Capitolo 46- Dati Museo

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Kail pov

Ci avviammo per andare al museo, Toxic prendeva appunti della mappa, Mike contava le guardie, il tipo le armi che avevano, Nick le telecamere e io pendevo conto delle persone che ci sono solitamente di media a visitare il museo.

Non appena entrammo ci chiesero i documenti e il nome.

Guardia (g): "nome?"

"Kail Davidson"

G: "Puoi entrare, nome?"

N: "Nick Soot!"

Giustamente, con un cognome così,  la guardia controllò se aveva armi o esplosivi poi lo fecero entrare.

G: "Prossimo?"

T: "Toxic Jacobs"

G: "Passa, altri?"

M: "Mike Boo"

G: "Oh salve Boo! Vada pure, come sta suo padre?"

M: "Bene grazie"

Eh... quando sei figlio di uno famoso.

In quel momento arrivò il momento che tutti aspettavano.

G: "Lei? Nome?"

X: "Noah.."

G: "Puoi dirmi il tuo cognome Noah?"

Noah: "Noah Eret"

Eravamo tutti abbastanza confusi.

"Noah Eret?" Chiesi confuso.

G: "Eret?! Sei il  figlio?!"

Noah: "A quanto pare."

G: "Posso chiederti per curiosità chi è tua madre?"

Noah: "Oh, è una donna volpe."

G: "Capisco, come penso capirai devo controllare se sei armato"

Noah: "Faccia pure"

Dopo la persecuzione entrammo tutti quanti.

"Noah..."

No: "Che vuoi"

"Perché non ci hai detto il tuo nome?"

No: "Non mi piace essere associato a mio padre"

"Come mai?"

No: "Sapessi."

Feci spallucce.

"Perché era lgbt+?"

No: "Certo che no pure io lo sono"

Mi sentii arrossire.

No: "Più che altro perché vengo considerato "potente" per nulla"

"Capisco.."

No: "Pensavi che ero omofobo?"

"Certo che no dato che mi hai baciato più volte."

No: "Beh non me ne pento... Hai le labbra morbide."

Ridacchiai

"Baci bene"

Noah rise e alzò un sopracciglio, posò una mano sulla mia spalla.

No: "Vuoi un bacio?"

"No grazie."

Ridacchiai rosso.

M: "Quando avete finito piccioncini iniziamo.

No: "Oh scusate!-"


Dopo di che iniziammo, ci vollero in tutto 40 minuti, dopo di che, tornammo a casa.

Le guardie erano 10

Le armi custodite 30

La gente erano circa 100 persone, non molte.

La struttura era di 200 metri quadrati (NON C'È M 2PICCOLO CHE ODIO)

E, in fine, le telecamere avevano punti cechi ed erano solo 1 per angolo.

Tornammo ognuno a casa, io con i dati.

Noah decise di accompagnarmi.

Per tutta la strada chiacchierammo, era simpatico.

Prima di bussare alzai la testa.

"Beh, io devo andare, ci vediamo domani?"

No: "Come vuoi tu... Vuoi che ci vediamo?"

Mi sentii arrossire.

"Perché no"

Noah sorrise, posò una mano sulla mia spalla e si avvicinò di più a me.

Mi alzò il ciuffo guardandomi gli occhi, mi sentivo in imbarazzo.

"Sono brutti, non è vero?"

Noah scosse la testa.

No: "Sono di due colori diversi.."

"Appunto..."

No: "Amo le cose diverse dal normale"

"Beh i tuoi sono completamente neri, rarissimi!"

No: "Ma non sono sicuramente verdi e marroncino chiaro Kail"

Nel momento in cui pronunciò il mio nome sobbalzai un po', raddrizzai la schiena e mi venne la pelle d'oca. Aveva una pronuncia molto americana.

"Sai è un cel nome Noah ora che ci penso"

No: "Grazie cucciolo"

Mi alzò il mento accarezzandomi il labbro con la mano destra.

Ridacchiai.

"Che fai?"

No: "Mh dipende da cosa vuoi che io faccia..."

Arrossii.

"Devo andare a casa, è tardi."

No: "Buona notte cicciolo"

Ridacchiai.

"Notte Daddy" dissi ridendo.

Non lo avessi mai fatto.

Mi baciò, non come fa di solito a stampo.

Era un bacio con la lingua.

Grazie a Dio posai il gomito sul campanello, cosa che lo obbligò a staccarsi.

Lo salutai ed entrai in casa, devo ammettere che bacia sempre meglio.

G: "Che hai? Sei un peperone."

"Fa caldo.."

D: "Ci sono meno 2 gradi"

"Ah"

"Cazzo"

D: "Informazioni?"

"Eccole"

Gli diedi il foglio.

"Noah sarebbe un'ottima spia..."

Papà alzò un sopracciglio.

G: "Perché?"

"È il figlio di Eret"

Gli occhi di Dream si illuminarono a questa informazione, spalancò perfino le ali.

D: "Oh. Buono a sapersi..." fece quel suo solito sorriso manipolativo felice.

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