𝖛𝖊𝖓𝖙𝖎𝖖𝖚𝖆𝖙𝖙𝖗𝖔: 𝖈𝖔𝖓𝖙𝖆𝖈𝖙𝖚𝖘

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contactus; tocco, contatto, toccare.

ELARA non si sarebbe arresa.

Se Draco Malfoy pensava che l'avrebbe fatto, si sbagliava di grosso e lei non vedeva l'ora di vedere l'espressione sul suo viso quando ci sarebbe riuscita. Il pensiero la fece sorridere anche mentre si preparava per il compito del tutto spiacevole che stava per intraprendere.

Sollevando la mano, bussò due volte alla porta di fronte a lei. Non era sicura di cosa aspettarsi e avrebbe preso praticamente qualsiasi altra alternativa, se ce ne fosse stata.

"Non sono dell'umore giusto, Demetrius," fu la dura risposta dall'interno della stanza ed Elara rabbrividì, internamente.

"Sono Elara."

Ci fu un silenzio rapito, uno che probabilmente coinvolse Carolyn che alzava gli occhi al cielo. Poi-

"Chi?" fu la risposta sarcastica.

Elara strinse i denti. Il mal di testa sanguinante non si era placato una volta - nemmeno quando Malfoy si era presentato al rifugio un giorno prima - e lui che gli negava anche quando lei lo supplicava aveva solo aggiunto il suo fastidio, insieme a Harry che si rifiutava di lasciarla andare con loro da Ginny.

"Carolyn," si sforzò, facendo del suo meglio per tenersi sotto controllo. "Ho bisogno di parlare con te."

Ci fu un altro breve silenzio ed Elara dibatté di salvare il suo ego e andarsene, ma poi la serratura della porta scattò. Lo aprì, rivelando la stanza di Carolyn.

Assomigliava molto alla sua - e ogni altra stanza della casa - tranne che per Carolyn aveva un intero muro ricoperto di piccoli scarabocchi. Uccelli, fiori, fuoco, alberi: qualsiasi cosa riguardasse la natura copriva il muro da cima a fondo. Secchi di vernice erano ammucchiati in un angolo, i pennelli raccolti sul cassettone.

"Bene?" Chiese Carolyn dalla poltrona. Ovviamente aveva appena finito di dipingere, le sue braccia schizzate di arance e gialli, un po' di blu impigliato nei suoi corti capelli biondi. Con i tre tagli sul suo viso accigliato che brillava di rosso, era un'immagine intimidatoria.

"Dipingi?" Chiese Elara, i suoi occhi fissi di nuovo al muro. Era piuttosto impressionante: un arazzo di foreste, mari e animali, tutti sparsi in modo casuale.

"No, ho assunto un elfo," rispose seccamente Carolyn. "Sì, dipingo. Non sei un Corvonero? Sai che la creatività è uno dei nostri tratti distintivi, giusto?"

Elara sussultò, quasi dimenticando che erano state collocate entrambe nella stessa casa. "Giusto. Voglio dire – io disegno."

Carolyn inarcò un elegante sopracciglio, incrociando una gamba sull'altra mentre si sedeva sulla poltrona. "Affascinante. Ora, ti va di dirmi perché stai riducendo il mio tempo a dipingere?"

Elara si riprese rapidamente al compito, cercando di ignorare il dolore al cranio. "Ho bisogno del tuo aiuto."

Era difficile pronunciare quelle parole, ma almeno lo fece. Carolyn non rese le cose più facili. La sua espressione si trasformò in una di gioia; era evidente che le piaceva vedere la sua rivale venire da lei per chiedere aiuto.

"Oh?" la ragazza più grande fece le fusa con un sorriso. I tagli sul suo viso si contorsero. "Dimmi."

Elara respinse il suo orgoglio e si fece coraggio con un respiro. "Conosci un Orion?"

L'espressione di Carolyn non cambiò. "Chi?"

"Orion," ripeté Elara, esitante. "Ti sei diplomata a Hogwarts tre anni prima che avrei fatto io e penso—"

ᴛʜᴇ ɢɪʀʟ ᴡʜᴏ ʟᴏꜱᴛ ɪᴛ ᴀʟʟ/ᴛʀᴀᴅᴜᴢɪᴏɴᴇ ɪᴛᴀʟɪᴀɴᴀWhere stories live. Discover now