Capitolo 8- Fraintendimenti

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Tubbo pov:

Me ne stavo impalato davanti alla porta, ormai conosco Ranboo benissimo e sapevo che c'era qualcosa che non andava. Era silenzioso e camminava a una distanza discreta da... me... Mi avvicinai a lui e lo guardai, sembrava nervoso. "Ranboo... Stai bene? Ti vedo strano..." dissi con un filo di voce, nel mentre nevicava pure.
Ranboo non mi rispose, mi guardava con uno sguardo un po' freddo.
Dopo qualche minuto si limitò a dire un semplice: "Sì, ci si vede in giro" Detto questo girò i tacchi e se ne andò. Lo seguii senza farmi notare, mi sentivo che stava per fare qualcosa di sbagliato. Ranboo semplicemente andò a casa sua, era strano, camminava a stento e ogni tanto una lacrima scendeva a sulle sue delicate guance. Prima che entrasse in casa corsi da lui e lo abbracciai da dietro, era più forte di me non potevo vederlo così nascosto dietro un cespuglio.

Ranboo pov:

Stavo tornando a casa, continuavo a pensare cosa avessi di sbagliato. Una parte di me mi diceva che Tubbo aveva detto quelle parole per far smettere Tommy di dire quelle cose, l'altra invece... Mi diceva che si era stancato di me, che mi odiava e che uno stupido enderman non sarà mai nulla per lui. Sinceramente i miei pensieri assecondavano la seconda, credo di conoscere Tubbo ma tutto potrebbe essere. In tal caso sarebbe colpa mia. Colpa mia che mi sono fidato di lui. Colpa mia che gli ho mostrato il mio lato dolce. Colpa mia di aver prodotto i suoni che lo hanno portato a me quel maledetto giorno di primavera 3 anni fa. Speravo di aver sentito male, speravo di sbagliarmi e di aver solo frainteso ma sapevo non era così. Ero arrivato difronte casa, senza rendermene conto avevo iniziato a piangere come uno stupido bambino. Sulle mie guance scendevano lacrime viola, nemmeno quelle aiutavano. Invece di far uscire il male come dovrebbero mi facevano solo ricordare che facevano parte del mio essere un mostro quelle maledette lacrime viola. Stavo per aprire la porta di casa quando arrivò lui. Mi abbracciò da dietro, come non riconoscerlo... Infondo stiamo parlando del mio migliore amico. "T-Tubbo?" Balbettavo, non avevo il coraggio di parlare. "Sei uno stupido... Non avrai mica creduto a quello che ho detto?!" Sorrisi a fatica, la parte di me che mi diceva che mi odiava era sparita, ora dentro di me c'era solo il desiderio di stringere quella carpetta a me e non pensare ad altro. Solo me e lui, io e il mio migliore amico, Tubbo.

Dopo qualche minuto di abbracci realizzai che era buio e non era sicuro stare fuori casa. "Vieni, entra non puoi tornare a casa con il buio."



Tubbo pov:

Ranboo aprì la porta e entrai, dietro di me c'era Ranboo. La casa era piccola. Era fatta di un normale legno e parecchie decorazioni nere e viola. Vidi una signora in cucina, aveva i capelli neri, degli occhi viola e delle delicate lentiggini come Ranboo. Indossava una gonna viola e una maglia nera mentre cullava una bambina di 5 anni a giudicare dall'aspetto. La bambina aveva una ciocca di capelli biodi in mezzo ai ricci capelli neri, occhi verde fosforescente e indossava un'adorabile vestitino verde, carinissima. Ranboo baciò la guancia della singola e accarezzato i capelli della bambina.

R: "Ciao mamma"

Signora: "Ranboo Ranboo Ranboo... Tu se non mi fai prendere infarti non sei contento è? Dove eri?!"

R: "Uh ero in giro con un mio amico, tranquilla"

Signora: "La prossima volta torna in orario, non voglio che torni con il buio chiaro?"

Ranboo annuì.

In quel momento la bambina mi notò, mi sorrise e scese dalla mamma per correre da me. Mi abbracciò ma essendo mooooooooooolto bassa mi arrivava poco sopra il ginocchio. Ridacchiai e la presi in braccio, non mi aveva mai detto Ranboo di avere una sorella. "Ranboo non mi avevi mai detto di avere una sorellina"

R: "Uh non c'era mai stato un discorso per dirlo"

La signora mi guardò e sobbalzò, mi guardava come se fossi un'assassino.

S: "Lascia mia figlia"

"Uh ok?" Posai la bambina sul divano a pochi metri ma lei ritornò ad abbracciare la mia gamba.

S: "Su Charlotte vieni qui, Ranboo lui chi diamine è?! È un umano!"

Ranboo: "Lo so che è un'umano mamma ma mi fido di lui, ci conosciamo da anni e anni e è il mio migliore amico, parla perfino ender."

S: "Ti avevo detto di non uscire mai dalla foresta signorino!"

R: "Infatti lo ho incontrato lì"

Non sapevo che dire- ora capivo cosa intendeva mio padre con la frase 'se mai dovessi incontrare la sua famiglia fa attenzione, gli umani per loro sono cacciatori senza cuore'. Mi avvicinai a Ranboo e lo abbracciai, avevo le orecchie basse, mi sentivo un po' in colpa per tutti gli enderman che avevo visto morire. Ranboo mi abbracciò. Scodinzolava, questa mi era nuova. La madre alla vista di Ranboo felice iniziò a fidarsi.

Passai tutta la sera a casa di Ranboo, infondo la madre era anche simpatica una volta che la conoscevi.

Ero sdraiato nel letto di Ranboo a leggere un libro con lui, ha una libreria enorme (rigorosamente in ender)

Ranboo era sdraiato accanto a me mentre mi coccolava, era talmente rilassante che inutile dire che mi addormentai tra le sue braccia in pochi secondi.

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