni motivi per non esserlo. Era stato troppo ferito in passato e preferiva di gran lunga non legarsi a nessuno per evitare di rimanere scottato.

Aveva provato anche a trovarsi un ragazzo, aveva provato a trovarsi qualcuno che lo accettasse per come era, ma purtroppo ci aveva guadagnato solo qualche scopata mediocre di cui poteva farne tranquillamente a meno e offese per quando riguardava il suo modo di conciarsi.

Paura del buio (Red Moon Saga 4)Where stories live. Discover now