14 - Prigionia

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La prigione di Azkaban era forse il luogo più umido e gelido che potesse esistere, nonché il luogo dove nessuno avrebbe mai voluto essere. Molti criminali folli e spietati venivano rinchiusi a vita e minacciati dalla continua presenza dei Dissennatori che pascolavano per il cielo grigio e pattugliavano sovente i corridoi cibandosi dei ricordi felici dei poveri detenuti. questo era tutto quello che vedeva Barty da ormai un anno intero: nient'altro che disperazione celata dalla follia e la troppa sicurezza che criminali e Mangiamorte esibivano ogni giorno.

Che cosa aveva sperato? la via dell'oscurità vuole un prezzo sempre e comunque e solo lei decide se sei all'altezza  meno. E a quanto pareva Barty non era stato all'altezza delle sue aspettative e prima gli aveva dato il contentino, poi lo aveva calpestato con la sua furia. Si era sentito accettato da qualcuno a scuola che lo aveva portato in un ambiente dove finalmente si era sentito libero; aveva dato prova della sua reale forza e determinazione e in poco tempo aveva visto tutto sfumare per colpa di un piano finito male, solo per cercare di recuperare quello che era stato perso.

Bellatrix non faceva altro che invocare il nome di Lord Voldemort dandogli una fiducia che in quel momento era troppo utopica, lui non sarebbe mai venuto a liberarli, non in quel momento, non era venuto prima e perché avrebbe dovuto farlo adesso?

Ogni tanto Barty buttava l'occhio su Rodolphus, che ancora non si capacitava dell'esistenza che aveva riservato al figlio, che ora era al suo quarto anno di Hogwarts e non era protetto da suo padre né da sua madre. Sperava che almeno suo padre e i Malfoy lo trattassero bene e che non gli facessero mancare nulla.

Ad un tratto sentirono dei passi dirigersi verso la cella di Barty, alcuni più deboli, altri sicuri e pesanti - che lui riconobbe subito -

Non ci misero molto ad arrivare davanti a lui: suo padre - se così ancora poteva definirlo - e sua madre erano proprio lì davanti. Ma perché erano venuti? Bartemius non ne voleva più sapere del figlio e la moglie era praticamente in punto di morte. Vide suo padre fare cenno di aprire la cella ad un Auror, dicendo che era solo per una visita di cortesia come ultimo desiderio di sua moglie e che Barty non avrebbe dato problemi. L'Auror, seppur titubante, aprì la cella e la madre si fiondò tra le braccia di Barty stringendolo con la poca forza che gli era rimasta.

"Mamma... ma che fai qui? Sei troppo debole per un posto del genere. Vai a casa e riposati"

"Io non ho più niente da perdere in questo mondo, quindi voglio almeno salvare il sangue del mio sangue" disse sottovoce ma risoluta. Portò Barty in un angolo e gli mostrò una fiala contenente una pozione. Gliela diede e si strappò un capello: "Bevi questa e vai a casa"

Barty capì immediatamente quello che sua madre voleva fare e cercò di trattenere le lacrime: sua madre non poteva seriamente decidere di passare quell'inferno per colpa sua, non poteva seriamente invertire i ruoli e morire sotto atroci sofferenze solo per un amore materno che lui alla fine non  meritava. Ma sua madre era quanto più convinta e nessuno l'avrebbe dissuasa dal suo desiderio.

Prese un capello da suo figlio e tirò fuori una seconda fiala di pozione, poi lo mise dentro e la bevve in un sorso solo, quasi rimettendo per il sapore: "Adesso... appena le nostre trasformazioni saranno complete, tu seguirai tuo padre fino a casa. Io sto per morire tesoro mio, ma voglio che almeno tu torni a casa"

"Mamma... no..."

Le trasformazioni ci misero poco a completarsi, e Barty vide sua madre entrare nella sua cella ed essere trattata come avrebbe dovuto essere trattato lui. Non poté nemmeno reagire, avrebbe destato sospetti e mancava solo che quel piano rischioso venisse sventrato sul nascere. Ti voglio bene mamma, pensò prima di smaterializzarsi con suo padre a casa.

Famiglia acquisita || Barty Crouch Jr COMPLETATAWhere stories live. Discover now