89. Il mio angelo.

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-A cena devo dirti una cosa.- Mi disse mio padre aprendo la porta di casa e dirigendosi in cucina, io guardai Ashton pronto a chiedere cosa stesse succedendo dal momento che si era rivolto solo a me, e lui probabilmente lo sapeva, ma alcune voci nel salotto attirarono la mia attenzione.

-Smettila di far scoppiare quei cazzo di palloncini, merda!- Sentii l'inconfondibile voce roca di Travis.

-Non lo sto facendo a posta, scoppiano quando li lego! Non è colpa mia se ho polmoni soprannaturali, e gonfio troppo i palloncini!- E quella era decisamente la voce di Chris.

-Quando arriva Mickie e non hai gonfiato almeno due maledetti palloncini, te li faccio ingoiare, e credimi, non deve essere bello cagare questa merda!- Sospirai negando con la testa alle parole delicatissime di Luke. Casa dolce casa.

-Fammi preparare psicologicamente.- Scherzai entrando in quella stanza seguita da mio fratello, era pieno di palloncini da gonfiare e pezzi di essi a terra, e sul tavolo un grande poster con su scritto "Bentornata a casa". Travis colpì la testa di Chris che si massaggiò l'area colpita.

-Che cazzo fai?!

-Mickie è qui, coglione, e c'è solo un palloncino gonfio.- Si giustificò Travis orgoglioso di averlo colpito.

-Non sapeva che ci fossero pezzi di palloncini scoppiati a terra, genio, avremmo potuto dirle che si trattava di una nuova decorazione...

-Coglione.- Ripeté Travis mentre i suoi occhi mostravano quanto quella situazione lo rendesse divertito. Travis e Chris si parlarono durante la mia permanenza in ospedale, aggiustando le cose e smettendo di odiarsi a vicenda... beh, a modo loro.

-Ed io che pensavo si sarebbero buttati su di me.- Luke sorrise mostrando i suoi denti bianchi, avvicinandosi a me. -Ho qualcosa per te, Angelo.- Mi baciò castamente le labbra e tirò fuori una collana argentata dalla tasca posteriore dei pantaloni a forma di ali d'angelo con una scritta sopra, la mia collana.

-Come hai fatto...?- Sorrisi, evitando di urlare, e mi gettai tra le sue braccia che mi sollevarono da terra mentre rideva fra i miei capelli per la mia emozione. -Ti amo.

-Ho dovuto firmare solo alcuni documenti e l'ho recuperata dalla tasca dei pantaloni di Mark.- Il solo sentir pronunciare quel nome mi fece rabbrividire, ma cercai di non farci caso, per la facilità di avere la mia collana. Gliela porsi e mi voltai alzando i capelli, Luke mi legò la collana attorno al collo e lo baciò prima di ritirarsi.

-Dovremmo andare adesso o dobbiamo aspettare che vi giurate amore eterno fino alla fine dei tempi?- Sentii Chris parlare dietro di noi.

-Credo che inizio a sentire l'odore degli spaghetti che devo cuocere, quindi voto a favore dell'idea di andarcene adesso.- Disse Ashton annusando l'aria facendoci ridere tutti. -Ed Hemmings, le mani su...

-... sulla sua santa e pura vita, Irwin, afferrato.- Finì la frase Luke stringendomi al suo petto. -Anche se non l'ho mai rispettato.- Mi sussurrò all'orecchio così da sentirlo solo io, e senza volerlo, arrossii.

-Impari in fretta, porcellana.- Sbuffò infastidito Luke all'intervento di Travis, e non sapevo perché ancora non avessero lasciato la stanza.

-o-

Dopo che mio padre cucinò qualcosa da mangiare per tutti, i ragazzi si dispersero e Luke mi chiese di allontanarsi un po' da tutto ed andare a casa di suo padre e così facemmo. Con la promessa di tornare per cena, uscii di casa con Luke. Quel pomeriggio ridemmo, guardammo un film e facemmo l'amore come mai avevamo fatto, baciò persino ogni piccola parte del mio corpo, tutti i miei nei, tutti i miei segni, anche l'orribile cicatrice sulla mia coscia, tutto per farmi dimenticare l'incubo vissuto con Mark, che aveva fatto soffrire anche lui. Quel pomeriggio fu uno dei più belli passati con lui, uno di quei momenti che vorresti congelare e conservare in modo da poterli rivivere più e più volte, perché, ero sicura, che Luke Hemmings lo avrei voluto nella mia vita per sempre.

Rebellion || L.H. [ Italian traslation ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora