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Mentre cammino non faccio molta attenzione a dove vado e sbatto contro qualcuno.

Il telefono cade a terra quindi mi abbasso per recuperarlo e quando mi rialzo trovo davanti a me un ragazzo.
È molto alto, ha un ciuffo meraviglioso di un castano abbastanza scuro, incrocio i suoi occhi color nocciola e ritorno alla realtà.
Noto che il cellulare ha lo schermo rotto e non riesco a non imbestialirmi.

"Scusa, puoi stare più attento?" affermo con tono furioso

"scusa? sei tu che mi sei venuta addosso, io ero fermo qui"

Probabilmente non lo vedrò mai più:

Appunto, potevi guardarti intorno, ti saresti accorto della presenza di qualcuno e ti saresti spostato evitando questa discussione" gli rispondo io a tono
"Io non credo" continua con un sorrisetto sul suo viso e ciò mi provoca una forte rabbia

Decido di ignorarlo e continuare a camminare cercando di accendere il telefono, ma niente, è tutto inutile.
Ho appuntamento con i miei alle 16 in hotel ma sono le 15.00 e non posso avvisarli perché ho il telefono rotto, grazie a quel tale che non sta attento a dove va, quindi nell'attesa scelgo di fare un giro sulla ruota panoramica.

Il cielo è abbastanza nuvoloso, un giorno come tutti gli altri qui a Londra, la fila è quindi molto corta e fanno salire 2 o 3 persone a vagone
Arriva il mio turno e incrocio di nuovo quegli occhi color nocciola.

"Che fai adesso mi segui?" gli dico mentre tiro fuori i soldi per pagare e salire sul vagone
"È un puro caso se ci siamo incontrati di nuovo" risponde mentre anche lui prende i soldi

Data la mia nota fortuna con chi sarò in vagone? Con il signorino.

Salgo senza spiccicare parola e quando la ruota inizia a muoversi mi affaccio al 'finestrino' e mi godo il panorama in pace.

Il tutto si interrompe quando sento la sua voce, quella voce fastidiosa.

"Attenta che cadi" mi dice accennando ad un sorriso
"E come faccio se è chiuso" rispondo girandomi verso di lui

"ah da te ci si può aspettare di tutto, ti conosco da neanche 10 minuti ma già so che potresti rompere il vetro sotto di te e cadere" dice
Ottimista il ragazzo.

Decido di non rispondere e mi giro dall'altra parte dandogli spalle.
Non vedo l'ora che questo giro finisca per non rivederlo mai più.

Guardare Londra dall'alto mi fa tornare alla mente molti ricordi di quando ero piccola, le lunghe passeggiate con i nonni, le intere giornate passate a giocare con i miei, i pic-nic organizzati ma successivamente annullati perché in giorni di pioggia...

I miei pensieri vengono interrotti da un forte rumore che proviene dalla struttura in cui siamo
Oh cavolo
Moriremo

"Cosa sta succedendo" chiedo preoccupata
"Ah non lo so, forse sei tu, lo avevo detto che avresti rotto qualcosa" mi dice sorridendo con tutta la tranquillità del mondo.

La ruota si ferma e io caccio un urlo
"Piano, vuoi spaccarmi i timpani?" chiede mentre si massaggia il lobo dell'orecchio
"Non è il momento di scherzare rompiscatole"

"Il rompiscatole ha un nome, piacere Carter Anderson" dice porgendomi una mano
"continuerò a chiamarti così" dico stringendogli la mano per poi lasciarla e tornare a preoccuparmi per cosa sta succedendo.

"E tu biondina? Non vuoi dirmi come ti chiami? Sai credo che passeremo molto tempo qui, sarà meglio convivere" dice avvicinandosi
"Jessica Martin" dico infastidita
"nome interessante...." continua

"Allora, Jessica che mi dic-"
Lo interrompo
"Senti non so come tu faccia a rimanere così tranquillo in un momento del genere ma io sto andando nel panico, sono le 15.45 e io tra un quarto d'ora devo tornare in hotel dai miei genitori.
Ora, ti sarei grata se stessi in silenzio o se devi parlare, ti prego, parla di qualcosa che mi rassicuri" dico tutto d'un fiato mentre lo guardo negli occhi

Abbassa lo sguardo e capisco che ci è rimasto male, non so per certo che tipo è, non ho pensato a come avrebbe reagito.

"s-scusa" dico avvicinandomi
"divento antipatica quando sono nervosa" continuo mentre noto che un sorrisetto comparire sul suo viso
"vieni qui" mi fa cenno di sedermi accanto a lui.

Passiamo i seguenti 30 minuti a parlare e a conoscerci, devo dire che è molto simpatico, l'ho giudicato male.

Finalmente la ruota riparte e quando arriviamo a terra saluto velocemente Carter e corro verso l'hotel visto che sono in ritardo.
Arrivo nella hall e i miei si alzano di scatto, neanche stessero aspettando l'esito di un incidente stradale.

"Jessica ma dove sei stata" dice mia madre abbracciandomi
"Ero sulla London Eye ma si è bloccata e sono rimasta lì finché non è ripartita" dico mentre sciolgo l'abbraccio.

"E perché non rispondi ai messaggi e alle chiamate" continua mio padre

"Per sbaglio ho sbattuto contro un ragazzo e il mio telefono è caduto, rompendosi" mentre spiego ciò, uno stupido sorriso compare sul mio volto.

"Te ne compreremo uno nuovo" continua mia madre togliendomelo di mano "ora però torniamo in camera"

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