Rispetto

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Per tutta la mia breve vita ho bramato il rispetto. Ho desiderato essere rispettata dai coetanei, dagli amici, dai compagni di classe, dai ragazzi che ho avuto. Ho bramato un rispetto che non è mai arrivato.
Conta soltanto chi è ai primi posti, chi è sfacciato, chi urla contro l' amore invece che apprezzarlo.
Quando si faceva Religione, a scuola, Dio ci diceva di rispettarci l' un l' altro; poi, però, quella porta veniva chiusa e quella materia terminava lì. Di me non aveva rispetto nessuno, nemmeno il mio gruppo di amici. A nessuno importava che io non stavo bene, che io ero per metà disabile. Loro ci vedevano una ragazza che non valeva quasi niente, che era 'diversa'. Tante volte mia cugina me lo disse in classe "Sei diversa, Stella". Una volta mi disse anche un' altra frase, una frase terribile "Ma perché non muori?". Sono passati anni, eppure ancora mi ricordo di quella frase. Fu allora che il mio cuore cominciò a morire, sempre a metà; è lei è diventata qualcosa ora: è madre, è moglie. Io, invece, non sono nulla. Anche altri ragazzi mi prendevano in giro, io ero poco importante per tutti.
Crescendo mi sono accorta che c' è chi urla troppo, in questa vita, contro un sistema che predica l' Amore, il Rispetto, il Sogno; e non urla mai contro chi è malvagio, contro chi truffa o pretende di essere pagato per ogni minima cosa.
Benché la mia disabilità ho studiato in una scuola Cattolica- Cristiana e ho avuto gli insegnanti più rispettosi del mondo.
Le compagne ed i compagni, quelli non mi hanno mai rispettata. A volte ho desiderato che il mio cuore morisse del tutto. Ho desiderato gettarmi dal ponte vicino casa mia, non esistere più. Un giorno una psichiatra mi disse "Hai sofferto troppo, hai pianto troppo. Ecco perché ora il tuo cuore è malato".
Quanto può piangere un' adolescente per far morire il suo cuore?
Quella parte di cuore, che è morta per il troppo dolore, chissà come poteva essere se fosse ancora viva ora... benché mi avvicinassi sempre di più alla disabilità, non ho mai imparato a farmi rispettare. E ancora oggi non mi rispetta nessuno. Ho problemi di soprappeso, una respirazione irregolare, un cuore malato; eppure ancora non riesco a farmi rispettare. Non ho mai imparato. Ma, d' altro canto, le persone malate non vengono mai rispettate. Poi mi hanno fatto una lastra al cuore e c' era una macchiolina, a forma di lacrima. A furia di piangere una lacrima è finita nel mio cuore, ecco perché spesso mi fa male. "È a forma di lacrima" hanno detto i dottori. Poi mi hanno dato la 'legge 68'. A volte il cuore mi fa così male che vorrei strapparmelo dal petto, ma non posso farlo. Quando, però, sono avvolta dal dolore, sembra che lui mi parli "Decido io per te, non tu! Tu non decidi!".
Infatti, io non decido. Ho smesso di sperare in un uomo che mi amasse tanti anni fa. Tanti mi dicono "Tu mi piaci, io ti amo!" Ma non mi ama nessuno. Una donna si accorge quando è amata oppure no.
Un pochino come le app del telefono o i programmi delle serie a pagamento: funzionano finché vengono pagati. Quando, poi, non si pagano più, fanno pian piano cilecca.
Devi essere ai primi posti per valere, devi considerare gli altri come delle pulci per avere rispetto da loro, devi avere i soldi per diventare qualcuno.
E una persona disabile, qui, che posto ha? Una persona con uno status più basso o che è una ragazza anziché un maschio, che può diventare? Niente. E ancora: devi studiare come vogliono i professori per ottenere un voto o un risultato positivo a un esame. 'Sono svenuta ieri, sono stata portata in ospedale, sono malata, ho lavorato tutto ieri' conta qualcosa? 'E che mi importa a me' ti possono rispondere 'affari tuoi!'. Eh già, affari tuoi. Se io fossi stata più rispettata o considerata, però, il mio cuore non avrebbe cominciato a perdere i colpi ora. Sono nata senza alcun problema, poi mi sono ammalata. Il cuore è un organo e risente di tutto ciò che lo circonda. Se sono fuori corso è perché ho una macchiolina sul cuore, non perché non studio! Se i compagni mi avessero rispettata a tempo opportuno, io quel giorno non mi sarei gettata in mezzo al fumo, intossicandomi i polmoni!
Io respiravo benissimo da bambina, poi non ho respirato più. Hanno gettato addosso a me tanto di quel 'fumo' che io mi sono gettata sul fuoco vero. Cosa è successo veramente? Ve lo racconterò: mi prendevano in giro al liceo, dunque sono scappata da scuola. Volevo morire, quindi mi sono gettata nel bel mezzo di una casa infuocata.
Quando mi hanno tirata fuori dalla casetta in fiamme i miei polmoni non erano più gli stessi. Non respiro più come prima.

Il cuore muore sempre a metàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora