Capitolo 3

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Mi avviai nella sala e ciò che vidi subito fu questo grosso banco dietro cui c'erano effettivamente un uomo, due donne e il ragazzo di poco fa, seduto scomposto e ancora nascosto dietro i suoi occhialoni a sorseggiare il suo caffè, che aspettavano di giudicarmi.

Allora senza indugio mi misi davanti a loro, mi presentati e dissi ciò che volevo diventare ovvero un'idol solista. L'uomo camuffato fece un borbottio che non riuscì a comprendere e la donna più minuta delle due sedute al tavolo, dopo averlo guardato male, mi disse di procedere quando fossi stata pronta.

Con il cuore a mille appoggiai la custodia del violino al suolo, la aprii ed estrassi lo strumento. Mi misi in posizione e iniziai, con gli occhi chiusi e la mente altrove, a cantare quella canzone che più di tutto rappresentava i miei primi anni passati nel paese e i sentimenti che provavo: Runaway di AURORA, in una mia forma personalizzata con violino.

And I was runnin' far away
Would I run off the world someday?
Nobody knows
Nobody knows, and
I was dancing in the rain

I felt alive and I can't complain

But now take me home
Take me home where I belong
I can't take it anymore.

Abbassai il violino mentre una piccola lacrima furtiva mi rigava il viso, cercai di asciugarla velocemente, anche se sapevo che lo avevano visto tutti, ma almeno ebbero la gentilezza di non dire niente, se no sarei letteralmente scoppiata in lacrime come una neonata.

Mi guardarono per altri pochi secondi che sembrarono secoli e poi iniziarono a parlare tra loro, escludendomi da quella che sarebbe stata la decisione finale per me, per il mio futuro. Tirando su col naso, ma felice di aver dato il meglio mi abbassai per ritirare il mio amato violino nella sua custodia, quando un fazzoletto apparve improvvisamente nel mio campo visivo.

Era di un candido bianco, di stoffa e con incise in rilievo due iniziali: K.S.

Allora alzai il viso nel mentre che lo prendevo grata, per ringraziare chiunque fosse stato così gentile da capire la mia situazione e al posto di un paio di occhi vidi me stessa riflessa in due lenti scure. Wow, da chiunque mi sarei aspettata quel gesto, tranne che dal ragazzo che a mala pena aveva notato la mia esistenza poco fa. Nonostante ciò lo ringraziai con voce flebile e riconoscente.

-Sei stata brava, sai? Fosse per me non ti lascerei scappare e neanche loro, se sono abbastanza intelligenti come credo, lo faranno.- mi sussurrò con un sorriso quieto e uno sguardo penetrante che, anche se non lo vedevo, riuscivo a percepire sulla mia pelle.

-Lo pensa davvero?-

-Fidati, se mi conoscessi sapresti che io non dico mai le cose tanto per dire. Ah e la prossima volta aspetta l'ascensore, non vorrei che sulle scale ti scontrassi con qualcuno di meno paziente e gentile rispetto a me.- e con un ghigno sardonico in volto si voltò lasciandomi lì, completamente scioccata.

Quante probabilità c'erano che tra tutte le persone con cui potevo scontrarmi quel giorno sulle scale, quella con cui accadde fu la stessa che in quel momento, seduta di nuovo al suo posto, gambe accavallate e un ghigno lieve, si stava gustando il suo effetto sorpresa?

Sarebbe potuta andare peggio, molto peggio, avrebbe potuto farmela pagare dicendo agli altri esaminatori che la mia audizione era tremenda o interrompendomi nel bel mezzo della canzone, perchè so che, anche se non aveva potere decisionale, una sua parola avrebbe potuto ribaltare le carte in tavola, me lo sentivo.

Grazie a Dio non era successo niente di tutto ciò e direi che gli dovevo decisamente un favore, cosa che anche lui sembrava sapere.

Dopo essermi soffiata il naso, ancora in stato di shock e aver riposto il fazzoletto in tasca, mi alzai a guardai in volto i miei giudici che finalmente avevano raggiunto un verdetto.

-Bene signorina Ferri, abbiamo raggiunto una decisione unanime: lei è passata per l'audizione, da domani sarà ufficialmente una trainee per diventare idol qui alla Bighit, congratulazioni!- mi disse l'uomo, che poi scoprii essere il PD, felice anch'egli per aver scovato un nuovo talento.

Felicissima non potei fare altro che saltellare su me stessa e poi fare un profondo inchino a novanta gradi ringraziandoli tutti tantissimo e dicendo loro che avrei dato il meglio di me sempre e comunque.

-Bene siamo felici di sapere che si impegnerà al massimo, perchè come sa la vita da trainee non è una vita facile e spesso potrebbe voler mollare tutto, però sappia che per tutte le volte che potrebbe andarsene ci sarà sempre una porta aperta qui per lei.- mi disse la donna minuta che mi parlò all'inizio dell'audizione, Mi-Yeon.

-Inoltre volevamo anche informarla che d'ora in poi vivrà nel dormitorio che le abbiamo assegnato e che deve firmare questo contratto- mi fece cenno di avvicinarmi al banco, dopo aver allungato una pila di fogli in mia direzione. -cui dovrà attenersi in tutte le sue sfaccettature, pena esclusione immediata dalla Bighit, e che dovrà firmare entro domani, quando tornerà qui per sistemarsi.-

La seconda donna, più alta e dal piglio più aristocratico, quella di cui sentii a mala pena le parole poco prima dell'audizione, aggiunse: -Avrò anche un tutor che la seguirà e consiglierà durante il suo percorso qui fino a prima del debutto, ma anche dopo se lo riterrà necessario. E visto che il qui presente Kim Seokjin- disse indicando l'uomo con gli occhiali da sole al suo fianco -è arrivato in ritardo e sembra averti preso in simpatia, come mezza punizione, sarà il tuo tutor.-

Kim Seokjin... mh mi ricordava qualcuno di familiare, ma non ricordavo chi... ODDIO, NO, IMPOSSIBILE, NON PUÒ ESSERE CHI PENSO CHE SIA.

L'uomo, ormai svelata la sua identità, si tolse cappello e occhiali, si sistemò i capelli arruffandoli con una mano e con un sorriso sornione disse: -Grazie mille per aver detto chi sono amica, comunque piacere di conoscerti io sono Kim Seokjin, ma puoi pure chiamarmi Jin e faccio parte dei BTS, in caso non avessi riconosciuto la mia splendida faccia.-

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐚𝐭 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐡 || 𝙆. 𝙎𝙅.Where stories live. Discover now