CAPITOLO 4

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"DRACO! APRIMI SUBITO "
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Passò una settimana burrascosa, mi sentivo costantemente fissata.

Le ragazze continuavano a reputarmi una troia, Malfoy e i suoi scagnozzi continuavano a fare battutine irritanti e Blaise non mi rivolgeva più la parola.

A dire la verità Blaise si era unito al gruppo di Malfoy, iniziava a chiamarmi puttanella e prendermi per il culo come tutti gli altri.

Passavo tutti i pomeriggi con Hermione in biblioteca, "perciò non verrai?" mi disse Hermione alzando la testa dal libro che stava leggendo.

"Dove?" domandai, "domani a Hogsmeade", la prima gita dell'anno. "No, non verrò".

"dai y/n!" ribattè Hermione, inclinai la testa e la guardai in maniera scocciata, "No, Hermione non cambierò idea".

Sono sempre andata in gita, soprattutto la prima, dove tutti gli studenti dal primo anno all'ultimo si riunivano e andavano a visitare Hogsmeade, ma non mi pareva il caso di andarci, con la reputazione che avevo.

Hermione sobbalzò in piedi e sbuffando mi disse "beh, non sai cosa ti perdi", poi si girò su due piedi e si diresse verso l'uscita portando con sè alcuni libri.

IL GIORNO SEGUENTE

Mi alzai con molta calma, essendo che non avrei fatto lezione, e avrei passato una noiosa giornata da sola, visto che tranne alcuni studenti che non avevano l'adesione dei genitori, gli altri erano partiti per Hogsmeade.

Mi diressi per fare colazione in sala grande, e notai Draco seduto infondo al tavolo a fissare il piatto davanti a lui, mi sedetti il più lontano possibile, non riuscendo a distogliere lo sguardo dai suoi fantastici occhi grigi, notai subito che qualcosa non andava in lui, aveva uno sguardo freddo, assente, ma soprattutto perchè non era ha Hogsmeade?

Si alzò di colpo per uscire dalla sala grande, passando davanti a me, si fermò un secondo a guardarmi negl'occhi. Al solo sguardo rabbrividivo, ero persa nei suoi gelidi occhi, poi si accigliò e con voce vuota disse "che vuoi puttanella?", distolsi i miei occhi dai suoi, e abbassai lo sguardo. Fece una risatina malvagia poi urlò davanti a quei 4 studenti rimasti a Hogwarts con noi, "Ragazzi ho l'onore di presentarvi la puttanella!", mi alzai di colpo dal tavolo e lo guardai irritata "Non. Chiamami. Puttanella." dissi sbattendo le mani sul legno rigido del tavolo.

Scavalcò il tavolo raggiungendomi, strinse una mano sul mio collo, "non ti ho dato il permesso di parlare puttanella", sentivo i suoi anelli freddi bruciare nella mia pelle morbida, provavo disgusto per come mi aveva chiamata, ma nel frattempo mi eccitava.

Lasciò di scatto la presa lasciandomi cadere sul pavimento.

-

Cercai di evitarlo per tutto il giorno, così mi diressi verso il lago nero dove passai l'intera giornata.

Verso le 15.00, mentre ero sdraiata con il petto nell'erba fresca e morbida alla riva del lago nero, con un libro tra le mani, si avvicino un ragazzo "Non ti ho vista a pranzo, tutto bene?", girai la testa alzando lo sguardo verso l'alto per guardarlo negl'occhi, "tutto bene grazie, non avevo fame", poi tornai con lo sguardo sul libro.

"pensavo fosse per colpa di Malfoy, per come ti ha trattata in sala grande", alzai gli occhi al cielo rimanendo in silenzio e sbuffando.

"Posso sedermi?" chiese lui con gentilezza, lo guardai stupita, un corvonero che voleva sedersi con me, dopo tutto quello che dicevano alle mie spalle, ma perchè rifiutare, sono sola.

Feci cenno di si con la testa, poi mi sedetti, e lui si presentò, tendendo la mano , "Anthony Goldstein". Aggrappai la mia mano alla sua scuotendola dal basso verso l'alto, "sono Y/n". Iniziammo a parlare del più e del meno, era davvero divertente Anthony, aveva degl'occhi color nocciola che richiamavano i colori dell'autunno. Stava andando tutto bene, fino a quando lui poggiò la mano delicatamente sulla mia coscia, spostandola avanti e indietro. Gli afferai la mano e la tolsi dalla mia gamba, mentre lo guardavo con uno sguardo accattivante.

"Non fare la timida lo so che vuoi pure tu" disse appoggiando di nuovo la mano sulla mia coscia, spostai di nuovo la sua mano, "ti sei fatto un'idea sbagliata di me Anthony" dissi sempre con il mio sguardo accattivante. "Oh, non mi sono sbagliato", disse saltandomi addosso con violenza. Si trovava a cavalcioni su di me, cercavo di spostarlo con i palmi delle mie mani poggiati sui suoi pettorali. Ma non feci in tempo che lui mi afferro i polsi con una mano, mentre con l'altra inizio a slacciarsi la cintura dei pantaloni. Mi stavo agitando, cosa che gli fece stringere ancora di più la presa. Sapevo cosa voleva fare, voleva scoparmi, iniziai a urlare "lasciami stare", "aiuto" mentre iniziavo ad alzare la mia voce, poi lui con voce tranquilla disse "non verrà nessuno ad aiutarti puttanella, e ora sta zitta".

Ero troppo impegnata a pregarlo di lasciarmi andare che non mi accorsi, che si era abbassato i pantaloni e i boxer, allungo la mano libera sotto la mia gonna, spostando di lato le mutandine in pizzo, stuzzicando per qualche secondo il mio clitoride, poi di colpo entrò dentro di me con tutta la sua lunghezza.

Gemevo dal dolore, mentre continuavo a supplicarlo "Anth-Anthony lasciami", una lacrima iniziò a scorrermi sul volto, "sta zitta puttana" disse con voce soffocata mentre continuava a martellarsi dentro di me.

Continuo a spingere dentro di me, fin quando non iniziai a sentire il mio orgasmo crescere, non volevo dargli la soddisfazione di venire per lui, così mi trattenni sentendo un dolore immenso nel mio stomaco, quando ad un tratto lui uscii da dentro di me, mollò la presa sui miei polsi ormai viola dalla sua forte stretta, e tirò su la mia testa prendendo una manciata di capelli, "succhialo" mi ordinò, mi ritrovai la sua lunghezza in faccia. Piagnucolai "t-ti prego no", e lui ansimo ficcandomelo in bocca. Mi stava soffocando e ansimai dal bruciore alla gola, continuò fino a quando non venne dentro la mia bocca, riempendola. Mi staccai da lui e sputai quella sostanza nell'erba.

Lasciò la presa, si alzò risistemandosi i pantaloni, poi con sguardo accattivante disse "ci vediamo presto puttanella", e se ne andò lasciandomi lì da sola distesa nella fredda secca e umida erba d'autunno. Non avevo più il fiato, o le forze di alzarmi. Non so per quanto tempo rimasi distesa lì, con la mente sommersa dai pensieri, era tutta colpa di Draco, non sarebbe successo niente se lui non avesse spettegolato in giro di me. Lo odiavo. O perlomeno volevo odiarlo. Mi alzai e mi diressi con le gambe tremolanti verso la camera di Draco, volevo dirgli quanto lo odiavo.

Una volta arrivata inizia a bussare alla sua camera con forza, "Draco! Aprimi subito!", sbattevo le mani con forza contro la porta, volevo buttarla giù.

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TOO TOXIC //Draco Malfoy//Where stories live. Discover now