×Chapter 8×

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Non riusciva a smettere di correre, aveva il cuore accellerato così come il respiro. Gwen sapeva che se si fosse fermata non avrebbe avuto scampo, quindi corse fino alla casa più vicina, quella di Beverly. Salì le scale del palazzo arrivando alla porta, premette il tasto del campanello e aspettò cercando di riprendere fiato.

Alvin Marsh si alzò dal divano sbuffando, avrebbe odiato chiunque diavolo fosse a quell'ora, aprì la porta già con un'espressione arrabbiata pronta in volto. Non appena vide la ragazzina, sentì sua figlia urlare dal bagno e si arrabbiò ancora di più.

Infatti qualche minuto prima che Gwen girasse l'angolo, Beverly si ritrovò in bagno con una cartolina in mano. La trovò sotto il letto e prima di leggerla si chiuse nel bagno per evitare che il padre la vedesse. Si lasciò scivolare lentamente nella vasca da bagno vuota e iniziò a leggere: "Brace d'inverno, i capelli tuoi, dove il mio cuore brucia." 

Il suo primo pensiero si rivolse al viso di Bill... perchè pensava fosse stato lui? E se fosse stato lui? Non sapeva che pensare ma si sentiva felice dopo tanto tempo... mentre rifletteva chiusa nella sua bolla, sentì un rumore strano, spostò lo sguardo verso il lavandino.

"Beverly..." no non era possibile "Beverly, aiutami..." si alzò lentamente dirigendosi verso il punto da dove proveniva quella voce, lo scarico del lavandino. "Aiutaci Beverly... tutti galleggiamo qui giù..." La ragazza non si fece prendere dal panico "Chi sei?" Chiese guardando giù per quel tubo buio, le risposero ma sentì un mucchio di nomi tutti una volta, tra cui quelli di Betty Ripsom e Giorgie...

Le voci continuavano a parlarle, le sentiva cambiare sempre di più convinta fosse tutto nella sua testa... o forse no. Andò in soggiorno, rubò un metro a suo padre, uno di quelli che si allungano all'infinito, e tornò in bagno senza chiudere a chiave. Iniziò a far scivolare il metro lungo le tubature del lavandino, continuava a farlo scendere fino a quando non si bloccò seguito da una risatina.

In quel preciso momento iniziò a farlo risalire e quello che vide era la roba più disgustosa e da volta stomaco che si fosse mai ritrovata davanti, eppure le avevano fatto un bagno di spazzatura non molto tempo prima. Osservò inorridita ciò che era attaccato all'estremita del metro, solo dopo capì che erano capelli misti a del sangue... sangue.

Non ebbe nemmeno il tempo di sentirsi male che all'improvviso una specie di tentacolo l'afferrò. Iniziò ad indietreggiare ma continuava ad essere tirata verso lo scarico da innumerevoli tentacoli che altro non erano capelli.

Urlò con tutta la forza che aveva in corpo ma niente, venne afferrata per il collo e in seguito per tutto il corpo. Quando si trovò con la testa dritta sullo scarico, sentì qualcosa risalire dalle tubature, e poi lo vide... all'improvviso scoppiò una fontana di sangue per tutto il bagno.

Beverly riuscì a sfuggire dalla presa e cadde a terra, si trascinò verso il muro mentre tremava sotto una poggia rossa che aveva ricoperto ogni singolo angolo di quella stanza. Dal pavimento al soffitto, dalla porta alla finestra, fu allora che il padre e l'amica la sentirono urlare.

Gwen entrò abusivamente in casa, dopo aver sentito l'amica, correndo dietro l'uomo che si era appena bloccato sulla soglia di una porta, entrando trovarono la ragazza seduta contro al muro, immersa in una pozza rossa che puzzava di ferro. Tutto il bagno era sporco di sangue, dal soffitto al pavimento, pieno di sangue.

Le due erano sconvolte, ma se gli occhi scrutavano il viso dell'uomo... c'era solo confusione, non capiva cosa avessero da urlare e respirare così fastidiosamente quelle ragazzette "Che diavolo succede? Bevvie?" La rossa tentava di mantenere la calma il più possibile "Il... il lavandino... t-tu, tu non lo vedi...? È p-pieno, il sangue..." il padre si avvicinò "Quale sangue?"

Gwen lanciò un'occhiata alla rossa che tremava "Lei non... non lo vede??" L'uomo guardò entrambe "Che razza di scherzo è questo?" Poi si rivolse alla figlia "Tu mi preoccupi Bevvie, mi preoccupi tanto..." fece una breve pausa "Che hai fatto ai capelli..." si alzò e spostò la bruna per uscire "Ti fanno sembrare un maschio." Prese Gwen per un braccio e si chiuse la porta alle spalle, lasciando Beverly da sola.

"Come fa a non-" "Fuori da casa mia." Aprì la porta d'entrata e scaraventò la ragazza fuori sul pianerottolo. Gwenda cercò di rientrare ma fu inutile, era terrorizzata e preoccupata per la sua amica, non sapeva cosa stesse succedendo ma almeno non era più la sola a pensare di essere pazza.

Non tornò a casa, era sera così si avvicinò ad un telefono pubblico pregando di avere qualche spicciolo. Dopo aver chiamato la madre a lavoro dicendole che sarebbe andata a dormire da un'amica, si mise girovagare fino a sedersi su una panchina di fronte al cinema.

Le pesavano le palpebre e iniziava a vedere le luci dei lampioni sfocate, "No, non devo." Si disse, alzò lo sguardo al cielo per non rischiare di chiudere gli occhi, ma non servì a nulla e collassò con la testa all'indietro.

Aveva combattuto inutilmente contro i suoi occhi, crollando totalmente sulla panchina. Stava sognando e non era un bel sogno, ma in lontananza sentiva qualcosa, anzi qualcuno che la stava chiamando. Mano a mano i sensi iniziarono a risvegliarsi e si trovò di fronte delle lenti enormi conndietro occhi altrettanto enormi.

"OH!" Gwen urlò portandosi le mani in faccia e il ragazzo sobbalzò "Scusami, non volevo spaventarti" lei guardò Richie da dietro le dita premute sul viso, lentamente si rilassò ed emanò una risatina "Tranquillo... mi sveglio spesso così" il ragazzo sbuffò "Su una panchina alle 11 di sera davanti al cinema?" "Che ora è scusa?! Le 11??" Richie annuì lentamente con un po' di paura addosso dato che l'amica stava assumendo uno sguardo da pazza.

Lei non disse più niente infatti, ma fece uno scatto alzandosi, e iniziò a camminare velocemente verso casa, silenziosamente pregando di trovarci soltanto i suoi genitori. Richie decise di seguirla e la rincoglionita se ne accorse solo dopo ben 15 minuti, cioè era praticamente arrivata.

Quando si rese conto che qualcuno era dietro di lei, si girò di corsa con una brivido lungo il collo "Ah ma sei tu!? Dio che ansia ma non hai nessun'altra da seguire??" Richard sorrise "No sta notte ho deciso che sarai tu a morire" lui si mise a ridere ma Gwen non accennò nemmeno ad un risolino "Ehm... io scherzavo, lo sai vero?" "Certo che lo so, solo che non mi sento in vena di scherzi Richard." Detto questo aprì la porta di casa e se la chiuse alle spalle.

Il povero ragazzo non sapeva che pensare in quel momento, anzi stava iniziando a credere che quella psicopatica facesse uso di sostanze stupefacienti, altrimenti non saprebbe come spiegarsi tutti quei comportamente strani... a partire dal dormirs sulle panchine fino ad arrivare al sudore lungo il viso quando non aveva fatto alcuno sforzo.

Nel frattempo Beverly chiamò d'urgenza tutte le amiche ad una ad una, chiese di convocare tutti quanti per il giorno dopo e disse che aveva una notizia sconvolgente pregando di crederle in anticipo. Non sapeva come spiegarlo a parole, così decise di non pulire nulla e aspettare al giorno dopo.

Immersa dallo shock aveva notato che Gwen poteva vedere ciò che vedeva lei, così si chiese se anche gli altri potevano o erano solo loro due a dover essere rinchiuse in un sotterraneo di un ospedale.




Sono in ritardo di qualche anno ma alla fine ho pubblicato🙃

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⏰ Última actualización: Apr 20 ⏰

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