Capitolo 11

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ANNA

Io e Gilbert passiamo molto tempo insieme da quando mi sono svegliata. Sono ancora in ospedale dato che le mie condizioni fisiche non sono ancora delle migliori, quindi per farmi compagnia lui viene ogni giorno.

Ci siamo baciati alcune volte, ma non so se stiamo insieme o meno, non ne abbiamo ancora parlato. Sono seduta davanti alla finestra su una poltroncina sgualcita, assorta nei miei pensieri, così assorta da non notare una presenza nella mia stanza

Eccolo che varca la porta con il suo solito sorriso. Ha in mano una confezione di cornetti caldi, come piacciono a me.

<<Buongiorno carotina>> mi saluta dandomi un bacio a stampo

<<Buongiorno a te, come mai questo buon umore?>>

<<Allora: 1. Io sono sempre di buon umore e 2. Ci sei tu>> mi sorride dolcemente.

Colgo l'occasione per togliere dalla mia testa quel dubbio che ho da giorni

<<Gil, ma io e te...ecco, ci siamo detti che ci amiamo, no?>> 

Annuisce confuso mentre da un morso al suo cornetto

<<Beh...ci siamo anche baciati e...>> 

Annuisce di nuovo, ancora più confuso

<<Cosa siamo noi due?>> chiedo tutto d'un fiato

Chiudo gli occhi per non vedere la sua faccia e li apro solo quando due grandi mani si posano sulle mie guance

<<Che sbadato, mi sono dimenticato di chiedertelo...beh, se tu vuoi, puoi essere la mia ragazza, che dici?>> mi sorride teneramente

Scoppio dalla felicità, gli sorrido elettrizzata e lo bacio per un tempo infinito

<<Era un si?>> ridacchia

<<Ovvio, Blythe>>

<<Siamo tornati ai cognomi, Shirley?>>

Scoppiamo a ridere insieme. Ci baciamo di nuovo e trascorriamo la giornata a ridere e scherzare.

Sono le 5 del pomeriggio e siamo stesi sul lettino d'ospedale, l'uno di fronte all'altra a parlare.

Ad un certo punto il mio ragazzo, mi fa ancora strano chiamarlo così, mi chiede

<<Ti manca?>> si riferisce a Mattew, lo so

<<Tanto>> sospiro malinconica mentre delle lacrime silenziose si fanno strada sulle mie guance

<<Sai, a volte spero di vederlo varcare quella porta>> sussurro indicando la porta della mia stanza d'ospedale <<Spero che mi venga a trovare, che mi consoli, che mi aiuti ad alzarmi per andare in bagno, dato che mi fa ancora male la schiena e vorrei che al posto degli infermieri ci fosse lui. Mi mancano le piccole cose, le cose semplici, ma >> mi fermo e chiudo gli occhi, non ho mai avuto il tempo di metabolizzare la sua morte dato che non sono stata cosciente per tutti i giorni seguenti

<<Ehi>> riapro gli occhi quando sento la voce di Gilbert

Mi cinge i fianchi con le sue braccia e mi accarezza la schiena dolcemente

<<Ci sono io, per qualsiasi cosa. Sai che puoi parlare di tutto con me, siamo due libri aperti>> sussurra scostando una ciocca di capelli dal mio viso

<<Ti amo, Gilbert Blythe, anche se pensavo di odiarti>>

<<Ti amo anch'io, Anna Shirley, anche se pensavo di odiarti>>

Ci baciamo dolcemente. Poi appoggio la mia testa sul suo petto e ci addormentiamo abbracciati...non ho bisogno di altro per essere felice.


TI AMO, ANCHE SE TI HO SEMPRE ODIATOWhere stories live. Discover now