Capitolo 17

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«Sai cosa?» rimango in silenzio per una manciata di secondi. «Io non ho più nulla da dirti. La mia versione dei fatti la sai più che bene ma tu hai preferito rimanere in silenzio senza dirmi la tua o confrontandoti. Tu non vuoi più avere nulla a che fare con me? Me ne farò una ragione.»

Senza dire altro, ed asciugandomi le lacrime e le guance col dorso della mano, mi allontano da lui e dall'appartamento dirigendomi a casa.
Rimango a testa bassa con i ricordi che corrono nella mia testa come se fossero dei tornado.
"Tutto ciò non ha senso..." sospiro tenendo le mani in tasca. "Mi sembra di star vivendo un incubo e non riesco a trovare una via d'uscita. Lui sa benissimo la mia versione dei fatti, perché dovrebbe dubitarne? Non gli ho mai detto una bugia. Questo significa che lui non si è mai fidato ciecamente di me? Ma, quella sera, sembrava il contrario." mi fermo per strada, volto lo sguardo verso la spiaggia e mi avvicino ad essa.
Tolgo le scarpe tenendole per mano ed affondo i piedi nella fredda sabbia causandomi un brivido spiacevole lungo la spina dorsale. In fretta mi rimetto le scarpe e mi avvicino al bagnasciuga, mi metto seduto a gambe incrociate a pochi metri da essa ascoltando il rumore delle onde marine lasciando che calmino la mia anima ed il mio cuore.
Chiudo gli occhi facendo dei respiri profondi godendomi quella piacevole sensazione.
"Per me non ha più senso rimanere qui... non posso. Ho causato troppi problemi ai miei amici..."
Estraggo dalla tasca il cellulare con gli auricolari, li collego ad esso e la prima canzone che parte dalla mia playlist è: "Blue & Grey" dei BTS.
"Perfetta. È triste al punto giusto." sospiro, alzo il volume al massimo e rimango in silenzio ad osservare il mare.

Svariate canzoni dopo, sento qualcosa ticchettarmi la spalla facendomi sobbalzare di colpo.

«Chi è?»

Esclamo scattando in piedi, mi volto verso la persona e faccio un profondo sospiro di sollievo togliendomi le cuffie.

«Ah... sei tu. Mi hai fatto prendere un colpo.»

La persona di fianco a me sorride e si siede nuovamente sulla sabbia.

«Lo so, è stata quella la parte divertente.»
«Comunque che vuoi Hitoshi?»
«Volevo sapere come stavi.»
«Alla grande, non lo vedi da te?»
«Io ho sentito la discussione che avete avuto di fronte alla porta.»
"Cazzarola..."
«Ah...»
«Già...» mormora annuendo. «Secondo me hai fatto bene.»
Porto l'attenzione su di lui incredulo.
«Tu credi?»
«Sì.» annuisce. «Anche io avrei reagito in maniera simile se fra me e Denki fosse successa una cosa del genere.»
Sorrido intenerito dalla sua affermazione.
«Quindi con Denki è proprio ufficiale, eh? Ne sono davvero felice.»
«Sì, lo è. Ascoltami è giusto che tu ti sia sfogato, ora che gli hai confessato i tuoi sentimenti sa che tu non gli hai mentito.»
«Ma questo non cambierà le cose...»
«Perché dici questo?»
«Lui continua ad insistere su quella dannatissima telefonata. Insiste continuando a dire che è stata colpa mia se è successo tutto ciò...» sospiro. «Però non vuole dirmi da chi è stata fatta. Lui quello che so io, lo sa, se non mi crede sono affari suoi.»
«Quindi è morto tutto prima che potesse ancora nascere...?»
«A quanto pare sì...»
«Ora cosa hai intenzione di fare?»
Abbasso lo sguardo sulla sabbia e ci giocherello passando l'indice su di essa.
«Me ne torno ad Osaka...»
«COME HAI DETTO PREGO?!»
Esclama facendomi sobbalzare.
«Che cazzo ti gridi?!»
«Chissenefrega se grido, qui si tratta di te! Perché te ne vuoi tornare ad Osaka?!»
«Ti vuoi calmare?!» sbotto. «È le decisione migliore.»
«Ma perché?»
«Se lui non vuole parlare con me è inutile continuare a lottare, poi questa situazione ha portato tensione al nostro gruppo e a me dispiace.»
«Okay, capisco che ti dispiaccia ed io sono perfettamente d'accordo con te ma non mi sembra la motivazione giusta per tornarsene ad Osaka.»
«Invece per me è più che giusta. E poi, devo preparare le cose per l'università, non voglio ridurmi all'ultimo.»
Hitoshi ascolta ogni mia parola per poi sospirare rassegnato.
«In quale vai?»
«Quella che avevo già deciso a giugno.» replico. «Prima di partire mi era arrivata la lettera dove comunicavano che ero stato ammesso. Finita quella potrò seguire il mio sogno da illustratore.»
«E quando vuoi partire?»
«Domani.»
Il mio amico viola crinito scatta in piedi come se fosse stato punto da uno spillo.
«DOMANI?!»
«Sì...»
«E NON VUOI AVVISARE GLI ALTRI?!»
«Puoi faro tranquillamente tu quando torni, no?»
«Te ne vuoi andare senza salutare?»
«Certo che no, sarebbe da maleducati. Soprattutto nei confronti di Aizawa e Yamada che mi hanno trattato come uno di famiglia.»
«Bene. Vediamo se ho afferrato: tu ti sei dichiarato ad Hanta ma lui non vuol sentire ragioni, così adesso te ne vuoi tornare a casa per poter preparare l'occorrente per l'università e salutarci tutto domani mattina. Mi sono perso qualcosa?»
«No.» scuoto il capo. «Hai riassunto tutto alla perfezione.»
«Sicuro che non vuoi pensarci su? Almeno per stanotte.»
«Sono più che sicuro Hitoshi.» alzo lo sguardo verso di lui. «Sai come si dice, no? "Lontano dagli occhi, lontano dal cuore.
Il mio amico fa un profondo sospiro rassegnato. Mi conosce troppo bene e quindi sa che quando decido una cosa è difficile farmi cambiare idea.
«Se non ti conoscessi proverei a farti cambiare idea.»
«Ma non lo fai perché mi conosci.»
Ci guardiamo e ci sorridiamo a vicenda.
«Ti conosco fin troppo, testa di cazzo
Alzo un pugno ed aspetto che lo colpisca col suo.
«Preparati a portarti sulla coscienza le lacrime di Mina.»
Mi minaccia alzandosi e pulendosi i vestiti dalle sabbia.
«Sarò più che pronto.»

Dopo quella chiacchierata con Hitoshi sono tornato dai miei fratelli che, appena mi vedono, mi sorridono entusiasti.

«Ehi Shoto, sei tornato abbastanza presto dai tuoi amici. Pensavo tornassi più tardi.»

Mi saluta Fuyumi al quanto sorpresa dopo aver dato un'occhiata all'orologio.
Li raggiungo sul divano e mi lascio cadere come un enorme e pesante sacco di patate tra di loro.

«Tutto bene...?» domanda Natsuo.
Sospiro e senza rispondere guardo il noiosissimo programma che stanno trasmettendo alla televisione.
«Tesoro...» Fuyumi sposta delicatamente il mio viso. «... è successo qualcosa con i tuoi amici?»
«No...» mormoro evitando il suo sguardo.
«Lo so benissimo che mi stai dicendo una bugia. Rispondimi sinceramente, per favore.»
Sbuffo e la guardo negli occhi.
«Domani me ne torno a casa.»
Alla mia affermazione rimangono entrambe colti di sorpresa.
«A casa...?»
«Sì.» annuisco. «Faccio le valigie e domani me ne torno ad Osaka. Devo preparare le cose per l'università e non voglio ridurmi all'ultimo momento.»
«Questa mi puzza di bugia.» sorride Natsuo. «Dicci veramente perché vuoi andartene.»
Passo più volte lo sguardo da Fuyumi a Natsuo per poi chiudere gli occhi e sospirare.
"Tanto vale dirglielo, sanno già tutta la storia..." penso mettendomi a gambe incrociate.
«Sapete che io ed Hanta non ci parliamo già da un po', giusto?»
Inizio la conversazione.
«Sì, e non si capiva il perché.»
«Ecco. Stasera Mina mi aveva chiamato per cercare di capire se io ero riuscito a capire il perché di tutto questo, ma io non ho la più pallida idea del perché abbia cambiato radicalmente atteggiamento.»
«Quindi cosa è successo?»
«Quindi me ne sono andato e l'ho trovato di fronte alla porta d'ingresso che stava entrando.»
«Ah-ah. E poi?»
Faccio un profondo respiro per raccogliere tutto il coraggio.
«Lui ha detto che voleva parlare, così io ho colto l'occasione per sfogarmi su tutto il dolore che mi aveva causato ed ho finto per confessare i miei sentimenti per lui.»
«Aaaw, che cosa tenera!» esclama Fuyumi. «Se ti sei confessato perché vuoi andare via?»
«Perché lui è convinto che la telefonata che gli ho fatto è stata organizzata da me! Crede che io ho finto di provare qualcosa per lui e prenderlo in giro!» sbuffo. «Mi ha detto anche una cosa tipo: "Se i tuoi sentimenti sono sinceri, Dimmi che tu non hai nulla a che fare con quella telefonata." ma io mi sono stancato. Non vuole credermi.»
Fuyumi mi avvicina a sé stringendomi in un caloroso abbraccio.
«Oh, tesoro... ma non c'è bisogno di fare così, vedrai che riuscirete a riappacificarvi e tutto tornerà come prima, okay? Devi solo lasciare che il tempo aggiusti le cose.»
Sciolgo l'abbraccio e mi alzo dal divano in modo da poterli guardare in faccia.
«Se è vero che il tempo aggiusta le cose, allora la cosa migliore è che io me ne torni ad Osaka e che lui resti qui a capire se sono sincero od un bugiardo.»
Però, a giudicare dalle loro espressioni, non sembrano al quanto felici della mia idea.
«Io però Shoto, non intende-...»
«Non ha tutti i torti, in fondo, la soluzione gliel'hai fornita tu.»
«Ma io non volevo dire questo Natsuo.»
«Allora cosa intendevi?» ridacchia. «Hai letteralmente detto: "Lascia che il tempo aggiusti le cose.", una persona come lo dovrebbe interpretare? Cerca di vedere le cose dalla sua prospettiva: il ragazzo che gli piace, dopo aver fatto sesso con lui ha smesso di parlarci e lo evita in tutti i modi possibili usando come scusa una telefonata che, a detta sua, sembra essere stata fatta sotto richiesta di Shoto. Noi sappiamo bene che non è successo perché Shoto è stato con noi tutto il giorno e non ha guardato il cellulare, ma lui non gli crede. È ovvio che lui si sia scocciato e gli abbia detto: "Se vuoi credermi, bene, se no, amen.".»
«Non gli ho detto proprio così, ma il succo era quello...» lo correggo.
«Separarsi non è proprio un male, Fuyumi. Può finire in due modi: o capisce che lui non è bugiardo oppure resterà convinto della sua idea.»
«Non riesco a sopportare tutta quella tensione quando usciamo insieme. Non me la sento di restare qui.»
«E come facciamo con il cibo ed i vestiti? Non puoi aspettare?»

Tra il caldo del sole e il freddo del cuoreWhere stories live. Discover now