Capitolo 5

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Mayla's P.O.V

Quando mi sveglio ho un forte mal di testa e sono tutta stordita. Quando apro gli occhi mi rendo conto di non essere nell'appartamento mio e di Toni. Di fatti mi trovo in una stanza bianca e con arredamento molto classico, mi piace. Sì, ma... in casa di chi mi trovo? Dove cavolo sono? Non mi ricordo davvero niente, maledizione.
Mi alzo dal letto e mi alzo per uscire dalla camera quando passo davanti allo specchio e mi vedo con un pigiama grigio, che non sembrerebbe femminile. Adesso che mi guardo meglio non sono nemmeno struccata ed è quel povero cuscino ad averci rimesso qualcosa, oltre alla mia faccia. Continuo a guardarmi attorno e l'arredamento di questa stanza mi è familiare, ma non nel senso che mi sembra di esserci già stata, come di aver visto dei dettagli e basta.

Mi avvicino alla porta ed abbasso la maniglia, con gli effetti della sbornia che si fanno vedere. Esco dalla camera in cui ho dormito e mi trovo in un corridoio. A questo punto mi dirigo alla fine di questo corridoio dove trovo il salotto, e sul divano vedo una testa riccia. Mi avvicino e mi accorgo che è...

- Bradley? - lui sbadiglia e si stropiccia gli occhi, poi mi guarda.

- Buongiorno anche a te. - Dio, è bellissimo di mattina presto... e poi la voce. Cazzo. Ammetto che me lo farei seduta stante, se avessi un po' di cervello nella mia testa. O forse coraggio. Vabbè. Ma perché sono a casa sua?

- Perché sono qui? - chiedo infatti sedendomi sul divano cercando di non notare che sia a torso nudo. La vista, però, mi piace, e non poco.

- Ieri eri ubriaca e la tua amica se n'è andata... non sapendo cosa fare ti ho portata qui. - dice. - È un problema? - ho appena dormito a casa di Bradley? Nel suo letto? È senza maglia davanti a me? Oddio, se è un sogno non svegliatemi. La me di qualche anno fa avrebbe senz'altro un infarto se lo sapesse.

- Certo che no! - dico. - Però, ecco... dovrei tornare a casa adesso, se non ti dispiace. - taglio corto come ogni protagonista di una fanfiction che si rispetti. Lui sorride e si alza, stessa cosa che faccio io. Mi da il vestito e le scarpe di ieri sera e vado in bagno e mi rivesto. Ammetto che la sua casa è davvero carina, dalle foto si vedeva poco. Poi di certo non è che si mette a postare sui social foto di casa sua! Intendevo magari ciò che si vede dallo sfondo. Quando torno in salotto trovo anche lui già vestito, con la maglietta soprattutto, il che mi dispiace.

- Ti va di fare colazione per strada?

- Va bene. - dico. Usciamo e ci fermiamo ad un bar per la colazione. - Ho fatto cose strane ieri sera? - gli chiedo.

- Se per "cose strane" intendi tipo incollarti a James, sì. - dice ridendo e mi copro la faccia dalla vergogna. - Era piuttosto imbarazzato. - continua ridendo.

- Sì, grazie per l'informazione. - rispondo ironica. Dio, voglio morire. Come ho potuto lasciare che succedesse? E Toni dov'è finita? Giuro che non appena la vedo l'ammazzo.

- È stato anche divertente, però. - dice.

- Ah, lo immagino. Soprattutto per te, eh? - fa spallucce e continua a bere il suo caffè.

[...]

Non sapevo dove cavolo andare siccome ero a circa 300 km da Brighton e Bradley mi offre di andare con lui in treno, siccome deve tornare anche lui qui.

- Io e i ragazzi siamo venuti a Birmingham nel weekend per l'evento. - mi ha spiegato. Ho provato a chiamare Toni, ma non risponde al cellulare. Sono davvero incazzata con lei... non ci trovavamo a Sydney come non ci trovavamo nemmeno a Brighton! E se mi fosse successo qualcosa in sua assenza? O se fosse successo a lei? Dio, ho una cretina per amica. È davvero un'irresponsabile. Certo, ha dormito a casa di Bradley, ma poteva succedere qualunque cosa. Mi è andata bene.

We Don't CareWhere stories live. Discover now