LXI

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Sfilai la mia mano da quella di Draco, eravamo degli stupidi. Facevamo i due fidanzatini senza preoccuparci di chi ci potesse vedere, in quel momento quelli che ci avevano visti erano il mio "finto fidanzato", i suoi genitori, subito dopo entrò anche Astoria e per finire anche il Signore Oscuro. . . 

Ci avvicinammo al tavolo, io avevo intenzione di sedermi il più lontano possibile ma dovetti accomodarmi tra il Signore Oscuro e Lucian. Draco era tra sua madre e Astoria, beato fra le donne proprio. Questa scena mi ricordava la sera del mio suicidio.

Voldemort: Giravano delle voci su di voi, ma non volevo crederci.

Emily: Mio signore-

Lucius: Io credo che dovresti tacere.

Voldemort: Lucius, calmo, fai parlare la piccola Emily. 

Lucius: Mi scusi mio Signore.

Non sapevo letteralmente cosa dire, Astoria mi guardava male, Draco quasi voleva sprofondare, due assassini mi tartassavano di domande e l'aspetto del Manor divenne così cupo, come se le tenebre animassero quella sala.

Voldemort: Ho capito, lasciamo stare. ho saputo anche della maledizione.

Emily: Si mio Signore.

Voldemort: Mors, vero?

Emily: Si, morte.

Draco: Ma su andiamo, ne parliamo come se nulla fosse. Emily sta morendo e tu sei il Signore Oscuro, hai promesso noi gloria e protezione.

Per Salazar, Draco era proprio agitato. Si era alzato per sbraitare addosso al Signore Oscuro, per me. Astoria non ne parliamo proprio, voleva ammazzarmi.

Lucius: Draco Lucius Malfoy, come ti permetti di parlare così al Tuo Signore. 

Voldemort: Susu, calmatevi. Il ragazzo ha ragione. Ma Draco, vedo non hai seguito il mio consiglio. 

Draco: No, perchè non posso.

Emily: D-di, di cosa sta parlando.

Voldemort: Avevo proposto Draco di non vederti più, ma a quanto vedo.

Quell'essere spregevole, se ne stava lì a dettare ordini. Cosa cazzo ci ricavava lui a non vederci più insieme. 

Voldemort: E non ti preoccupare, caro Draco, una volta che vincerò questa guerra Emily avrà tutte le mie attenzioni.

Si smaterializzò via in una nube nera. Tirai un sospiro di sollievo, ora però la parte dura veniva per Draco che doveva subirsi Lucius. Io mi alzai dal mio posto e vidi padre e figlio allontanarsi nella parte più buia della sala, presumo fosse lo studio del padre.

Narcissa: Cara, posso parlarti?

Emily: Certo Narcissa.

Io e Narcissa ci allontanammo verso il salone, lasciando Lucian e Astoria da soli.

Narcissa: Ieri, Draco mi ha raccontato in parte. . . Posso sapere perchè hai avuto quella reazione? Sempre se posso.

Era difficile da parte mia spiegare le mie sensazioni, Narcissa era la mia vera madre, con lei sapevo aprirmi facilmente. Presi le sue mani nelle mie e cercai di non divagare.

Emily: Quando ero piccola, mio padre, mi puniva con maledizioni che solo Salazar sa. Molte volte lo faceva perchè odiava sentirmi frignare o perchè mia mamma non sapeva calmarmi, molte volte se la prendeva anche con lei. Vedere Lucian torturarsi su quella poltrona era come rivedere me torturata da mio padre.

Narcissa a quelle parole e alla mia dichiarazione mi diede un lungo e profondo abbraccio. Era sempre così... Rassicurante.

Narcissa: So che mio figlio non è perfetto, che non è quello che tutti si aspettano...

Emily: Vostro figlio è la più bella benedizione che mi potesse capitare.

Narcissa: Lo so Emily, lo vedo da come ti guarda, da come ti conforta. Draco non era mai stato così prima d'ora, hai toccato e acceso un punto di lui inesplorato, inesplorato anche da me... Sua madre.

Era davvero dolce quella donna, e questo spiegava molti lati che adoravo in Draco. Lui con me mostrava la parte che aveva ereditato da Narcissa, e non da quell'essere di suo padre.

Draco pov.

Mio padre dopo quella bellissima chiacchierata con il Signore Oscuro mi tirò nel suo ufficio.

Lucius: Colloportus. Io mi chiedo... Come mai, dopo tutti i miei insegnamenti, sia uscito un figlio così ingrato, presuntuoso.

Draco: Si raccoglie ciò che si semina, e poi se per voi picchiare e frustare un bambino ad un'età prematura sono paragonabili ad essere chiamati "insegnamenti", io veramente non so che dire...

Lucius: Lo vedi. Vedi che quella mocciosa ti sta cambiando. Il primo anno ad Hogwarts, come anche tutti gli altri, Severus mi riferiva come tu portassi alto il nome Malfoy. Ora invece... Sei una femminuccia, legato ad una stupida ragazzina.

Draco: Chiamate Emily come volete, ma io Draco Lucius Malfoy, non diventerò mai come voi: avaro, ipocrita e meschino.

Erano anni che mio padre mi faceva ramanzine su ramanzine, ma mai, Mai, girava per il suo studio (visibilmente turbato) a mantenersi le tempie e ad astenersi dal picchiarmi.

Lucius: Giuro che se non esci in 10 secondi dal mio campo visivo ti riduco ad un ammasso di polvere.

Draco: Con piacere.

Girai i tacchi e uscii sbattendo la porta. Quell'uomo fa cambiare il mio umore in una frazione di secondo.

Ancora seduti al tavolo, se non altro uno di fronte all'altro, c'erano Astoria e Lucian che parlavano. Astoria se la rideva. Mentre mia madre e Emily non erano lì.

Astoria: Amore giuro che non stavamo facendo niente...

Draco: Tu a questo te lo puoi anche scopare, forse non hai capito che non me ne fotte un cazzo. E smettila di chiamarmi amore, sei irritante.

Mi diressi al carrello, vicino al caminetto, pieno di alcolici e riempii fino all'orlo un bicchiere di Whisky. Tanto per cominciare bene la giornata.



Don't forget me//Draco Malfoy & Emily BlackWhere stories live. Discover now