Daphne è una ragazza di 16 anni che vive a New York con sua zia e suo padre, a causa di questioni di lavoro riguardanti l'agenzia di suo padre lei e la sua famiglia sono costretti a trasferirsi a Los Angeles dove incontrerà nuove amicizie tra cui Ja...
Dopo l'ora di latino raggiungo il mio armadietto per prendere dei libri, ma quando lo chiudo trovo davanti a me Alice che mi guarda sorridendo come una squilibrata
D: cosa? A: Allora? D: Allora cosa? A: come lo chiamerai il bambino? D: sei davvero una cretina Dico sorpassandola
A: sai piccolo Jack non sarebbe male D: ieri non è successo niente e se proprio lo vuoi sapere abbiamo solo studiato A: dannazione mi ero ormai convinta all'idea di avere il tuo bambino fra le braccia
D: ho già detto che sei una cretina o devo replicare? Alice sorride mi da un bacio sulla guancia mimando con la bocca un "ci vediamo dopo" Io annuisco ed entro nell'aula di geografia
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Finito scuola cerco Alice perché mi doveva accompagnare lei a casa visto che dovevamo stare un pi insieme, ma quando sono in corridoio una mano mi prende per la spalla con forza trascinandomi nello sgabuzzino della scuola
D: LASCIAMI! CHE FAI! HO DETTO LASCIAMI! J:shhh sono io Mi giro e vedo Jacob che butta un Urlo silenzioso cercando di farmi calmare. D: SEI...UN VERO...DEFIC- J: shhh ho detto fai silenzio D: ho perso 5 anni di vita per colpa tua! Dico nervosa silenziosamente
J: ti porto in un posto D: lo sgabuzzino sarebbe il posto? J: no, ti porto in un posto carino D: tu non hai finito scuola oggi J: lo so D: non puoi uscire senza il permesso dei genitori Jacob apre la porta dello sgabuzzino guardando il corridoio per vedere se c'era qualcuno, mi prende la mano uscendo silenziosamente e dice J: forza vieni, se mi scoprono mi finisce male
D: che stupido Dico alzando gli occhi al cielo. Usciamo da scuola ed io mando un messaggio ad Alice dicendogli che ci saremmo viste direttamente il pomeriggio..
Jacob prende la sua moto mettendosi sopra e mi guarda D: te lo scordi J: andiamo sali D: preferisco cavalcare un cinghiale J: ti prego!! Dice insistente a bassa voce nonostante fossimo ormai fuori la scuola D: puoi parlare anche ad alta voce lo sai? J: forza sali! Lo guardo un'ultima volta sbuffando e salgo.
J: tieniti forte D: ok J: intendo che se devi stringermi D: ahhaah te lo scordi Dico seria J: ok come vuoi, vuol dire che perderai l'equilibrio e cadrai Mi passa il casco e quando sta per partire D: credo di farcela J: sicura? D: si. J: come vuoi tu. Dice sorridendo.
Ma quando sta per partire fa una manovra sbagliata andando prima indietro e poi avanti, ciò mi fa perdere l'equilibrio e cado nella schiena di Jacob, subito dopo lui parte. D: SEI PAZZO?! Dico arrabbiata mentre lui ride. Arriviamo in questo posto e lui dice J:guarda che puoi scendere D: ah siamo arrivati J: ti eri abituata a stringerti a me, come darti torto. D: no, tu guidi da schifo, avevo paura di cadere.
prende dalla tasca una fascia D: che fai adesso mi uccidi? J: prima devo farti innamorare di me. Dice convinto J: girati Lo guardo storto e mi giro dandogli la schiena.
Sento le sue mani accarezzarmi il collo, li io rabbrividisco. J: ti fidi di me? Io sto zitta.. J: deve essere una risposta sincera, senza ironia, devi rispondere tu.. D: Si... Dico un po incerta e confusa, posso immagginare Jake in quel momento nonostante io non lo veda..starà sicuramente ghignando... J: speravo lo dicessi.. Dice con un filo di voce avvicinandosi al mio orecchio.
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Sento la stoffa della benda posizionarsi sui miei occhi, così rabbrividisco un'altra volta.
J: tranquilla...voglio farti una sorpresa.. D: se lo dici non lo è più.. Dico con un filo di voce sospirando. Era curiosa, ma allo stesso tempo un po spaventata..
Mi prende per mano e cominciamo a camminare...facciamo una lunga camminata, ma io non so dove siamo diretti. Ero molto nervosa.
J: siamo arrivati D: posso togliere la benda Dico quasi togliendola J: no aspetta! Dice fermandomi con la mano. Ad un certo punto sento le onde del mare che sbattevano contro gli scogli.. D: Sento il mare.. J: aspettami qui D: come? Sento Jake che rompe qualcosa di legno, poi sento del vetro spaccarsi per terra così mi spavento un po. D: Jake che sta facendo? Dico preoccupata D: Jacob? Lo chiamo ma non mi risponde per circa 5 secondi D: Jacob??? J: sono qui, tranquilla D: dove siamo J: non sarebbe più una sorpresa Dice avvicinandosi al mio orecchio sussurrando. Mi riprende per mano e comincia a dire frasi del tipo J: attenta alla testa, abbassati leggermente, attenta.
Io li per lì sento la voglio di scoprirai gli occhi per capire dove cavolo mi stava portando J: ok...ci siamo D: poss-? J: faccio io Sento la benda che si toglie piano piano dalla mia faccia e li comincio a vedere dove eramo.
Era una piccola villa abbandonata, piena di fiori, e si affacciava sul mare, lo guardai sorpresa e dissi sospirando D: e.. e davvero bellissimo J: già... D: quante ragazze hai portato qui? Dico ironicamente sorridendo J: in verità sei la prima.. Dice lui ghignando Lo guardo sorridendo sorpresa.
J: vieni qui Mi dice avvicinandosi ad un divano con sopra delle coperte pulite D: queste le hai messe tu? J: si Dice sorridendo
J: forza vieni Mi appoggio al suo petto e cominciamo a parlare, parlare ancora e ancora. Mi rendo conto lì che Jacob non era un ragazzo cattivo come tutti dicevano, lui...odiava essere odiato... Ci continuammo a guardare per oltre 1 ora.
Fino a che non mi mandó Alice dicendomi che mi aspettava sotto casa per mezz'ora.
Li mi sento molto in colpa così cerco di sbrigarmi ad andarmene. D: Jake sono una pessima amica mi devi accompagnare a casa adesso. J: perché? D: mi aspetta Alice da oltre mezz'ora Lui sbuffa e si alza dal divano senza togliermi gli occhi di dosso per un secondo J: prima di andarcene però.. D: Jake.. J: perderemo soltanto un minuto D: che vuoi fare? Jake prende da terra un pezzo ti mattone, rotto, con una punta abbastanza fina D: non è il momento di fare il muratore J: vieni qui Dice mettendo la punta del mattone verso il muro D: ma... che fai? Con il mattone Jake segna la sua iniziale e poi mi guarda. Io rido, avevo già capito cosa volesse, così lo accontento. Prendo il mattone e segno anche io sul muro la mia iniziale.
D: devo dire la verità è stata una bella idea.. J: perché? D: perché così, quando io ti mancherò e verrai qui, starai molto male per la malinconia Dico sorridendo prendendolo in giro Lui annuisce ridendo e cominciamo ad uscire da questa villetta.