Parte 2

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Ok, niente panico. Ce la posso fare.

Sono solo le piccole del primo corso, non un branco di pesti urlanti in tutù rosa che si arrampicano sulla sbarra a mo di scimmiette. Rimango un attimo sulla porta dell'aula a guardarle, mentre sento come al solito un enorme affetto sgorgare per ognuna di loro.

"Va bene, ladies, basta urlare, cominciamo la lezione". Batto le mani per attirare la loro attenzione, mentre ridendo come delle matte vengono tutte verso di me.

"Maestra facciamo quella danza con i fiori?", mi chiede Emma, arrampicandosi letteralmente su per la mia gamba per farsi prendere in braccio. Ha quattro anni, i capelli chiusi in due codine e la lingua più lunga che io abbia mai conosciuto.

"Se fate le brave, adesso dobbiamo iniziare con il riscaldamento. Forza, fatemi vedere quanto siete belle e brave".

La lezione del primo corso è una delle mie preferite. Certo, sono anche i 45 minuti più lunghi di ogni mia giornata, ma li amo proprio perchè sono così incasinati.

Mentre faccio partire la musica dallo stereo colgo con la coda dell'occhio Chiara che se la ride bellamente guardandomi dalla porta dell'aula. Certo, la fa facile lei, che gestisce il corso delle più grandi... Qui quella che si spacca la schiena con queste scimmiette urlatrici tutti i giorni sono io. Le faccio una smorfia e torno a concentrarmi sulle piccoline, subito attirata da Alice che sta cercando di infilare i pezzi della pece nei suoi calzini.

Non so come arrivo alla fine della lezione. Finalmente, quando anche l'ultima delle mie piccole è stata prelevata dalle braccia confortanti dei genitori, mi lascio cadere sul pavimento ad ascoltare il silenzio che echeggia nella stanza. Sono così stanca che stasera potrei infilarmi direttamente a letto senza nemmeno fare la doccia...

"Ehi Giuli, chiudi tu stasera? Io dovrei uscire tra qualche minuto...", la voce di Orlanda, la segretaria dell'Accademia mi distoglie dai miei pensieri.

"Si certo Orlanda, ci penso io, tu vai pure", le sorrido, raccogliendomi i capelli in una coda.

"Ah, a proposito, lì di là c'è una persona per te...dice che ti sta aspettando ma non ho capito se avevate un appuntamento".

Alzo lo sguardo su di lei, stupita "No, io non ho nessun appuntamento".

Orlanda fa spallucce "E' un ragazzo, non mi ha detto come si chiama però..."

Il mio cuore, così all'improvviso, prende a battere più veloce del normale. E la cosa non ha assolutamente senso. Perchè si mette a battere in questo modo senza motivo? Ogni tanto penso davvero che il mio cuore viva di vita propria...

Probabilmente di là c'è Andrea, ma gli avevo fatto capire chiaramente che stasera sarei stata completamente out. 

Mi guardo allo specchio, cercando di sistemare alla bell'e meglio i capelli e la divisa che di solito uso per insegnare, poi seguo Orlanda fuori dall'aula e su per il corridoio, fino alla sala di ingresso. C'è davvero un ragazzo di spalle, intento a guardare le fotografie dei saggi e dei concorsi appese alle pareti.

Quando si volta, sorridendo, non posso fare a meno di lanciare un gridolino di gioia e lanciarmi su di lui.

"Miiiind Offfff"

"Ehi, ehi, che entusiasmo!" esclama Samuele, ridendo, mentre letteralmente gli salto in braccio come se avessi quattro anni come Emma e non ventitre  "Ciao piccola Lola"

"Ma cosa ci fai tu qui? Non avevi detto che non saresti rientrato prima dell'estate?", chiedo, guardandolo emozionata. Dio quanto mi è mancato il mio Sam!

"Cambio di programma, siamo tornati un po' prima..."

"Ma è meraviglioso! E per quanto ti fermi? Come sta Claudia, è qui con te?". Sono talmente emozionata che non li lascio nemmeno il tempo di formare una frase. Lo trascino verso i divanetti della sala d'ingresso, improvvisamente non più stanca.

"Claudia sta bene, si è fermata a casa dai suo. Per un po' credo che non torneremo più a Las Vegas...". 

"Ma come? E tuo spettacolo?", chiedo, allibita.

Sam, come avevo sempre pensato dalla prima volta che avevo visto uno dei suoi video su Instagram, è diventato un coreografo apprezzatissimo nel mondo della danza. Dopo Amici è andato a lavora all'estero, dove ha fatto un sacco di strada nel suo stile così particolare e inconfondibile.

"Credo che se la possano cavare anche senza di me per un po'", ridacchia lui. Poi mi guarda sorridendo; non sembrano trascorsi nemmeno due secondi dall'ultima volta che ci siamo visti, ormai più di un anno fa.

"Ma dimmi qualcosa di più, dai! Hai mangiato? Dove alloggi stasera? E non cominciare a parlare di hotel perchè non esiste che fai il riccone stasera, devi stare a casa mia a raccontarmi tutto! Adesso avviso Chiara di preparare la stanza, è uscita prima stasera perchè ha un appuntamento con un certo Alonso. E' un figaccione da paura Sam, ricorda un po' Sebastian, te lo ricordi? Tutte le fortune a lei..."

Trascino praticamente via Sam dalla scuola e andiamo a cena in una pizzeria vicino casa. Nel tragitto mi racconta tutto della sua esperienza in America e io lo ascolto sognante, cercando di non pensare a quel futuro che avrebbe potuto essere anche mio..

"Ma tu come stai? Abbiamo passato la sera a parlare solo di me?", mi chiede alla fine Sam, mentre dividiamo una fetta di torta alle fragole.

"Beh, forse perchè la tua vita è molto più entusiasmante della mia?", sbotto, alzando gli occhi al cielo. Poi scoppio a ridere. Gli racconto della scuola di danza, dei corsi che seguo e dell'amore che provo per quelle piccole Giulia del futuro, che amano la danza più di qualsiasi altra cosa al mondo. Gli racconto di Chiara, di come sta andando avanti all'Università, di come diventerà sicuramente la migliore fisioterapista della terra. Poi gli racconto di Alex, il ragazzo che ha affittato la nostra soffitta e che vuole diventare uno stilista famoso ma che in realtà non fa altro che piangere sulle difficoltà della sua vita leggendo tutto il giorno Vanity Fair. Gli racconto dei miei genitori e dei miei amici e delle mie (poche, pochissime, quasi inesistenti) love story.

"Su questo non sei cambiata per niente vedo, rimani sempre la mia piccola Giugiulola", esclama lui guardandomi con affetto.

"Già, sfigata e senza speranza come sempre", ribatto, facendo una smorfia.

"Giuli, senti..." comincia Sam, fissandomi. Lo guardo di rimando, preoccupata di questo improvviso cambio di tono "In realtà c'è un motivo per cui sono tornato in Italia, in particolar modo a Milano..."

"Ah non è per vedere me quindi? Sono veramente offesa!", esclamo, fingendomi imbronciata.

"No. Mi fa molto piacere rivederti, certo, ma non mi sento del tutto corretto se non ti dico il vero motivo per cui sono qui..."

Lo guardo, improvvisamente serissima.

"Mi hanno offerto una proposta di lavoro", continua lui, sempre senza staccare lo sguardo dal mio.

"Bene, è una cosa bella, no?", dico, sorridendo.

"Si, è una cosa bella. Devo preparare un tour e hanno scelto Milano come base per metterlo in scena".

"Continuo a non capire perchè non dovrei essere contenta di tutto questo, Sam".

"E il tour di un cantante".

Il mio cuore, caro adorato cuore mio, comincia nuovamente a farsi sentire. Non è possibile che ci abbia pensato già due volte nel corso di questa giornata, quando ormai sono cinque anni che il mio cuore sta completamente in silenzio...

"Sarò il coreografo del tour italiano di Sangiovanni, Giulia.", dice Sam molto lentamente, come se scandire bene le parole potesse farmi sentire di meno l'effetto di quel nome, accostato al mio.

La testa mi gira per qualche secondo; gli occhi cominciano a bruciare. Continuo a fissare Sam, ma in realtà non lo vedo più.

"Lui è qui a Milano. Ci staremo entrambi per molto tempo. Dovevo dirtelo Giuli, mi dispiace..."


Angolo autrice:

Ciao, ecco qui la seconda parte. Si scende un pochino di più nei particolari della storia che ho in testa, spero che vi abbia un po' intrigato :) fatemi sapere se volete :)

ps: se riesco cerco di aggiornare al più presto anche l'altra.

Buona serata!


Chi eravamo e che potremmo ritornareHikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin