Capitolo 8

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𝙅𝙞𝙣'𝙨 𝙋𝙊𝙑

Scappai in bagno più veloce della luce e mi chiusi a chiave la porta alle spalle.

Con respiri profondi mi appoggiai alla porta di schiena e cercai di calmarmi o per lo meno provai a calmare il mio amichetto là sotto. Appena chiusi gli occhi però mi ricordai della pressione della sua manina vicino al mio big Jin, il suo strusciarsi involontario per mantenere l'equilibrio, il suo seno che sfiorava il mio braccio, le sue labbra a un centimetro dalle mie, la sua mano che mi sfiorava nel mio punto più sensibile.

Bene, più che calmarsi, il mio cazzo diventò ancora più duro, tanto da iniziare a farmi male, urlando di essere liberato e usato.

Oh sapeva solo dio quanto avrei voluto usarlo in quel momento con qualcuno, ma non era proprio né il luogo nel il momento adatto quello.

Invaso dal desiderio feci correre una mano sul cavallo dei pantaloni e gemetti, immaginando che quella mano non fosse la mia, ma una molto più piccolina.

Allora mi slacciai i pantaloni, li abbassai insieme ai boxer e liberai la mia erezione pulsante che iniziai ad accarezzare.

Mi facevo pena da solo, per un paio di sfioramenti e due labbra ce l'avevo duro come il marmo, mi sentivo un ragazzino alle prime armi, ma lei mi faceva questo effetto stranissimo, non avevo mai provato tanta eccitazione per nessuna.

Sin dal primo momento in cui ci scontrammo sulle scale, avevo sentito il suo profumo di vaniglia e poi il suo corpo così formoso che aggraziatamente saliva le scale, quel culo che dondolava a destra e a sinistra.

Gemetti un po' più forte, stringendo il mio cazzo con più decisione e aumentando i movimenti della mia mano.

Poi poco fa quando mi si scontrò addosso, il suo profumo mi invase e qualcuno si rianimò dopo secoli.

Ero famelico.

E ancora cinque minuti prima quello strusciarsi, mi aveva fatto impazzire. Volevo scoparmela, forte, a lungo per una notte intera. Non facevo più del vero sesso da quando quella bastarda senza cuore della mia ex mi aveva lasciato, perchè non ne sentivo neanche più il bisogno, ma adesso, adesso era tutta un'altra storia.

La mia mano si mosse sempre più veloce, iniziai a dondolare il bacino in avanti per andare incontro alla mia mano, gemetti roco, appoggiai la testa alla porta e voltai gli occhi all'indietro in estasi.

-Hyung ci devi mettere ancora molto? Angelica ha detto che avete lezione fra poco.-

Sobbalzai spaventato dalla voce di Tae dietro la porta del bagno, quindi rallentai il movimento della mia mano, ma non mi fermai, mancava poco: -Ho quasi... finito... un secondo..- ansimai cercando di avere un tono di voce normale.

-Ok ma sbrigati!- e lo sentii andarsene.

Senza più nessuna distrazione continuai ancora più forte e immaginando quei suoi boccioli rossi sul mio membro, venni copiosamente con un ringhio sulla mia mano e sul pavimento.

Esausto, ma appagato almeno in parte, mi tirai su i pantaloni, mi lavai e lavai anche il pavimento.

Mi guardai allo specchio per sistemarmi un secondo e vidi di avere la faccia di uno che aveva appena avuto un'orgasmo: capelli scompigliati, pupille dilatate, fiatone, volto rosso per lo sforzo. Non potevo farmi vedere così, come un ragazzino imbecille in piena fase ormonale che doveva andarsi a masturbare in bagno perchè non era capace di controllarsi.

Così mi lavai la faccia e aspettai fino a riavere il respiro regolare e gli occhi normali.

Non capivo perchè la sua presenza mi facesse questo effetto, avevo giurato a me stesso che dopo quello che mi aveva fatto quello che pensavo fosse l'amore della mia vita, non avrei più fatto niente con nessuna. Non avrei più pensato all'amore, o ai sentimenti e sinceramente neanche al sesso. Ero uno di quelli che andava a letto con una ragazza solo se veramente preso, fare l'amore era mille volte meglio di fare del mero sesso, però i miei bisogni restavano e quindi, nonostante avrei potuto avere chi volevo, mi accontentavo da solo. Squallido, ma necessario.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐚𝐭 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐡 || 𝙆. 𝙎𝙅.Where stories live. Discover now