Capitolo10

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GILBERT

E' passata una settimana. Una settimana che non lascio l'ospedale nemmeno la notte. Una settimana che non ascolto la voce di Anna, che non la vedo correre, ridere, scherzare. Una settimana che non vedo i suoi bellissimi occhi curiosi spalancati sul mondo. Una settimana che la mia vita è vuota. Senza di lei sento come un costante mattone sul cuore, che non mi permette di provare alcun sentimento se non sofferenza...

Ora sono qui, accanto al letto della mia carotina...le tengo la mano e ne accarezzo il dorso dolcemente, non sentendo mai alcuna reazione da parte sua.

Mi sento anche un po' colpevole di tutto ciò. In fondo avrei potuto andare da lei, vedere come stesse, anziché fare una misera telefonata perchè ero troppo occupato con la mia ragazza. In fondo aveva perso una delle persone più importanti della sua vita e io dovevo starle vicino.

Penso che se solo l'avessi raggiunta prima avrei evitato tutto questo...rischiare di perderla ogni giorno, sentirsi in colpa, soffrire...

Per quanto riguarda Winnie l'ho lasciata e l'ha presa molto bene. Mi è rimasta accanto come amica e le sono grato per questo.

Non faccio altro che pensare a quando Anna si sveglierà...perchè sì, sono certo che si sveglierà.

Ora che so di essere ricambiato nulla mi fermerà dallo stare con lei. Ho sempre creduto di odiarla ma in fondo l'odio fa parte dell'amore. E il mio per lei è così grande che sovrasta qualsiasi altra emozione che ho in corpo. 

I miei pensieri vengono interrotti dai "bip" del macchinario a cui è collegata Anna che per un momento mi sono parsi più veloci. Un lampo di speranza si accende in me ma poi mi rendo conto che probabilmente ho immaginato tutto.

Continuo a stringere la sua mano e sussurro <<Perchè non ti svegli, carotina...lo sai che ho bisogno di te>>

Una lacrima riga il mio viso mentre continuo ad accarezzarle il braccio. All'improvviso sento dei brividi farsi strada sotto il mio tocco...sul braccio di Anna!

Ha reagito...è un buon segno, ottimo segno.

Guardo l'orologio...sono le 3 di notte. 

Così decido di poggiare la testa sul bordo del lettino d'ospedale cercando di addormentarmi. Tengo ancora stretta la sua mano mentre pian piano mi abbandono al sonno. 

Poco prima di addormentarmi, però, sento la presa della mano candida della rossa farsi più forte. Alzo il capo per poi vedere finalmente, dopo una settimana, i suoi occhi aprirsi lentamente.

Sorrido incredulo a quella vista...la mia Anna finalmente viva...viva per davvero!!

<<Ehi>> dice flebilmente accennando un sorriso

<<Come stai?>> le chiedo in un sussurro

<< Dolorante ma abbastanza bene...perchè ci sei tu qui con me >>finalmente sorride apertamente e riesco a vedere i suoi occhi brillare.

Scuoto la testa felice mentre delle lacrime di gioia escono dai miei occhi

<<Hai sentito tutto quello che ti ho detto?>> chiedo

Annuisce e io le sorrido.

<<Vado a chiamare un medico>> dico per poi lasciarle un dolce bacio sulla fronte fasciata

<<Gilbert>> mi chiama prima che io possa uscire dalla stanza << ti amo anch'io>> dice e si morde un labbro guardandomi felice

<<Non sai da quanto tempo aspettavo questo momento>> ridacchio per poi uscire dalla stanza per chiamare un dottore.

Cammino per i corridoi dell'ospedale come una contadinella in mezzo ai campi...gioioso e spensierato come non mai.

Mi fermo a parlare con un dottore che poco dopo si avvia alla camera di Anna. Io, intanto, aspetto fuori scuotendo la testa, ancora incredulo. 

Una signora seduta accanto a me mi chiede <<E' diventato papà?>> probabilmente la mia felicità è facilmente confondibile. Rido e poi le rispondo <<No...ancora meglio>> e lei mi guarda curiosa 

<<Sono diventato il ragazzo più fortunato del mondo>> concludo per poi salutarla e entrare nella stanza della mia dolce carotina...che la nostra storia abbia inizio!


TI AMO, ANCHE SE TI HO SEMPRE ODIATOWhere stories live. Discover now