Capitolo 11 - Così ho trovato la mia fede [Revisionato]

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«A proposito, me l'aspettavo più fornita.» Chloe si voltò, arricciando il naso.

Di fronte alle finestre campeggiava una libreria a parete pressoché vuota: le mensole erano riempite di libri e manoscritti solo in parte, lasciando spazio a soprammobili e piccole piante in vaso.

«Non questa libreria» disse Brycen, sbuffando una risata. «Qui tengo solo alcuni appunti e i testi di cui necessito più frequentemente per l'Accademia. Parlavo di quella al piano di sopra.»

Brycen le offrì il braccio, scortandola su per le scale. Si fermò davanti a una porta ad anta doppia e lanciò a Chloe un sorriso sprezzante prima di aprirla, permettendole di varcare la soglia.

La meraviglia la travolse in un sussulto che le mozzò il fiato. Scaffali in noce alti fino al soffitto rivestivano una stanza immensa, in cui porte e finestre incassate sembravano svanire nel susseguirsi di dorsi colorati. Brycen aveva sacrificato l'arredamento, ridotto a due poltrone e una lampada, per sfruttare ogni centimetro disponibile: non solo le pareti, ma persino il centro della stanza era stato attrezzato di scaffali supplementari straripanti di tomi.

«È più conforme alle tue aspettative?»

«Dèi, Brycen» boccheggiò Chloe. «È grande almeno il doppio del mio appartamento.»

Avanzò, facendo correre lo sguardo sugli scaffali. Se l'arredamento ricordava una biblioteca, più che una libreria privata, la disposizione ne dava conferma: Brycen l'aveva organizzata creando suddivisioni prima in base all'argomento e poi in ordine alfabetico. Non c'era traccia di polvere e ogni tomo era tenuto con cura maniacale, sebbene mostrassero i segni di numerose letture. Alcuni erano presenti in copia doppia, di cui una con l'aria vissuta e gli angoli di numerosi foglietti schiacciati tra le pagine.

L'assortimento era notevole, degno di un Custode dell'Ordine. Letteratura e filosofia occupavano la maggior parte dello spazio, ma non mancavano libri su arte, storia, geografia, politica, medicina e scienza, senza considerare enciclopedie, dizionari e glossari. Tutto ciò che riguardava i Naru era riconoscibile a colpo d'occhio: le copie munite di foglietti ne avevano tanti da raddoppiare il loro volume e i dorsi erano tra i più consumati.

Chloe distese le labbra nel riconoscere alcuni titoli che aveva letto, di cui aveva sentito parlare o che Brycen aveva portato al Nerea - poi quel sorriso si congelò. Il simbolo di un vortice bianco che spiccava su un dorso nero catturò il suo sguardo; il titolo in sayfano recitava soltanto Il volto oscuro dell'Equilibrio, ma era accompagnato da logogrammi jiyani che Chloe conosceva bene: Heiko Jun.

Lo stomaco si contrasse, bloccandole il respiro. Restò a fissare quel libro tanto a lungo che le lettere divennero sfocate, mentre una sgradevole sensazione si arrampicava lungo le gambe e la schiena.

"Non saltare a conclusioni affrettate" si disse. "Non puoi essere tu il motivo."

Le mani prudevano per la voglia di afferrarlo e leggerne il contenuto, ma Chloe le intrecciò dietro la schiena e lasciò vagare lo sguardo da un capo all'altro dello scaffale. Non c'erano altri volumi dedicati all'Ordine, tuttavia il logogramma dell'equilibrio si ripeteva in altri libri dedicati alla religione heikun: c'erano approfondimenti sulle figure di Edoi e Hun, sui monaci e sul rapporto tra gli Eletti e le divinità, oltre che filosofie dell'equilibrio.

Chloe aggrottò la fronte e indietreggiò di un passo, spingendo lo sguardo un po' più in là. Notò libri sulla Chiesa della luce e sul pantheon yaveni, sui sihirku e sul karma, persino accenni di totemismo e di antiche dottrine che Chloe non aveva mai sentito nominare. Non mancavano tomi dedicati al beyledismo, tanti da occupare tre mensole intere, sulle cui copertine candide spiccava il simbolo sacro della Dea Bianca: due triangoli con lo stesso vertice, rappresentazione di un prisma e di un fascio di luce che attraversandolo si divideva nei colori dell'arcobaleno.

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