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•5.00 am•

Guardo fuori dalla finestra il sole che sorge sulla città.
Bevo un sorso di caffè.
Guardo dietro di me.
Dylan non è con me questa mattina, come anche ieri e il giorno prima. Abbiamo deciso di non vederci più. C'è chiaramente attrazione fisica tra di noi, ma non voglio coinvolgerlo nei miei problemi personali più di quanto non sia già coinvolto.

Prendo il telefono.
La settimana scorsa, ho ricevuto una chiamata da una persona che non sentivo da tanto tempo e che, sinceramente, non volevo sentire più.
Voleva sapere come stessi, mi ha chiesto del lavoro, di Will e come fossi finita a lavorare con degli ex compagni di college. "Tu mi vuoi dire che lavori nell'ospedale di John Davis!" mi ha detto, "si..." ho risposto quasi imbarazzata. E poi ecco il motivo per il quale mi aveva chiamato: si sposa e vuole che io vada al suo matrimonio. "Porta John!" mi disse, "tanto te lo porti già a letto!" in quel momento le ho chiuso il telefono in faccia.

Ciò che ha detto su John è sembrato quasi una presa in giro, non capisco perché abbia risposto in quel modo. Non penso andrò al suo matrimonio, nè tantomeno lo dirò a John.

Decido di fare una doccia per rilassarmi. Prendo un po' di tempo per me. Faccio una maschera al viso e preparo la colazione mentre guardo una puntata di una serie.

•7.30 am•

Squilla il telefono. È Dylan. Questa mattina, prima dell'inizio del turno, abbiamo un appuntamento con quel vecchio compagno di college con il quale Dylan si è messo in contatto.
-Sei pronta? Passo da te tra dieci minuti!
Dice
-Dieci minuti?
Chiedo
-So che sei ancora in pigiama! Fai presto!
Dice ridendo.

Entro in camera, indosso un paio di jeans e una camicia. Prendo la borsa ed esco.

La macchina di Dylan accosta al marciapiede
-Buongiorno!
Sorride
-Ciao.
Sorrido
-Andiamo?
Chiede.
Annuisco
-Stai bene?
Chiede
-Si, ma...non ho dormito questa notte...
-Forse perché non ero con te!
Ride
-Dylan ne abbiamo parlato! È meglio che...non andiamo a letto insieme.
Dico.
Dopodiché, nessuno dice più niente fino a quando non arriviamo allo studio dove lavora quest'uomo.
Parcheggiamo nel garage e saliamo al ventesimo piano del palazzo.
La segretaria ci accoglie
-Il dottor Queens sarà pronto a ricevervi a momenti.
Dice.

Ci sediamo nella sala d'attesa. Dylan è accanto a me
-Scusa per prima...
Dico
-Non ti preoccupare.
Dice.
Gli prendo la mano e lui sorride.

-Prego!
Dice la segreteria indicandoci la porta d'ingresso.

Lo studio è grande e c'è spazio per una sala ricevimenti e una sala visite
-Dylan! Quanto tempo!
Dice quello che identifico come Cole Queens
-Ciao Cole!
Dice lui
-Lei è...
Dice Dylan
-...Elizabeth Dawson!
Continua Cole
-Piacere!
Dico
-Prego, sedetevi.

-Quando Dylan mi ha contattato, sapevo che era per qualcosa che riguardava te.
Dice Cole
-Voglio solo delle risposte...
Dico
-Ho detto a Cole dei frammenti che abbiamo trovato, quasi per caso, sotto le tue cicatrici...
Dice Dylan
-Si...
-Mi dispiace per quello che ti è successo...
Dice Cole
-Quella sera in cui sei stata aggredita, io ero di guardia in infermeria. Ricordo che...due persone, un uomo e una donna, sono venuti a chiedere dell'aldol. Mi hanno detto che un professore li aveva mandati perché un ragazzo aveva una crisi e...
-...hai detto un uomo e una donna?
Chiedo
-Si!
Dice lui
-Chi era la donna?
Cole guarda Dylan
-Dylan tu lo sai?
Chiedo
-Ivy Dawson!
Dice Cole
-Mia sorella?
Dico
-Tua sorella?
Chiede Dylan
-Non mi sento bene...devo prendere un po' d'aria!
Dico
-Avvicinati alla finestra!
Dice Cole.
Mi alzo, ma le gambe mi cedono e cado a terra e perdo i sensi.

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