Capitolo 6

12 0 0
                                    

Nel mentre che aspettavo che scoccassero le 12:30, decisi di sistemare le mie cose e fare il letto, in modo che quella notte avrei potuto dormire tra le mie sofficissime coperte.

Aprii le mie due valige, presi i vestiti e iniziai a sistemarli nell'armadio piccolo a muro posto di fianco al letto e nella cassettiera li affianco. Come un fulmine a ciel sereno, proprio mentre stavo riponendo la mia biancheria e i miei fazzoletti di stoffa nel primo cassetto del mobile, esplose nella mia testa l'immagine del pezzo di seta pregiato che si trova nella mia borsa e che tutto era, tranne che mio.

Così afferrai la borsa fino a che non trovai il fazzoletto che, come se fosse una reliquia preziosa, presi tra le mani. Non osavo immaginare quanto costasse quel pezzo di seta ricamato appositamente e tutto volevo fare tranne danneggiarlo, però era sporco e per restituirlo avrei dovuto lavarlo.

Mi avviai allora verso il piccolo bagno e decisi di lavarlo a mano nel lavandino, accesi l'acqua calda e, preso un po' di sapone, iniziai a strofinarlo per bene... CRACK.

Oddio, oddio ti prego no, cosa diavolo era stato quel rumore?

Con gesti lentissimi e gli occhi spalancati dal terrore, portai il fazzoletto all'altezza dei miei occhi e lo apri in tutta la sua grandezza.

Uno squarcio enorme lo attraversava proprio al centro, quasi da angolo a angolo. Praticamente era distrutto. Disperata guardai me stessa allo specchio posto lì davanti e mi dissi: -Niente panico.-

Ma il panico lo avevo eccome, infatti come una furia mi avviai verso la mia borsa per raccattare ago e filo, che mi portavo sempre dietro in caso di emergenza, solo che l'unico filo rimasto era di un colore piuttosto singolare: rosa.

Avevo due opzioni ora: o glielo restituivo squarciato ripagandoglielo, con dei soldi che probabilmente neanche avevo, oppure lo cucivo con del filo rosa sgargiante che sullo sfondo bianco sarebbe stato come un pugno in un occhio, ma almeno non avrei dovuto ripagarlo, o così speravo.

Decisi allora di sedermi sul letto e iniziare a ricucirlo.

A lavoro compiuto guardai la mia opera: terrificante. Probabilmente questo mi sarebbe costato una bella arrabbiatura nei miei confronti che, essendo una persona molto sensibile, non sarei riuscita ad affrontare senza piangere.

Cercando di sistemare le cose o almeno abbellire quella linea a zigzag tremolante, ricamai un paio di cuoricini rosa ai lati di quest'ultima laddove vedevo che era veramente brutta. Inutile dire che non solo non migliorò le cose, ma le peggiorò ulteriormente.

Con un sospiro sconsolato e un broncio prossimo al pianto, ripiegai il fazzoletto in modo che non si vedesse il danno che avevo combinato a primo sguardo e lo rinfilai nella borsa, insieme a ago e filo. Tanto ormai il casino era fatto, ma potevo essere sempre così sfortunata?

Triste alzai gli occhi e li posai distrattamente sull'orologio a muro posto sulla parate davanti al letto che segnava le 12:20.

Caspita il tempo vola... OH CIELO.

Presa dalla consapevolezza che era un sacco tardi e che in dieci minuti mai sarei riuscita ad arrivare all'agenzia, mi alzai di scatto dal letto, afferrai la borsa, il borsone con il cambio per gli allenamenti, che era già preparato nella valigia, le chiavi sul ripiano, mi infilai le scarpe in fretta e furia e uscii di casa come un fulmine.

********

Ero in strada da nemmeno cinque secondi, ma mi ero già persa e dire che la compagnia distava pochi metri... sono una frana.

Non so come ne perchè, ma alla fine raggiunsi finalmente l'entrata dell'agenzia, davanti alla quale mi fermai con il fiatone e il cuore in gola. Controllai l'orologio da polso e con un gemito di frustrazione vidi che erano già le 13:00; perdermi non era stato sicuramente un vantaggio lo ammettevo.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐚𝐭 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐡 || 𝙆. 𝙎𝙅.Where stories live. Discover now