"I morti non fanno rumore, non fanno più rumore del crescere dell'erba"

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Sento lo scorrere del sangue nelle mie vene e percepisco quella strana sensazione che mi assale ogni volta che Filippo è di fronte al mio cuore.
Le ossa d'accordo con la muscolatura irrigidiscono il mio corpo, come se fossi paralizzata dei suoi occhi.
Ma al contrario la mia mente corre veloce per scappare il prima possibile dal pensiero che ora lui è qui ed è in pericolo, ma parto da sconfitta perché non riuscirò a fermarlo.
Sono finalmente nel posto giusto tra le braccia di Filippo ma la situazione che ci circonda è la peggiore che potessi immaginare.
La vita di tutti noi in serio pericolo non ci sono piani da seguire, ormai possiamo solo uscire dagli schemi prestabiliti che ci vogliono vedere supereroi, e ricordarci che l'unica arma che abbiamo è il nostro coraggio la nostra determinazione ma soprattutto la nostra forza di non abbattersi.
Questo limbo di idee assorbe la mia corsa di pensieri, permettendomi di dare risalto e più piccoli e insignificanti gesti che il suo corpo emana tra le mie braccia.
Da sempre i miei occhi riescono a sentire le parole non dette del suo cuore e ogni suo sguardo è una sentita dedica d'amore.
L'unico rumore che percepisco è il rumore della paura.
La paura di non saperci perdonare, di non riuscire ad ammettere quanto siamo importanti l'uno per l'altra, ma per entrambi la paura più forte è quella di esserci finalmente ritrovati Ed ora potremmo rischiare di perderci nuovamente.
In queste settimane ho visto colleghi infermieri e personale sanitario ammalarsi per aver tenuto Fede ai principi contenuti nel Codice di deontologia medica.
Ognuno di loro si è impegnato strenuamente a curare tutti senza discriminazione ma soprattutto senza arrendersi mai.
Il primo medico caduto è stato Roberto Stella Ma la lista dei camici Bianchi è tanto lunga Ed è proprio per questo motivo che non riesco a tranquillizzarmi e se dovesse succedere al mio Filippo?
In questi mesi ho vissuto a galla cercando di non annegare aspettando solo che lui venisse a tirarmi fuori dalle acque turbolente della mia vita.
Ma poi questa pandemia ha preteso che nuotassi contro onde gigantesche E che affrontassi da sola i limiti che mi ero imposta.
Istante per istante sono andata avanti sovrapponendo il mio lavoro ai  miei problemi, fino a capire che in realtà il mio unico problema era causato dalla mancanza dell'uomo che ora mi sta abbracciando.
Non so esattamente quanto tempo sia passato da che sono tra le sue braccia, entrambi probabilmente non sentivamo il bisogno di staccarci.
Ma il telefono che gli vibra nella tasca ci riporta alla realtà e non perde tempo a notare il mio stato di salute.

"Alessandra da quanto tempo non dormi?"

È appena arrivato e già è iperprotettivo con me questa sensazione mi è mancata davvero tanto era da tempo che non mi sentivo amata.
Riesco a malapena a trattenere le lacrime che prepotentemente vogliono cadermi dagli occhi.
E gli dico con un filo di voce che sono ormai di turno da una settimana,e che il riposo è l'ultima cosa che si pensa quando ti trovi migliaia di persone che hanno bisogno di te.
Lui mi guarda con dolcezza, ma con un tono deciso mi dice che devo riposare e che ora lui prenderà immediatamente servizio al mio posto.
La mia prima reazione come al solito e di negazione, Ma accarezzandomi i capelli mi sussurra che non sarei di grande aiuto così stanca e che se voglio dare il meglio di me devo riposare qualche ora.
So che ha ragione Quindi con un cenno degli occhi accetto questo cambio, ma prima mi assicuro di spiegargli nei minimi particolari le procedure che deve utilizzare con questo nemico invisibile è mortale che è la pandemia.
So che conosce esattamente ciò che gli sto ripetendo ma ne ho bisogno per tranquillizzarmi.
Probabilmente Filippo lo ha percepito e me lo lascia fare, inoltre questo ci permette di stare qualche altro minuto assieme prima che entri in trincea.
L'uomo che io conosco morirà per metà entrando in quelle corsie perché il dolore uccide l'anima.
"Alessandra sei stata chiarissima, farò attenzione te lo prometto.
Però ora devi riposare sei così pallida e stanca e non puoi dare il tuo meglio in queste condizioni"
Un istante dopo mi riprende tra le sue braccia ma questa volta per unire le sue labbra alle mie.
Chiudo gli occhi e mi faccio cullare dall'immaginazione: tutto va bene nella mia vita non esiste questa pandemia e io sono felice tra le braccia del mio Filippo pronta a costruire il nostro futuro.
Voglio portare con me questa immagine per addormentarmi felice.
Saluto Filippo e gli dico che fra un paio d'ore lo raggiungerò infatti ho deciso di rimanere nel mio studio a riposare non voglio allontanarmi troppo dall'ospedale.
Lui accetta A malincuore ma in fondo sa che meglio fare compromessi se non vuole che ritorni a lavorare.
Come promesso dopo averlo stretto ancora una volta a me, vado nel mio studio a farmi una doccia e cercare di riposarmi.
I pensieri scorrono veloci nella mia testa quante emozioni contrastanti sto provando in questo momento.
La gioia di averlo ritrovato,la paura che gli può capitare qualcosa, la speranza di poter ricostruire qualcosa, la preoccupazione che la pandemia ostacoli la nostra vita..
Questi E altri pensieri annebbiano la mia mente vorrei non pensare a nulla in fondo come scriveva Ungaretti:      "I morti non fanno rumore, non fanno più rumore del crescere dell’erba"
Eppure, i nomi dei nostri amici, dei nostri colleghi, messi qui, nero su bianco sul mio cuore fanno un rumore assordante.
E se in quella lista un giorno ci dovesse essere anche Filippo?
Il mio desiderio di essere almeno per qualche ora felice combatte una lotta impari con la paura dell'incerto.
"Alessandra non succederà
Alessandra il tuo Filippo sa difendersi
Alessandra riposati devi tornare ad aiutare il più presto possibile..
Il mio mantra funziona e gli occhi pian piano si chiudono portando sollievo al mio corpo debilitato.
Morfeo culla teneramente il mio divano prendendosi cura anche dei miei pensieri e portando nei miei sogni un po' di serenità.

Succede all'improvvisoWhere stories live. Discover now