2

466 14 15
                                    

•The Following Day•

La mia sveglia suona, ma io non ho preso sonno questa notte. Faccio una doccia e mi vesto. Bussano alla porta. È un uomo con la divisa dell'hotel
-Buongiorno signorina, volevo informarla che il suo soggiorno è già stato pagato e che provvederemo noi a portare le sue cose nel suo appartamento.
-Pagato?
-Si! Il dottor Davis la aspetta in ospedale.
-Va...va bene.
Dico.

Salgo in macchina e vado in ospedale. Entro nel reparto di emergenza e vedo l'infermiera con cui ho parlato ieri, aspettarmi davanti la porta
-Lei è la dottoressa Elizabeth Dawson?
Chiede
-Si...
-Piacere, Samantha Carter, capo infermiere. Mi segua.

Saliamo al secondo o terzo piano in realtà non so che piano sia. È tutto così uguale. Schematico. Perfetto.
Entriamo in una stanza dove vedo alcuni medici seduti attorno ad un tavolo e poi lui.
-Buongiorno.
Dico
-Vi presento la dottoressa Elizabeth Dawson, lavorerà con noi. Sarà la caporeparto di emergenza.
Dice. Lo guardo. Tutti si girano a guardarmi.
Capo...che? Non mi aveva detto niente o forse me ne ha parlato ieri sera, ma ero troppo distratta dal ricordarmi chi fosse? Fa niente. Sorrido come se fossi al corrente di tutto.
-È un piacere fare la vostra conoscenza...
Dico
-Loro sono Abby Brown caporeparto di cardiologia, Dylan Spencer caporeparto di chirurgia, Eric Grant caporeparto di psichiatria e Joey Miller caporeparto di medicina generale...
-C'è un'emergenza!
Dice l'infermiera che mi ha accompagnato. Tutti si alzano e corrono fuori
-A dopo!
Dice uno prima di chiudere la porta.

-Hai pagato la mia stanza di hotel!
Dico
-Non potevo?
Chiede
-Non sono un oggetto! Sono una persona! Il fatto che tu sia andato dal direttore della clinica affinché potessi lavorare qui mi ha fatto innervosire!
Dico
-Scusa...
Dice lui
-Ti esce ancora un po' di sangue...
Dice asciugando la ferita sulla fronte
-Ah si! Mi serve un cerotto...
Dico
-Ecco...
Dice lui mettendomi due cerotti sul taglio sulla fronte
-Beth mi dispiace...
Dice
-Fa niente...sono contenta che mi hai portato fuori da quella clinica!
Rido
-Riguardo quello che mi hai detto ieri sera, ti volevo chiedere una cosa...
-Certo!
Dice lui
-Mi devi raccontare cosa è successo quella notte. Non ricordo quasi niente...
Dico.
In realtà una cosa la ricordo, ma preferisco non parlarne.
-Ti racconterò tutto quello che vuoi sapere...dopo che mi fai vedere di cosa sei capace!
Sorride.
Mi alzo e vado verso la porta
-Non mi hai detto che reparto sei...
Dico
-Em...chirurgia...
Dice lui.

Scendiamo nel reparto di emergenza.
-Donna, 24 anni, alla 38^ settimana di gestazione. È rimasta incastrata nella sua auto per due ore, in seguito ad un incidente e nel frattempo le si sono rotte le acque!
Dice un paramedico
-Facciamo analisi del sangue, ossigenazione, ECG, qualcuno porti un monitor fetale e chiamate ginecologia!
Dico
-Hai bisogno di una mano?
Chiede John entrando nella stanza
-Avevo chiesto un ginecologo non un chirurgo!
-Eccomi!
Dice. Lo guardo.
-Tu...
Rido
-Come si chiama?
Chiede lui alla donna
-María...pero no hablo inglés...
Dice la donna
-Mi serve un interprete!
Dice
-Io parlo spagnolo!
Dico.
Lui mi guarda e sorride
-María, escúchame. Ahora tienes que empujar. ¿Quieres ver a tu bebé?
-¡Sì!
Risponde lei
-Beth il bambino è in uno stato di sofferenza!
Dice John con l'ecografo in mano.
Guardo la donna
-¡Vamos, María. Puja, puja, puja!
Dico.
Dopo qualche spinta, sento il bambino piangere.
-Staranno bene...
Dice John.

Saliamo nel suo studio.
-Queste sono le chiavi del tuo studio!
Dice
-Grazie...
Dico sorpresa. Entriamo. Ci sediamo sul divano
-Quindi sei un ginecologo?
Dico
-Sono un chirurgo specializzato in ginecologia...
Dice
-Perché vuoi sapere cosa è successo quella sera? Sono passati tanti anni...
Dice
-Perché non ricordo niente. Ho un vuoto di memoria e...
Mi guarda negli occhi
-Cosa vuoi sapere riguardo quella sera?
Chiede
-Mi ricordo poco, pochissimo. Mi ricordo che sono andata ad una festa e ho bevuto. Il giorno dopo sarebbe stato il giorno della mia laurea. La mattina mi sono svegliata in una stanza non mia, piena di dolori, graffi e...di lividi. In tutto il corpo.
Lui mi guarda
-John...
Dico
-Quella notte qualcuno ha abusato di me approfittando del fatto che io fossi ubriaca.
Dico
-Quella notte ti ho trovata distesa in corridoio. Eri sporca di sangue. Ti ho levato i vestiti sporchi e ti ho messo a letto. Ti ho dato un'aspirina e ti sei addormenta.
Dice. Lo guardo
-Non ti avrei mai fatto del male.
Dice. Mi prende la mano, ma io la tiro indietro
-Ero la prima del mio corso. E il giorno della mia laurea sono arrivata alla proclamazione che non riuscivo a camminare per il dolore alla schiena, alle gambe...
-Non ti sei fatta mai controllare?
Chiede
-No. Chi ha abusato di me sarà stato qualche ricco figlio di papà!
Dico
-E se ti dicessi che potremmo provare a cercarli?
Dice
-Lo faresti davvero?
Dico
-Certo! Farei di tutto per chi quella notte ha dormito nel mio letto.
Dice accarezzandomi il viso.
-Devo andare!
Dico
-Quindi parli pure spagnolo?
Chiede
-Cosa pensavi? Sono una donna dalle mille risorse!
Rido.
Esco dal suo studio.

Emergency CallDonde viven las historias. Descúbrelo ahora