Capitolo 18

219 41 10
                                    

Serena

Sono arrivata, ma sento di non avere il coraggio di proseguire. Fisso la porta in mogano della mia casa, oltre la quale mia madre mi starà sicuramente aspettando. Prima che arrivi una macchina a suonarmi dietro perchè sono in mezzo alla strada da qualche secondo, mi posiziono dietro l'auto scura di mio padre. Perfetto, non avrò solo una furia nera da risolvere, ma ben due. 

Non accenno ancora a scendere, è come se mi fossi improvvisamente immobilizzata nel sedile. Lascio andare un profondo respiro e temporeggio. Ho quasi paura di mettere piede in casa, sapendo cosa mi aspetterà per il mio comportamento irrazionale di ieri sera.

Non sono solita lasciare mia madre senza una valida spiegazione, invece, mi sono limitata a mandarle un misero messaggio su Whatsapp che sicuramente non avrà neanche letto. Per non parlare di Iris che mi avrà tartassato sulla chat, quando si sarà accorta che ero completamente sparita. Tra le due non so chi sarà più preoccupata dell'altra e non posso neanche dar loro torto.

Scuoto la testa, tentando di scacciare via i rimorsi e finalmente lascio l'abitacolo della macchina dopo averci trascorso infinite ore. Lancio una rapida occhiata al piano superiore di casa, in particolare sulle finestre a destra. Due scale non mi basterebbero per intrufolarmi in camera mia, senza dover passare per forza per la porta d'ingresso e il corridoio.

Giro attorno alla macchina, ma mi blocco di colpo, quando con la coda dell'occhio intravedo degli strani segni su uno dei finestrini posteriori. D'istinto avvicino la mano e intuisco che si tratta di un'impronta, quasi sbiadita del tutto. Apro le dita e cerco di riprodurne l'esatto contorno. In quel momento i ricordi mi investono. Il corpo caldo di Daniel sopra di me, il suo bacino che si muoveva contro il mio, portandomi in un paradiso di piacere mai provato prima d'ora, i miei ansimi che riempivano l'abitacolo di un'aria nuova, carica di irrefrenabile desiderio e il suo respiro sulla mia pelle nuda, riempita di mille brividi.

L'impronta sul vetro è la mia perchè ricordo di averla fatta, mentre ero al culmine dell'orgasmo e non riuscivo a controllare l'eccitazione che stava sovrastando nel mio corpo. Mi sentivo sul punto di esplodere da un momento all'altro, come una bomba a orologeria. In quell'attimo di pura intimità con Daniel mi sono sentita d'un tratto svuotata, come se mi fossi liberata di un peso addosso, ma allo stesso tempo carica di una nuova energia. Ora capisco perchè il sesso viene sopravalutato positivamente da tutti, in effetti è un'esperienza che vale la pena provare almeno una volta nella vita.

L'aria fredda del mattino mi solletica le gambe, ricordandomi di aver lasciato le calze ancora in auto. Le recupero velocemente insieme alla giacca in pelle e alla borsetta e mi affretto a entrare in casa prima di ritrovarmi a battere i denti per colpa del freddo. Infilo le chiavi nella serratura e neanche il tempo di richiudermi la porta alle spalle che Diana accorre verso di me, come suo solito, per salutarmi.

"Mamma, sono tornata" annuncio, accarezzando Diana e accennando i primi passi verso il salotto.

La televisione è accesa, ma non c'è nessuno sul divano. Il volume è basso e il salotto è vuoto. Vedo Diana dirigersi in cucina e intuisco che mamma deve essere lì. Poso il mazzo di chiavi sul tavolino rettangolare in legno tra il divano e la tv e seguo la mia cagna.

"Mamma?" la richiamo.

È seduta sul tavolo di marmo della cucina, bianco e lucido. Probabilmente lo avrò sfregato a fondo per scaricare la tensione nervosa dovuta alla mia lunga assenza. Tiene le braccia incrociate al petto e mi fissa in completo silenzio. Mi basta incrociare la burrasca nei suoi occhi azzurri per intuire che non è affatto di buon umore.

"Ciao" tasto il terreno con un tono di voce neutro, ma lei non mi ricambia il saluto.

Okay, è arrabbiata: o con mio padre, dato che loro litigano spesso, o molto più probabile con me.

Follie d'amoreWhere stories live. Discover now