𝖖𝖚𝖆𝖗𝖆𝖓𝖙𝖆: 𝖆𝖊𝖓𝖎𝖌𝖒𝖆

424 20 1
                                    

aenigma: enigma, puzzle.

ELARA fu scossa dal sonno quando qualcosa le sfiorò il braccio.

Gemendo mentre la luce filtrava attraverso le tende trasparenti e le pungeva gli occhi, si sollevò sui gomiti e soffocò uno sbadiglio. Sbatté le palpebre una volta, fissando le lenzuola intorno a lei e poi sbatté di nuovo le palpebre.

Quattro libri erano aperti intorno a lei, accompagnati da una dozzina di pergamene diverse. La notte scorsa non era riuscita nemmeno ad arrivare a nessuna soluzione prima che le iniziasse a far male la testa e arrivare al punto di abbandonare il suo compito e addormentarsi.

Eppure, non era più vicina a scoprire come togliere quel dannato anello dal dito di Draco.

I denti di Elara affondarono nel suo labbro al pensiero di lui. Il modo in cui si era trattenuto quando avevano dovuto separarsi alla porta della sua camera da letto la notte prima, il modo in cui lei non era stata in grado di staccare gli occhi dai suoi, un grigio scuro nella luce fioca del corridoio. Il modo in cui le sue dita si erano sentite sotto i suoi capelli, scivolando attraverso di loro come seta, il modo in cui l'aveva presa in giro. Il suo profumo: menta piperita e legna da ardere.

E il sollievo che l'aveva travolta come uno tsunami quando era finalmente riuscita a farlo sorridere. Non si era resa conto di quanto le fosse mancato quel suo sorrisetto - quel mezzo sorriso arrogante che le fece fare capriole allo stomaco. Lei ormai lo sapeva, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per cancellare quello sguardo di totale crepacuore dai suoi occhi - e aveva immaginato che intrecciargli i capelli fosse un punto abbastanza ridicolo da cui cominciare.

I suoni e le risate del cortile sul retro le fecero rizzare le orecchie e scivolò giù dal letto, con le pulsazioni al cuore. Perché quella era la risatina di Draco, la sua risata sicura di sé. Spazzando via i libri e le pergamene dal letto e le imbottiture per appoggiarli sul tavolo, Elara si prese un momento per tirare indietro le tende e sbirciare nel cortile sul retro.

Quello che vide le fece battere il cuore pesantemente. Draco e Demetrius stavano combattendo corpo a corpo, senza maglietta, luccicanti di sudore nel sole mattutino. Si aggiravano in un cerchio, la luce che colpì i capelli chiari di Draco e Demetrius disse qualcosa che lo fece sorridere prima che lui gli tirasse un pugno.

Demetrius lo bloccò ma Draco ne aveva un altro ad aspettarlo e riuscì a prenderlo proprio allo stomaco. Si piegò in due dal dolore mentre Draco si ritirava, ancora con quel sorriso sulle labbra.

La bocca di Elara si seccò.

Demetrius lo attaccò di nuovo, riuscendo a schivare un altro dei pugni di Draco e prenderlo nelle costole, ma Draco usò solo lo slancio del suo pugno per trasformarsi in un calcio, atterrandolo proprio al centro delle costole di Demetrius.

"Fanculo!" Demetrius gemette, indietreggiando per riprendere fiato ed Elara si sentì come se le fosse stato tolto il fiato.

Perché Draco con i capelli arruffati, sudati, il petto ansante e con quel ghigno malvagio sul viso era un'immagine che voleva radicata nel suo cervello.

Poi, guardò in alto verso la sua finestra e il suo battito iniziò ad accelerare. L'argento incontrò il miele e per un momento pensò di aver visto il suo sorriso addolcirsi.

Ma poi non c'era più e lui si è limitato a sollevare il mento in un silenzioso riconoscimento verso di lei prima di rivolgere nuovamente la sua attenzione a Demetrius che si era ripreso e stava andando verso di lui, i pugni che oscillavano.

Elara chiuse la tenda e scosse la testa, voltandosi per fare una doccia.

Quando arrivò al piano di sotto, tutti gli altri si erano radunati per la colazione. Neville e Kaia erano quelli che cucinano oggi, usando la loro magia per aggiungere ingredienti e mescolare la padella. Val era appollaiato sul bancone vicino ai fornelli, a guardarli ed Hermione si appoggiò a lei, sorseggiando una tazza di tè. Elara si diresse verso l'area salotto, superando August e Maya e si sedette sul divano, aprendo il libro che aveva portato con sé. Da quando Draco aveva smesso di visitare il rifugio un mese prima, aveva provato più volte a riprendere le sue ricerche - ma ogni volta che ci aveva provato, quei pensieri intrusivi erano scivolati dentro e le avevano fatto venire il panico in gola.

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀOnde histórias criam vida. Descubra agora