Capitolo 6

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Inizio a correre verso un locale di fianco al lungomare, luogo dell'appuntamento con Bradley, e circa dieci minuti dopo arrivo. Vedo da lontano una testa riccia in cima ad un corpo coperto da jeans attillati neri e una t-shirt lunga di cui intravedo solamente il bordo nero e un giubbetto di pelle nero. Il colore trionfa! Noto nella mano destra dell'individuo una busta molto colorata che le sue dita affusolate stringono saldamente. Che sia un regalo?

Per una volta decido di essere coraggiosa, così cammino a passo veloce ignorando il fiatone fino ad arrivare a pochi centimetri da lui e lo abbraccio con tutta la forza che ho in corpo. Attacco la mia guancia alla sua schiena e chiudo gli occhi mentre le labbra si piegano formando un sorriso. Sento accarezzarmi le mani dolcemente, poi una risata dolce e delle labbra sul mio polso.

- Pensavo mi avessi dato buca! - dice girandosi. Beh, quasi, in effetti.

- Non potrei mai! - dico ridendo falsamente. Probabilmente quest'abbraccio gliel'ho dato solo perché ho la coscienza sporca per averlo quasi appeso. Ma questo lui non lo sa. Mi sorride come se fosse rimasto deluso fino ad un secondo fa e fosse tornato speranzoso nel momento in cui mi ha guardata negli occhi. Mi porge la busta con molta naturalità... un altro regalo. Sorrido a questo gesto e lui sorride subito dopo di me. Mi incoraggia a scartare il regalo e io obbedisco. Lo apro con la delicatezza di un elefante su un triciclo e ne faccio uscire una t-shirt. La distendo per bene e noto che è la canotta con il logo degli Arctic Monkeys che Bradley indossava ieri sera. Faccio apparire sul mio volto un sorriso a trentadue denti: si è ricordato che mi piaceva quella maglia! Che carino.

- Grazie! - dico con gli occhi che brillano. Questo gesto è il più dolce che qualcuno abbia mai fatto per me.

- Ti piaceva, poi io ne posso sempre prendere un'altra. - dice.

- Ora puzzerà di sudore! - dico inspirando a pieno il tessuto della maglietta ma, più che di sudore, sa di lui. Bradley inizia a ridere e camminiamo per un po' e mi viene un'idea mentre rigiro tra le mani la sua maglia. Dopo ti n po' lo prendo per un braccio e lui si ferma di colpo, guardandomi.

- Entriamo nel bar, voglio mettermi la tua t-shirt! - dico entusiasta. Mi guarda un po' stranito e poi, afferrando saldamente la mia mano, mi trascina nel bar. Mi fa entrare nel bagno e lui rimane fuori ad aspettarmi. Poggio la borsa a terra e mi sfilo la camicetta. Tolgo subito dopo la maglia che indossavo per poi infilarmi la maglia di Bradley. Mentre cerco di infilarla negli short lo vedo entrare nel bagno.

- Che stai fac... - non mi da tempo di finire a frase che mi prende per i fianchi e inizia a baciarmi. All'inizio dolcemente, poi sempre più con foga. Mi poggia delicatamente al muro, facendo aderire i nostri petti. Sento il suo respiro andare a tempo con il mio, battono come due tamburi impazziti, ma per motivi evidentemente diversi. Inizia ad accarezzarmi la guancia, fino ad arrivare al collo, dove poi aggiunge la mano con la bocca. Lascia dei piccoli baci umidi sul mio collo, fino a risalire alla bocca, dove delicatamente mi morde il labbro inferiore per poi accarezzarlo dolcemente con la lingua.

Mi piace, ovvio che mi piace, ma lui non è... James. E so che è semplicemente impossibile che questo accada con quel biondo, ma è come se da una parte gli stessi facendo un torto, anche se lui probabilmente mi vede come una sorella o quasi. Allontano Bradley spingendolo via da me e poi tirandogli uno schiaffo forte, senza nemmeno volerlo.

- Ma che ti prende? - chiede confuso.

Beh, questo è quello che succede nella mia mente mentre mi cambio. Bradley... è ancora fuori, sì. Fortunatamente, oserei dire. Non so se sarei psicologicamente pronta ad una cosa del genere. Poso la maglia sul lavandino e ci metto le mani sopra, sospirando. Poi mi guardo allo specchio; l'immagine non è delle migliori. Trovo infatti una Mayla sudata, pallida e con gli occhi sbarrati. Dalla paura o dall'eccitazione, questo non lo so nemmeno io.

Quando esco dal bagno trovo Bradley con in mano il cellulare, cosa piuttosto strana per lui, insomma... sono pur sempre una fan, e noi del fandom pensiamo che lui non usi mai i social. Constatarlo dal vivo è un'altra cosa. Quando mi avvicino alza lo sguardo. Mi soffermo a fissare le sue labbra rosse come il fuoco... sono fottutamente belle e dopo quello che "sarebbe potuto succedere ma non è successo nemmeno lontanamente" forse vorrei che fosse successo, ecco. Sono un po' confusa, ecco cosa. Una volta vorrei che fosse James, l'altra desidero che quella fantasia si fosse avverata... ma alla fine James non prova niente per me e forse nemmeno Bradley e sono solo io che mi sono immaginata tutto.

- Che dici? - chiedo indicandomi.

- Sta meglio a te che a me. - ammette ridendo. Usciamo dal bagno del locale e continuiamo la nostra camminata. All'improvviso lui indica l'insegna di una pizzeria, "Da Mario". Faccio una smorfia, pensando a quali tipi di orrore possano cucinare lì dentro, ma soprattutto a quanto possano sputtanare la mia amata pizza all'estero. Sono stata in Italia da piccola e lì la pizza è davvero stratosferica. Anche a Sydney è orribile, anche se dopo un po' ti ci abitui, ma magari qui è un po' meglio.

Entriamo tra le risate di Bradley sulle mie smorfie. Una cameriera giovane, carina e con una scollatura troppo profonda per i miei gusti, ci fa accomodare ad un tavolino vicino all'enorme vetrata che da sul mare. Ordiniamo due pizze, una birra e una Coca Cola e Bradley ordina una porzione di patatine. - Giuro che le dividiamo! - dice. Scoppiamo a ridere e tra una chiacchiera e l'altra arriva la nostra ordinazione. Lascio la mia pizza a metà - chiamarla pizza è già un enorme sforzo. Della porzione di patatine me ne toccarono si e no una diecina, è un pozzo senza fondo questo ragazzo! L'unica cosa che riesco a finire è la Coca Cola. Bradley non appena finisce la birra chiama con un cenno di mano la cameriera e ordina una bottiglia d'acqua.

- Se vuoi ti porto anche il mio numero. - dice lei scompigliando il ciuffo a Bradley.

- Se vuoi... - dice lui ammiccando. Mi sta prendendo in giro? Cazzo, sono il suo appuntamento! Insomma... lo sono?

Non può stare alle avances di un'altra davanti a me! Ok, anche io è da tutta la sera che penso solo a James, ma non è che abbia fatto qualcosa di così grave. Lo guardo furiosa e mi alzo con poca grazia dal tavolo, afferrando la mia borsa ed uscendo dal locale. Se voleva fare lo spiritoso, la battuta non è riuscita. Sento il trillare dei campanelli attaccati alla porta del locale suonare di nuovo. Giro appena la testa e lo vedo dietro di me. Inizio a correre verso la spiaggia con un certo peso sul cuore.

Mi fermo non appena trovo un luogo in cui una roccia fa da "capanna" sulla spiaggia. Mi siedo qui sotto e inizio a fissare il mare, leggermente mosso. La scogliera si butta a capofitto nel mare e le onde leggere quasi chiedono il permesso di infrangersi contro di essa.

Quella, cos'era? Una scenata di gelosia? Mi sto innamorando di Bradley? No, ma che penso. Sono solo innamorata dell'idea di lui, non lo conosco nemmeno, se è per questo.

Sento un rumore proprio accanto a me, mi giro e trovo Bradley nella mia stessa posizione. Per la seconda volta stasera mi tolgo la maglietta e la butto sulle gambe di Bradley, mi rinfilo la camicia e torno a fissare davanti a me.

- Vai a regalarla alla cameriera, forse a lei sta meglio. - dico con tono diffidente. Lo sento ridere e poi mi cinge le spalle con un braccio e la vita con un altro. Di nuovo. Cerco di liberarmi dalla sua presa, ma niente, è più forte di me.

- Ehi, stavo scherzando!

- E ti sembra un bello scherzo? - soffio. Lui non dice nulla, mi accarezza la schiena scoperta e tocca la mia pelle d'oca.

- No, hai ragione. - dice. Mi sfila la camicetta e mi rimette la sua maglia per poi ricoprirmi dell'indumento lasciato a terra. Sorrido e mi accuccio al suo petto. Restiamo così per un lasso di tempo indecifrabile. Non so, forse un'ora, o forse due... mi prende per mano e ripercorriamo tutta la strada al contrario fino a tornare davanti al locale dell'appuntamento. - Ti accompagno a casa? - mi chiede. Annuisco leggermente con il capo e lascio che mi guidi fino alla sua auto. Il viaggio non è affatto noioso o imbarazzante. Lui mette il CD di Night&Day e questo mi solleva un po' di morale. Dice che lui e i ragazzi domani faranno delle prove e che se ne ho voglia, potrei andare ad assistere. Una volta arrivati a casa mia e di Toni, apro la portiera per uscire, ma poi lui parla.

- Buonanotte. - dice guardandomi negli occhi.

- Buonanotte. - dico lasciandogli un bacio sulla guancia per poi tentare di scappare. Mi blocca per un polso e mi mette tra le mani il suo cellulare con il tastierino aperto. Alzo gli occhi al cielo e scrivo velocemente il mio numero. Entro in casa sentendo la sua auto mettersi in moto ed andare via. Mi butto sul letto, cullata dal russare leggero di Toni.

We Don't CareWhere stories live. Discover now