XXVI

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Emily: Avevate detto che non aveva ne figli  ne primogeniti, come posso essere la sua discendente?

Narcissa: Su questo la legenda non è chiara, molti suppongono che in un secondo momento Black per ripicca sposò una donna, altri dicono che una tra le tante donne che lo soddisfavano sessualmente fosse rimasta incinta.

Ma io dico, perchè proprio a me, ma poi perchè mio padre non ne aveva mai parlato.

Emily: Narcissa mio padre non me ne ha mai parlato.

Draco: Emily, nel mondo dei maghi esistono tantissime legende, nessuno va a pensare che quest'ultime siano vere. 

Narcissa: Emily sai che abbiamo stesso sangue, ma tuo padre viene proprio da un altro ramo della famiglia Black. Io credo che ora dovremo avvisarlo.

Emily: No io non-

In quel momento si smaterializzò il professor Piton nel salone, la sua faccia era più tetra del buio e per questo non si capiva se era triste, stanco, nervoso, allegro o perfino felice.

Narcissa: Severus.

Piton: Il Signore Oscuro?

Narcissa: E' di sopra, in compagnia di mio marito e altri mangiamorte.

Non salutò, non ci diede la buonanotte, era sempre il nostro professor Piton e vederlo quasi mi faceva ripensare ad Hogwarts. Era da un po' che ci mancavo, che salivo sulla Torre di Astronomia, che studiavo con Hermione o che aiutavo le matricole. Hogwarts non era più la stessa e questo lo sapevo.

Narcissa: Cara cosa dicevi?

Emily: Narcissa domani ci sarà una guerra magica, se mi va bene me ne esco senza un arto, nel peggior dei casi potrei morire. Questa maledizione non credo possa aggravare la situazione.

Draco: Ehi, non devi dirlo, mai. Te l'ho promesso. Ho promesso che ti avrei protetta, anche da Lucian. 

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Era l'alba, ieri sera non ho neanche svegliato Pansy per parlarle un po', sono andata a dormire presto. Mi sono vestita e lavata per prima, erano circa le 6:00.

Emily: Oh una lettera. Da quanto che non ne ricevo una.

Il gufo sul ciglio del davanzale mi porge la lettera che aveva in bocca. La aprii e una perfetta calligrafia saltava all'occhio. Era quella di Blaise, finalmente mi scriveva.

Ehi Emy,

so che da un giorno all'altro ti ho lasciata sola, presumo tua mamma ti abbia detto che siamo scappati, so anche che non mi hai scritto solo perchè ogni lettera e ogni gufo sono rintracciate da Lui. Io ti voglio bene, non ne dubitare mai, so che sei tanto forte da fare una strage. Non farti indebolire da Lui. Io ora mi trovo in un paesino babbano della Francia, resisti per me e resisti per Draco. Lui ti ama da quando ti ha vista, questo però non dirglielo che mi ammazza ma era importante che tu lo sapessi. 

Ti voglio bene.

-Blaise

Il solito Blaise, mancava un sacco anche a me. Si sentiva un profumo buonissimo che usciva dalla busta, era il suo profumo, sa quanto mi fa calmare. C'era ancora un bigliettino.

P.S. Non bere, ti fa male, tu non vuoi diventare un'alcolista a soli 17 anni vero?

Emily: Questa è la solita frase da Zabini ahahahahahah. 

Posi la lettera in un cassetto e scesi giù, non si sentiva ancora un trambusto, significava che le acque erano ancora calme. Mi meravigliai di trovare Narcissa, mia madre e la madre di Pansy vicino al camino a chiacchierare come nulla fosse.

Emily: Buongiorno.

Sgn. ra: Tesoro, buongiorno.

Mia madre cercò di abbracciarmi ma la scansai nervosamente, aveva ancora il coraggio di chiamarmi "tesoro", patetica.

Emily: Quindi, tra quanto partiremo?

Narcissa: Cara una buona notizia, ricordi ieri il professor Piton che cercava il Signore Oscuro?

Emily: Si, perchè.

Sgn. ra: In realtà ci sta dando solo più tempo, con la scusa che Potter non era ancora tornato ad Hogwarts Lui ha rimandato tutto e proprio ieri sera ha mandato gufi di lettere a tutti i mangiamorte.

Emily: Oh, oddio, è magnifico.

Cazzo il professor Piton non era poi così stronzo, più tempo per noi significava anche più tempo per Hermione, Ron e Harry. Ma anche più tempo per scoprire la mia malattia.

Narcissa: Emily. Tua mamma è qui, non credi che. . . 

Presi un grande respiro, ero pur uscita dal grembo di quella donna e quindi questo la rendeva ancora tecnicamente mia madre. Doveva saperlo, aveva il diritto.

Emily: Ieri, quando ero in camera con Draco-

Sgn. ra: Scusami? Ti ricordo del tuo promesso sposo, sai si chiama Lucian.

Emily: Narcissa io veramente non ce la faccio. Ti rendi conto che stai diventando come mio padre? Pensi solo agli affari e a questi stupidi patti.

Narcissa: Amanda io ti consiglio di ascoltare tua figlia, non immagini neanche la gravità della cosa.

Emily: Grazie Narcissa. Dicevo, ieri in camera con Draco ci siamo accorti che sulle mie braccia c'erano macchie sospette. Insistevo sul lasciar perdere ma Draco non ha sentito ragioni e mi ha portata da Narcissa. E' venuto fuori che. . . 

Sgn. ra: Cosa Emily.

A vederlo era una cosa ma a dirlo era più difficile del previsto, solo allora mi resi conto di quanto fossi nella merda, non conoscevo ne la mia maledizione ne le altre 11.

Narcissa: Emily, posso?

Annuii e feci continuare Narcissa.

Narcissa: Avete mai sentito parlare della legenda del Signor Black?

Sgn. ra: Si, mia madre me la raccontava da piccola.

Sgn. ra Parkinson: Lo stesso vale per me.

Narcissa: Ecco, neanche a farlo apposta è molto probabile che Emily sia la dodicesima discendente Black, e come tale deve subire la sorte dello stesso Signor Black.

Mia madre stava per svenire, la madre di Pansy era diventata bianca e io non sapevo se stavo per morire. Che situazione di merda direi.

Don't forget me//Draco Malfoy & Emily BlackWhere stories live. Discover now