Capitolo 4

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Seduta al bar della compagnia mi bevevo il mio the al limone per inerzia, ancora completamente scioccata dal fatto che Jin, il noto membro dei BTS, fosse il mio tutor e non solo, era anche lo stesso uomo con cui avevo fatto quella figuraccia sull'antro delle scale.

Che non fossi fortunata già lo sapevo, ma adesso il destino stava proprio esagerando, ci mancava solo che diventassi il pungiball di qualche superiore o istruttore indemoniato e poi avrei potuto dire che non me ne aveva fatta passare liscia neanche una nella mia vita!

Ancora persa nei miei pensieri nefasti, con il bicchiere ghiacciato che faceva scorrere goccioline gelide tra le mie dita e lo sguardo perso nel vuoto, sentii vibrare il telefono nella tasca posteriore dei miei jeans.

Incuriosita, misi giù il bicchiere e presi il telefono per vedere chi mai fosse a chiamarmi a quell'ora, dato che in Italia era notte fonda e quindi non poteva essere nessun membro della mia famiglia.

Sul display appariva il nome della persona che quasi mi ero dimenticata era entrata a far parte del tessuto del mio essere: Seo-Yun <3.

Elettrizzata risposi alla telefonata: -Ciao!-

-Hey, ciao ragazzina, allora come è andata l'audizione? Ti prego dimmi che ti hanno presa perchè se no mi toccherà radere al suolo la BigHit e sai, mi piace la loro musica, sarebbe un peccato.-

- SI MI HANNO PRESA!-

-O MIO DIO- mi urlò nell'orecchio e per i successivi minuti non riuscii a sentire altro se non urli e versi di vario genere non ben identificati.

-Calmati Seo-Yun ti ricordo che eri la mia insegnante una volta, mantieni un po' di dignità.-

-Ma per favore, dignità un corno ho solo una decina d'anni più di te sono praticamente tua sorella, non c'è spazio per il pudore tra noi.- mi disse ridendo.

Con un sorriso indelebile stampato sul volto le risposi: -Senti io adesso sono ancora al bar della BigHit, se mi passi a prendere andiamo fuori a cena a festeggiare e sì, pago io.-

-Non ti muovere da lì, sono già per strada, figurati se rinuncio a una cena e una sbronza epocale gratis.- e, con questa raffinatezza degna di una signora altolocata, mi chiuse in faccia senza neanche salutare.

Sarà anche più grande di me, ma a livello mentale la più adulta ero decisamente io.

Finii velocemente di bere il mio the e nel mentre che aspettavo la mia amica, iniziai a leggere lo spesso documento che mi avevano dato all'audizione da firmare entro domani.

Le prime pagine non dicevano nulla di particolare, semplicemente le solite clausole da casa discografica, il problema erano le ultime tre sezioni. Più di venti pagine per riferirmi ciò che mi era lecito fare e non, le cose di cui avrei dovuto privarmi e quelle di cui avrei dovuto obbligatoriamente fare uso.

Sapevo che sarei andata incontro a tante restrizioni di ogni tipo già prima che decidessi di fare l'audizione, quindi non ne rimasi sorpresa, ma vederle scritte e stese su un documento ufficiale, beh faceva tutto un altro effetto.

Impegnata nella mia lettura, all'improvviso il mio campo visivo si oscurò e sentii dire, proprio dietro la mia testa: -Indovina chi sono?-

-Seo-Yun, la mia persona preferita e unica amica in assoluto?-

-Wow, non mi aspettavo che indovinassi in modo così preciso e perfetto, brava sono fiera di te!- mi disse ridendo. Tolse allora le mani da davanti ai miei occhi e si mise davanti a me, dandomi un abbraccio togli respiro.

-Sono così felice che il tuo sogno finalmente può avere inizio, chissà come sarà contenta la tua famiglia.- mi cullò sapendo quali erano i miei problemi familiari, ma sapevo anche che lo faceva per farmi capire che le cose, forse, erano ancora sistemabili, che forse a mia madre ancora interessava di me. Lo faceva per darmi speranza e non potei che amarla ancora di più per questo.

-Già... ora però andiamo che muoio di fame ed è da ore che sogno solo una bella bottiglia di soju e un meraviglioso piatto di pancetta.- risposi cercando di cambiare discorso, cosa in cui fortunatamente riuscii.

-Sissignora, raccogli tutte le tue cose, che ho già prenotato nel nostro posto preferito dove aspettano solo noi.-

*********

Sedute finalmente al tavolo con il il nostro cibo fumante ad arrostire sulla piastra e i bicchieri pieni, la mia amica mi chiese: -Ma quindi come è stata, ti sentivi nervosa? Sembravano molto esigenti? Hanno detto qualcosa?-

-Innanzitutto una domanda alla volta perchè non capisco molto con te che parli con la bocca piena e così veloce.- risi -Comunque si ero molto nervosa prima di entrare, ma una volta che ho iniziato a suonare e a cantare è sparito tutto ed è andata molto bene; i miei esaminatori erano sicuramente molto serii, ma non incutevano timore, semmai addirittura sicurezza e no non hanno detto niente, be tranne...-

-COSA!? CHI?! Oh andiamo non può lasciarmi così!- quasi urlò con gli occhi spalancati e portandosi un bicchiere colmo di soju e birra alla bocca. Ok direi che per quel giorno sarebbe anche potuto bastare l'alcol per la mia pazza compagna.

Così le raccontai tutto quello che era successo dall'incontro burrascoso sulle scale, le dissi ciò che mi aveva detto una volta finita la sua audizione e, con le orecchie in fiamme e buttando giù un sorso enorme di soju, le rivelai l'identità di questo fantomatico ragazzo, aggiungendo che i aveva offerto il suo fazzoletto, segnato dalle sue iniziali ricamate in blu.

-SCUSAMI?! Ma stiamo parlando dello stesso Kim Seokjin che intendo io?- e a bassa voce -Quello dei BTS? Che ti avrebbe dato un fazzoletto, che voglio assolutamente vedere?- mi chiese con occhi enormi e luccicanti di amore, desiderio e si anche un pizzico d'invidia, ma d'altronde chi non l'avrebbe avuta al suo posto?

-Sì, però per favore non devi dirlo a nessuno, perchè in realtà era una delle clausole del contratto che teoricamente avrei appena infranto dicendoti l'identità del mio tutor, non si può ne si deve sapere, capisci?- dissi preoccupata, anche se sapevo che, una volta chiesto, avrebbe mantenuto il segreto anche sotto tortura. Le allungai allora qual quadrato di tessuto ricamato che si mise a toccare e studiare come una reliquia sacra.

-Certo che sì, da questa bocca non uscirà neanche una parola, ci puoi scommettere.- disse sempre senza staccare gli occhi da quell'oggetto che a quanto pare doveva essere magico per lei.

-Mignolino?- e così dicendo, alzò il volto per guardarmi negli occhi e con un sorriso caldissimo intrecciamo i nostri mignoli in quella promessa che sperai non sarebbe mai stata infranta, insomma ne andava della mia carriera.

-Incredebile però, non pensavo avesse tempo per fare anche da tutor.. che fortunata che sei!-

-Non dirmelo, che quando ho scoperto chi era quel ragazzo camuffato dietro al banco degli esaminatori quasi mi è venuto un duplice infarto. Le foto non rendono, dal vivo è mille volte meglio meglio, fidati.- dissi con un sorrido sornione.

Lei, con occhi ammiccanti e ridendo di gusto, mi guardò e disse: -E brava la mia piccola peste che già l'ha visto per ben benino. Tra l'altro con questo- e mi sventolò davanti il fazzoletto che subito presi e rimisi in tasca -hai la scusa perfetta per attaccare bottone e parlare di altro oltre al vostro lavoro condiviso.-

-Si già sarebbe utile se nel contratto non fosse specificata la clausola: niente relazioni con colleghi sul posto di lavoro, è possibile intrattenere delle relazioni con persone al di fuori del posto lavorativo, ma in modo strettamente riservato e con l'ok dell'agenzia, pena esclusione dalla compagnia stessa.- dissi con sguardo triste alla caduta di tutte le mie mille fantasie su amori epici.

-Be, ma non c'è scritto niente sull'avere una relazione segretissima, persino alla compagnia, con un tuo certo tutor veramente molto sexy.- mi disse con tanto d'occhi e vari ammiccamenti.

-Ma smettila.- ridacchiai imbarazzatissima e con le guance in fiamme. -Comunque non ho ancora firmato il contratto quindi in realtà le cose potrebbero ancora andare in un milione di modi diversi.-

-No aspetta, non hai ancora firmato il contratto? E cosa aspetti: che l'aurora boreale passi per i cieli della Corea? Adesso tiri fuori quel malloppo che hai nella borsa e lo firmi qui, su questo tavolo, con me e i nostri amici soju, birra e pancetta come testimoni.- mi ordinò perentoriamente.

Ridendo e un po' offuscata da tutto l'alcol che avevo ingerito, ma felice, come forse mai lo ero stata da quando mi ero trasferita qui, tirai fuori il contratto, lo aprii sull'ultima pagina e con mano tremolante misi la firma sul mio destino.

𝐋𝐨𝐯𝐞 𝐚𝐭 𝐟𝐢𝐫𝐬𝐭 𝐜𝐥𝐚𝐬𝐡 || 𝙆. 𝙎𝙅.Where stories live. Discover now