VII

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Tori

"Uh... Tocca a te". Dico esitante, e prima di riuscire a capire cosa sta succedendo, sono a terra, con un dolore acuto che emana dal mio braccio sinistro. Mi rimetto in piedi mentre la rabbia comincia a salire dentro di me, quando vedo una delle due donne della prigione con cui sto giocando a carte in piedi e con in mano un grosso bastone. "Ok, non è così che si gioca a Go Fish in America!" Scatto, mentre mi spolvero la tuta. So che reagire è probabilmente la cosa più stupida che potrei fare, dato che queste donne sono pericolose e spietate, ma non mi lascerò trattare così! Non posso permettere loro di vedere quanto cavolo sono spaventata e nervosa, altrimenti abuseranno di me ancora di più. Lei ringhia e alza il bastone mentre si prepara a colpirmi di nuovo, ma l'altra donna la ferma.

"Attenta", avverte trattenendola, "lei è quella che ha accecato Cancelliere". Stringo gli occhi verso di lei e cerco di mantenere la mia posizione. I suoi occhi si allargano e comincia a balbettare delle scuse.

"Uh-uh io no voleva, scusa.". Borbotta indietreggiando, lasciando cadere il bastone mentre si gira per andarsene. L'altra donna la segue velocemente.

"Già!" Le inseguo, cercando di sembrare il più intimidatoria possibile. "Scappate più veloci!" Ma non appena girano l'angolo e non sono più in vista, metto il broncio e mi strofino il braccio dolorante. "Ahia..." Piagnucolo.

Questa giornata è stata uno schifo! L'incontro con il Cancelliere questa mattina non poteva andare peggio. Dopo che il mio avvocato designato si è rivelato una femminuccia totale e se n'è andato strisciando, mi hanno condannato a quattro anni di prigione Yerbaniana! Quattro anni! E ora che sono bloccata qui, non posso nemmeno farmi degli amici perché tutti sono o psicopatici o troppo spaventati per avvicinarmi.

"Tori! Psst! Tori!" Vengo portata fuori dai miei pensieri frustranti quando sento qualcuno chiamare il mio nome. Mi giro e il mio spirito sale quando vedo Jade, Cat, Trina e André dall'altra parte del recinto delle visite. Corro da loro mentre tutti si preoccupano di me. Beh, tutti tranne Jade, che sputa un sarcastico 'Ti dona l'arancione'.

Il ricordo di ieri sera, però, mi assicura che è semplicemente lei che recita la sua parte. Le lancio un'occhiataccia e mi volto di nuovo verso gli altri, informandomi sulla mia situazione attuale. Mi dicono che Sikowitz, Beck e Robbie stanno contattando i miei genitori e il nostro ambasciatore americano per assistenza. In quel momento noto che André si infila cucchiai di sale in bocca come effetto collaterale del suo morso di falena.

"Allora, qualcuno ha cercato di picchiarti?" Trina chiede.

"No", rispondo con finta spavalderia. "Sono rispettata, qui". Mi guardo intorno e continuo a bassa voce: "A quanto pare sono la psicopatica che ha pugnalato l'occhio del cancelliere". Jade mi lancia un sorriso soddisfatto, come se fosse orgogliosa di me o qualcosa del genere.

Spiego loro che la prigione ospita sia donne che uomini, con una semplice recinzione che separa i due gruppi, proprio mentre Sheeba, una detenuta mostruosamente grossa e virile, che ha una reputazione violenta, passa di lì. Vedo un improvviso scintillio negli occhi di Jade e il mio stomaco si stringe. Oh-oh... Di sicuro, non appena Sheeba si accorge che la sta fissando e la affronta, cominciano a volare gli insulti. Con ogni singolo commento, Sheeba diventa sempre più arrabbiata e tutto quello che posso fare è sperare che non si sfoghi su di me per associazione.

"Dovevi proprio provocarla così?" Chiedo, una volta che Sheeba si è allontanata.

"Sì, dovevo". È la semplice risposta di Jade e posso dire che è veramente soddisfatta di se stessa.

Proprio allora, le due donne con cui stavo giocando a carte ritornano, con le mani piene di pietre. Okay, questo non può essere un bene...

"Ehi Vega!" mi chiama una di loro.

༄ 𝐁𝐞𝐡𝐢𝐧𝐝 𝐄𝐧𝐞𝐦𝐲 𝐋𝐢𝐧𝐞𝐬.Where stories live. Discover now