𝖚𝖓𝖔: 𝖉𝖊𝖘𝖎𝖉𝖊𝖗𝖎𝖚𝖒

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Draco non riconosceva l'uomo che lo fissava.

Pensò che probabilmente doveva- visto che era se stesso- ma non riusciva a ricordare l'ultima volta che si era guardato allo specchio e non aveva trovato un uomo distrutto e a pezzi che lo fissava.

Occhiaie viola sotto i suoi occhi, stanco ma acuto, i suoi capelli pallidi e disordinati, erano cresciuti abbastanza da arrivargli sotto le orecchie. Le sue mani erano bianche e sembravano che il tremore era peggiorato negli anni. La sua bocca era cupa e diritta quasi sempre- non riusciva a ricordare l'ultima volta che aveva sorriso.

Probabilmente quando lei era con lui.

Trasalì, gli occhi scendevano sulle cicatrici sul suo petto di tanti anni fa- e su quelle più fresche, alcune ancora in fase di guarigione, altre già coperte dal tessuto cicatriziale. Era diventato più alto e aveva più muscoli, teso sotto la sua pelle mentre si allungava per prendere la camicia.

Cosa penserebbe se lei lo vedesse ora?

Draco Malfoy era un ragazzo che non sarebbe mai guarito.

Accantonando i suoi pensieri, si mise la camicia, lunghe e secche dita abbottonavano i bottoni finali, mentre si continuava a guardare allo specchio. Il marchio sul suo braccio rimase lì contro la sua pelle pallida e si tirò giù la manica prima di uscire dal bagno.

Astoria stava ancora dormendo nel letto, le sue spalle lisce e la sua criniera castana l'unica cosa che visibile mentre camminava per il comodino, a malapena guardandola. Prese la sua bacchetta e la intascò, non andava mai in giro senza- nemmeno in cucina.

Passandosi una mano nei capelli, finalmente i suoi occhi scivolarono su Astoria, la sua faccia carina rilassata, piccoli sbuffi lasciavano le sue labbra mentre dormiva. La coperta era scivolata giù le sue spalle, rivelando la pelle nuda fino all'ombelico e Draco sospirò mentre si muoveva dal suo lato del letto e alzava le coperte su di lei, non lasciando che le sue mani indugiassero più a lungo.

I suoi occhi catturarono un piccolo punto di bellezza sulla sua clavicola e sbatté le palpebre. Lo aveva sempre avuto? Non importava quante volte erano stati insieme, non era mai riuscito a memorizzare il corpo di Astoria- non nel modo in cui si era impegnato a memorizzare lei.

Draco strinse i denti e cercò di scacciare il pensiero traditore via. Non poteva pensare a lei, ai suoi capelli ricci e neri, così morbidi sotto le sue dita e le lentiggini sparpagliate tra il naso e le guance. Non poteva pensare a come lui conosceva ogni singolo punto di bellezza che c'era sul suo corpo, li aveva baciati tutti e le sue mani tracciavano tutte le sue curve.

Imprecò sotto voce e uscì dalla stanza.

Le sue dita sistemarono la camicia lungo i polsi e scese le scale, il tappeto verde smeraldo ammorbidiva i suoi passi. La casa era grande e spaziosa, tutta quercia scura e tendaggi pesanti, ma raramente lo notava. Era solo grato di essere uscito da quel fottuto buco chiamato Malfoy Manor.

La tazza si riempì automaticamente di caffè nero non appena Draco varcò la soglia della cucina. Prese la tazza e si appoggiò alla penisola. L'avrebbe dovuto scaldare- dovrebbe farlo sentire meglio in qualche modo- ma si era arreso da tempo a qualsiasi cosa che gli potesse portare un po' conforto, lo beveva solo perché gli dava un po' di energia, specialmente quando dormiva solo un'ora ogni notte.

Ci fu uno scoppiettare quando il giornale apparì sul tavolo di fronte a lui e si inclinò in avanti prendendolo, scuotendolo per aprirlo e bevendo un altro sorso di caffe.

POTTER ANCORA IN FUGA.

Sotto il titolo urlante c'era una foto di Harry Potter di prima della guerra- Draco riconobbe che era il quinto anno, l'udienza che aveva avuto al Ministero, riguardo i Dissennatori che avevano attaccato lui e suo cugino.
"Ti sei alzata presto." Non alzò lo sguardo dal giornale mentre lo disse, invece alzò la tazza ancora una volta contro le sue labbra, fissando la foto ancora in movimento.

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀWhere stories live. Discover now