9 - Ribellione

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Bartemius Crouch senior spalancò la porta della stanza del figlio furiosamente. Video Barty sobbalzare e nascondere qualcosa sotto il cuscino dopo tutta fretta. Non aveva idea di cosa stesse nascondendo ma immaginava che non gli sarebbe piaciuto.

Mesi fa gli aveva proibito di frequentare Black e la combriccola pazza della sua famiglia, e da un collega era venuto a sapere che invece Barty li frequentava più di prima. Quelle parole le trovò inaccettabili, ma ancora peggio sapere che suo figlio gli aveva disubbidito e che faceva le cose di nascosto.

“Dammi qualunque cosa tu stia nascondendo!” gli ruggì mentre lo sollevò di peso dal letto.

“Lasciami! Non hai diritto di entrare così in camera mia!”

“Sono tuo padre e questa è casa mia, ho il diritto eccome!” agguantò il cuscino scoprendo la statuina di piombo che Antheo aveva dato a Barty durante uno degli ultimi incontri tra Mangiamorte. La presenza con la sua mano grossa, e per quanto Barty cercasse di recuperarla, il suo braccio restava in aria per impedirgli di prendere la statuina.

“Cosa diavolo è questa?!”

“Un regalo di un mio amico! Ci tengo molto e non ti permetterò di portarmela via!!”

“Un tuo amico eh? E chi è? Black, quello scellerato? Oppure qualcuno della sua compagnia, o magari…”

“Suo cugino Antheo! È solo un bambino e mi vuole bene!”

Bartemius scoppiò in una fragorosa risata, non poteva credere che suo figlio si fosse fatto amico un moccioso, poi di quella cerchia di certo non ne sarebbe uscito nulla di buono. Non voleva pensare che Barty avesse a che fare con quelle persone tanto orribili, non voleva credere che anche lui fosse coinvolto in quegli attentati.

“Ti avevo espressamente detto che non volevo che avessi niente a che fare con quelle famiglie! Ed ora scopro che addirittura gli fai da Babysitter?! Che ne è del buon nome e dell’onore della nostra famiglia se poi ti abbasso a tanto?!”

“Preferisco abbassarmi a questo piuttosto che essere considerato solo per una questione di vanto dalla mia famiglia!!” sbraitò Barty afferrando la statuina. I Lestrange avevano ragione: Rabastan, Rodolphus, Bellatrix, perfino Regulus che era un Black gli diceva le stesse cose ormai da mesi, un anno intero, non doveva più farsi mettere i piedi in testa da suo padre, che mai si era dimostrato tale: “Ma non capisci per quale motivo sto facendo tutto questo?! Non capisci perché ti disubbidisco?! Perché sono stanco di essere considerato come se non ci fossi! Tu mai una volta sei venuto a vedermi giocare a quidditch, e i voti? Nemmeno me li chiedi! Tu non mi guardi, non mi parli, non mi consideri! E stupida la mia povera madre che cerca sempre di difenderti anche quando non lo meriti!!”

“Non parlare così di tua madre e non alzarmi la voce contro”

“Io ti parlo come voglio, ora non ho più paura di te come una volta, non resterò un minuto di più a sopportare quest’oppressione che mi riservi sempre!”

“Figliolo, non è vero che ti trascurò, io faccio tutto solo per te”

“Non è vero!” Barty nemmeno più sentiva il mondo intorno a lui, talmente era fumante di rabbia. Per la prima volta stava finalmente vomitando tutto quello che aveva trattenuto per quindici lunghi anni, ora non avrebbe sopportato oltre quelle azioni deludenti da parte dei suoi genitori, di sua madre con i metodi troppo morbidi, suo padre con la sua assenza palese. Ma cosa ne voleva sapere? Non era lui quello emarginato a scuola, non era lui che doveva sopportare le prese in giro e le lamentele per delle decisioni che agli studenti non andavano bene.

Famiglia acquisita || Barty Crouch Jr COMPLETATADonde viven las historias. Descúbrelo ahora