Capitolo 16

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Qualche giorno dopo...

Negli ultimi giorni ho passato più tempo con Toni, poiché di recente ci siamo un po' allontanate. Stasera, invece, usciremo con Tristan e Bradley, un'uscita a quattro. Toni è in bagno a farsi la doccia mentre io mi sto preparando quando mi chiama mia madre a telefono. Rispondo subito poiché non la sento da almeno una settimana.

- Pronto?

- Ciao, Mayla.

- Ciao, mamma. Come va?

- Qui bene, e lì a Liverpool come sta andando? Tu e Toni avete fatto nuove amicizie, magari conosciuto qualche ragazzo? - il modo in cui dice "ragazzo" mi fa capire che c'è qualcosa che non va.

- Abbiamo conosciuto un po' di gente, sì. Infondo non è che possiamo stare sempre da sole.

- È vero che esci con un ragazzo di venticinque anni? - perdo un battito. Come sa della storia con Bradley? Chi gliel'ha detto, mia sorella?

- N-no... ma come ti viene in mente. - tento.

- Lo sappiamo, Mayla. È inutile che continui a negarlo. - dice.

- Sì, è vero, ok? - sbotto. - Come l'hai scoperto? - giuro che se nomina Zelena, la ammazzo. Eppure dopo la nostra chiacchierata e quella lettera che mi ha lasciato sembrava che non avrebbe detto nulla ai nostri genitori. Se mia madre mi dice che gliel'ha detto lei, non è più mia sorella.

- Bradley è famoso, tesoro. Le voci girano, ci sono foto in giro sul web. Mi stupisco che tua sorella non me l'abbia detto o che comunque non abbia notato niente quando è venuta a Liverpool! - la sento dire. Beh, almeno non è colpa di Zelena. Ne sono contenta.

- Continuo a non capire quale sia il punto, o il problema, come vuoi chiamarlo.

- Il problema è che lui è maggiorenne e la differenza d'età è troppa, non dovrebbe stare dietro a ragazzine di diciassette anni e il punto è che torni a Sydney. - cosa? No, non voglio tornare a Sydney, non posso. Non posso lasciare Bradley qui prima del tempo...

- Non se ne parla. - dico.

- Hai diciassette anni, fai quello che decidiamo io e tuo padre. - dice fermamente.

- Non è illegale, mamma!

- Non lo è, ma rimane il fatto che non è normale. Io e tuo padre ne abbiamo parlato e abbiamo deciso che finché sarai minorenne e dovrai fare quello che diciamo noi, noi sfrutteremo questo potere e quindi ti vietiamo di frequentarlo.

- Ma...

- Senza se e ma, non rendere la cosa più difficile di quanto non sia già, per favore. - sto zitta, non dico più nulla, anche perché non saprei cosa dire, o forse sì. Ho mille e più motivi per rimanere qui, almeno per un altro mese, ma so che provare a spiegarglieli non servirebbe. Mia madre mi dice che mio padre verrà a prendere me e Toni fra due giorni qui a Liverpool e torneremo tutti e tre a Sydney.

- Mayla, rispondimi ti prego! - la voce di Toni si fa più grave mentre cerca di aprire la porta chiusa a chiave del bagno. Mi ricompongo asciugandomi le lacrime e mi alzo barcollando da terra. Giro la chiave nella toppa e spalanco la porta. Toni mi strinse forte al suo petto non appena mi vide e iniziò a sussurrarmi che l- Ho fatta preoccupare, che avrebbe picchiato chiunque mi stesse facendo piangere. La solita Toni. La staccai dal mio corpo e andai a riposizionarmi sul mio letto. Accartocciai le gambe al petto e affondai la testa tra le ginocchia, continuando a piangere, a lei potevo mostrare le mie lacrime, lei non mi avrebbe giudicata, non mi avrebbe sgridata o non avrebbe cambiato idea, lei mi avrebbe solamente capito. Si sedette accanto a me e appoggiò il suo braccio sulla mia spalla.

We Don't CareWhere stories live. Discover now