Capitolo 14

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GILBERT

<<Annaaa, muoviti, dobbiamo andare!!>> urlo dietro la porta della camera di Anna per farmi sentire da lei

<<Un minuto, mi sto mettendo le scarpe>> urla a sua volta la mia ragazza prima di aprire la porta e mostrarsi in tutto il suo splendore. Ha un vestito bianco a ruota con una cintura larga di cuoio, delle converse bianche e i capelli raccolti in una coda alta e tirata. E' leggermente truccata e ha un rossetto rosso acero che mette in risalto le sue labbra carnose. E' bellissima. 

Rimango imbambolato a guardarla, non ci credo ancora che stiamo insieme.

<<Ti sei incantato?>> ride passando una mano davanti ai miei occhi

Scuoto la testa per poi dire solamente <<Andiamo?>>

Lei annuisce prendendo le stampelle di cui ha ancora bisogno.

La sua schiena è ancora molto fragile...per fortuna non ci sono stati danni permanenti alla spina dorsale ma ci è mancato veramente poco. Ogni giorno, quando la vedo fare fatica a camminare, mi viene voglia di prendere a pugni il proprietario della macchina che le è passata sopra, senza minimamente importarsene del fatto che avrebbe potuto ucciderla.

<<Gil>> mi richiama Anna distogliendomi dai miei pensieri

<<Mh?>>  mi volto verso di lei 

<<Devi accendere l'auto per farla partire, lo sai?>> ride di gusto la mia ragazza

<<Ah ah ah, molto divertente. Ero sovrappensiero>> dico grattandomi la nuca

<<Certo, certo ma ora possiamo partire?>> chiede Anna

Mi sporgo per darle un bacio a stampo, che non le avevo ancora dato da quando siamo saliti in macchina e dico <<Ora si>>

Lei sorride compiaciuta e partiamo per il ristorante in cui ho prenotato.

Mentre guido decido di farle una domanda

 <<Anna, ma tu non vorresti sapere chi ti ha investita?>> chiedo titubante

Lei si gira verso di me che guardo la strada

<<Si, Gil, non lo nego ma...voglio vivere la mia vita a pieno da ora in poi e non posso perdere del tempo in cui potrei essere felice rimuginando su ciò che è successo>>

Che saggia la mia Anna...

Annuisco semplicemente girandomi per guardarla negli occhi. Appena incrocio il suo sguardo capisco che crede veramente in ciò che dice ed è questo che vuole davvero.

La conosco, ormai, da tanto tempo...so quando è sincera e quando no.

Arriviamo in un locale molto carino e poco affollato e ci sediamo al nostro tavolo iniziando a chiacchierare.

<<Tu cosa prendi?>> mi chiede

<<Non ne ho la minima idea...è un pub, quindi un panino a caso e una coca, niente alcol perchè devo guidare>>

<<Che ragazzo responsabile che mi sono scelta>> ridacchia <<Comunque neanche io penso di bere alcol...l'ultima volta non è andata molto bene>> dice riferendosi all'incidente

Ordiniamo e, mentre aspettiamo il nostro cibo, si avvicina a noi una figura molto conosciuta da entrambi: Cristian.

<<Ragazzi! Anche voi qui?>> chiede con fare beffardo

<<Cos'è, non ci vedi?>> ribatto alzando un sopracciglio

Lui si gira verso Anna <<Vedo che non ci hai messo molto a sostituirmi, carotina>> dice soffermandosi sull'ultima parola

<<Non mi chiamare così>> contraccambia Anna infastidita

<<Ma mi hai chiesto tu di chiamarti così>> ridacchia

<<Si, ma ora puoi anche smetterla>> sibila irritata la rossa

<<Ok ok, non ti agitare>> sorride Cristian

Ma che diamine ha da ridere?

<<Vedo che hai le stampelle...che ti è successo?>> chiede quasi retoricamente

<<Sono stata investita>> 

<<Ohh, mi dispiace così tanto>> sospira sarcastico

<<Direi che puoi andartene, che dici?>> mi alzo io avvicinandomi a lui

<<Calmiamoci tutti, non arriviamo alle mani>> sussurra il corvino vicinissimo a me

Guardo Anna che mi dice di stare calmo con lo sguardo, così mi risiedo. 

<<Bene ora io devo andare ma prima...>> comincia a dire per poi avvicinarsi all'orecchio di Anna sussurrando qualcosa

Riesco solo a sentire <<Non pensare che sia finita qui>>

Cosa avrà voluto dire?

TI AMO, ANCHE SE TI HO SEMPRE ODIATODove le storie prendono vita. Scoprilo ora