CAPITOLO 10

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La chiamata si chiude velocemente davanti i nostri occhi e noi rimaniamo fermi qualche minuto a elaborare la situazione.
-"Ma certo!" esclamo poi alzandomi -"Elizabeth l'altra sera mi ha raccontato del suo grande amore verso le lingue tra cui il tedesco" spiego rivolgendo poi il mio sguardo al nostro genietto -"Reid lei alla fine ha detto due parole e sono abbastanza sicuro che sia un messaggio per noi. Ti prego dimmi che le hai comprese?" gli chiedo pregandolo.
Mi guarda dubbioso per qualche attimo rimarginando sulle parole che ha sentito -"Si credo abbia detto Berg che significa "montagna" e..." si ferma a pensare -"e Hütte ecco... eeehm che dovrebbe significare "capanna", "baita". Quindi probabilmente si trova in una baita in montagna, ma come facciamo a trovarla? Sarà pieno di baite su queste montagne" chiede dubbioso.
-"Sarà anche pieno di baite, ma noi abbiamo Penelope e sappiamo al 90% anche chi sia l'S.I." afferma Hotch con voce ferma. Afferra il telefono e chiama Garcia ordinandole di cercare tutte le baite o case nei paraggi che possono collegarsi a Jackson Black.
-"JJ tieni la stampa lontana dalle nostre ricerche non voglio intralci; Reid e Grey create una mappa geografica del caso tenendo a mente le case delle altre vittime, la casa di Black e le varie baite che vi elencherà Garcia; Morgan e Rossi venite con me" tutti annuiscono agli ordini di Hotch che prontamente prende in mano la situazione, io e Rossi lo seguiamo non capendo dove voglia andare e cosa voglia fare.
Arriviamo davanti un ufficio con sulla porta le iniziali J.B. e realizzo cosa il nostro capo voglia fare.
-"Di solito quando arriviamo in un distretto il capo mi invita nel suo ufficio per un caffè e i soliti ringraziamenti, lui invece ho notato che più volte ha cercato di evitare il discorso e di non farmi entrare a tutti i costi" ci spiega Hotch provando ad aprire la porta che stranamente è aperta.
-"Mh mi aspettavo qualcosa di più da un serial killer così" ironizza lui entrando nell'ufficio e guardandosi intorno per evitare brutte sorprese.
Chiudo la porta dopo essere entrato per ultimo e mi avvicino alla scrivania aprendo tutti i cassetti ma trovando solo vecchie scartoffie.
-"Mmmmmmh, se io fossi l'S.I. dove nasconderei i video, le prove e le mie ricerche?" inizio a pormi delle domande dopo essermi seduto alla scrivania -"Pensa Derek, se tu fossi uno psicopatico ossessionato da una ragazza che probabilmente ti ha fatto un torto dove nasconderesti tutto?" continuo a chiedermi mentre giro lentamente sulla sedia girevole; il mio ginocchio sbatte poi contro un chiodo sotto la scrivania che non dovrebbe essere li e sussulto dalla botta.
Hotch e Rossi che stavano ispezionando gli armadi e la libreria si girano velocemente verso di me sentendo il mio lieve gemito di dolore; poggio una mano sul ginocchio sentendolo bruciare e mi abbasso sotto la scrivania notando una serie di chiodini e fili che probabilmente fanno parte di un meccanismo di apertura di qualcosa. Li osservo cercando di capire dove sia l'inizio e, sicuro della mia scelta, ne tiro uno notando con estrema felicità l'apertura di un cassetto secondario della scrivania.
-"Ingegnoso... davvero ingegnoso" afferma Rossi.
-"Si... ma non per l'FBI" rispondo con un ghigno sul volto.
Apro il cassetto e lo sfilo poggiandolo poi sulla scrivania.
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Il respiro si fa sempre più affannoso mentre mi dimeno nel letto, strizzo gli occhi e stringo le coperte nei pugni.
Mi sveglio di soprassalto cercando di regolarizzare il respiro, sposto gli occhi a destra e a sinistra nella stanza accertandomi che niente di quello presente nel sogno fosse reale ritrovandomi però catapultata in una realtà simile. Le ferite sul corpo ricominciano a bruciare dopo che l'adrenalina causata dalla paura svanisce e mi rilasso sul letto portando le mani agli occhi sconcertata e spaventata da quel sogno, sono ritornati i miei incubi sul rapimento, la mia mente con gli eventi presenti risveglia anche quelli del passato.
Sento la porta sbattere e sussulto sul posto rifiutandomi però di guardare negli occhi il mio aggressore -"Cos'è...? Hai paura di me?" mi chiede lui ghignando -"Io non ho paura di te!" rispondo alzando lo sguardo su di lui e marcando tutte le parole -"Sei solo uno psicopatico pervertito, cos'è la tua ragazza ti ha mollato perché non la soddisfavi?" chiedo incurvando gli angoli della bocca in una smorfia soddisfatta vedendolo stringere i pugni -"Cosa? Eri così impotente che ti sei fatto lasciare perché lei voleva di meglio? Uuuuh che colpo basso quello vero? L'unica donna che tu abbia mai amato se ne è andata così... puff" continuo ampliando l'ultima parola con il movimento delle mani a simboleggiare qualcosa che scompare -"solo per la tua impotenza..." concludo soddisfatta con un ghigno sul volto.
Velocemente scatta in avanti buttandosi su di me e afferrandomi per il collo, sento l'aria diminuire copiosamente ma non mostro cenni di debolezza, è questo quello che vuole. -"Tu brutta puttanella sei come le altre: una stupida sgualdrina inutile a tutto e tutti..." parla con tono aggressivo per poi addolcirlo notevolmente -"ma non preoccuparti, farai la stessa loro fine... ma ci divertiremo molto di più così vedremo se sarò impotente e se mi rifiuterai ancora" conclude lasciando il mio collo e iniziando a percorrere tutte le mie curve con l'indice della mano destra, dalla tempia scende fino alle labbra dove in tutti i modi cerco di ritrarmi, poi il collo, il seno, lo stomaco, il bacino, le cosce fino ai piedi per poi tornare su.
Le sue dovrebbero essere quasi carezze dolci ma dentro di me provo un senso di disgusto immenso e la mia mente che mi porta a rivedere eventi passati non aiuta.
Diventa sempre più manesco, da movimenti "dolci" è passato a palpeggiarmi in modo più aggressivo aiutato anche dai miei vestiti ormai tutti stracciati dalle frustate e bruciature precedenti.
Il suo corpo continua ad aderire al mio facendomi sentire volutamente la sua eccitazione, si muove, si struscia e quando diventa più invasivo inizio a dimenarmi per staccarmelo di dosso; tutti quei suoi movimenti mi fanno venire in mente la me diciottenne che viene torturata e violentata e solo ora realizzo che la situazione si sta spingendo troppo in là per il mio controllo delle emozioni.
Sto per rivivere tutto e sono dannatamente spaventata, ma non dall'evento in sé, ma dalla persona che potrei diventare dopo, a malapena ero riuscita a superare gli eventi di anni fa.
Passano i minuti in cui lui continua ad alimentare la sua eccitazione palpandomi mentre io cerco sempre più di dimenarmi, non so perché non mi abbia legata, probabilmente perché è estremamente certo di potermi sopraffare in ogni caso ed effettivamente ha ragione, le torture mi hanno indebolita moltissimo.
Decido quindi di cedere, anzi è la cosa migliore da fare poiché la sua eccitazione viene alimentata non solo dal desiderio carnale ma anche dalla mia psicologia e dalle mie emozioni.
Riesce a tenermi bloccata mentre si sfila la maglietta e i jeans, io sono ferma e inerme sotto di lui ormai rassegnata agli eventi che potrebbero accadere, ma nel mio piccolo spero con tutto il cuore che la squadra mi abbia capita e che arrivi in tempo.
Velocemente attacca le sue labbra alle mie e io trattengo un conato di vomito che sale su a quel gesto, inizia a giocherellare con il bordo del mio slip mentre l'altra mano si avvicina al collo iniziando a stringerlo. L'aria subito diminuisce non permettendomi di stare al passo con il mio respiro accelerato e sento subito il battito cardiaco nelle orecchie accompagnato dalla pelle del volto che formicola in assenza di sangue e ossigeno a sufficienza.
Dalla mia gola escono solo versi strozzati, sono certa che non mi ucciderà ora, ancora non ha raggiunto il suo obbiettivo, ma questi sono tutti i preliminari che servono a uno psicopatico come lui: si nutre delle paure delle sue vittime, della loro sofferenza, della loro sottomissione, ciò lo fa impazzire ed è proprio quello che lo porta a usare questa azione per ucciderle, lo eccita dannatamente tanto sentire la loro vita nelle sue mani, lo fa sentire potente proprio come non è a letto.
Stringo le coperte tra i pugni annaspando in cerca di aria, il mio corpo si dimena compulsivamente sotto il suo peso, percepisco i muscoli irrigidirsi e poi rilassarsi in modo anomalo, quando molla la presa su di me permettendomi finalmente di respirare.
Faccio respiri corti e veloci, mi manca l'aria e devo cercare di recuperarla il più presto possibile, il petto si alza e si abbassa in modo irregolare mentre lo guardo negli occhi sentendo il nervoso salire alla vista del suo sorrisetto soddisfatto.
Dalla luce rossastra che entra dalla piccola e malconcia finestra posso dedurre stia ormai tramontando, sposto di nuovo lo sguardo sul mio aggressore e lo trovo a fissarmi quasi con sguardo dolce e amorevole. Rimango quasi sorpresa mentre osservo i suoi occhi azzurri in netto contrasto con i capelli neri e la pelle ambrata, sarebbe anche un bell'uomo se non fosse un assassino e se non mi avesse torturata in tutti i modi in questi due giorni.
-"Sei bellissima amore mio. Finalmente sei qui con me" afferma con tono dolce accarezzandomi il volto -"Io non sono tua. Io non sono lei vuoi capirlo?" affermo con tono duro. In pochissimi secondi i suoi occhi si scuriscono e la sua espressione si indurisce, stringe il pugno accanto al mio volto e respira profondamente.
-"Si invece!" quasi urla -"e ti meriti la stessa fine delle altre, ma prima divertiamoci un po'..." continua ritornando sul mio corpo e ricominciando a toccarlo in tutti i modi.
Mi dimeno, urlo anche se il suo corpo mi comprime il petto e cerco in tutti i modi di graffiarlo. Ormai tutte le lacrime che ho provato a trattenere scendono copiose sulle mie guance e prego, prego con tutto il cuore che arrivino in tempo, che abbiano capito.
Percepisco dei passi fuori dalla baita e il mio cuore si alleggerisce lievemente, cerco di urlare ma preso dalla foga l'uomo sopra il mio corpo mi colpisce con una gomitata nello stomaco facendo si che dalla mia gola esca solo un lamento.
Lo stomaco mi brucia e il dolore si aggiunge alle ferite e ai lividi sparsi sul corpo, sento le forze diminuire di nuovo e la paura salire sempre di più.
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-"Bene ragazzi l'abbiamo trovata" esclama Hotch alzandosi dal tavolo in cui ci eravamo messi a esaminare i fogli trovati nel cassetto e ciò che ha trovato Penelope -"Garcia mandaci le coordinate sui telefoni, Morgan, io e Grey nella prima macchina, JJ, Reid e Rossi prendete la seconda" tutti annuiamo correndo verso le macchine e indossando i giubbotti antiproiettile.
Salgo in macchina e Hotch mette subito in moto -"Spero stia bene e che quel bastardo non le abbia fatto niente sennò lo ammazzo con le mie stesse mani" ringhio stringendo i pugni sulle gambe.
-"Sta calmo Derek, la porteremo a casa sana e salva, ora non possiamo permetterci mosse sbagliate, vorrei spaccargli anch'io la faccia non preoccuparti" mi riprende facendomi un sorrisetto sghembo alla fine.
-"Siete molto legati a lei vero? Tutta la squadra ho notato" prende parola Richard nei sedili posteriori -"Sì, quella ragazza è entrata nelle vostre vite in pochissimo tempo" gli rispondo sorridendo e lanciando uno sguardo a Hotch che continua a guidare con espressione seria.
Dopo circa altri 10 minuti in cui abbiamo percorso stradine sterrate arriviamo in prossimità di una baita malridotta ai piedi di una montagna, scendiamo tutti dalle macchine sistemandoci i giubbotti e prendendo le pistole.
-"Come abbiamo visto dalle cartine la baita ha un'entrata sola, voglio però che voi la circondiate tutta" ordina riferendosi ai poliziotti che son venuti con noi -"Noi invece ci avvieremo tutti all'entrata, Morgan ti occuperai di buttar giù la porta, tenete tutti le pistole pronte e Grey appena lo abbiamo in pugno vai subito da Elizabeth, portala all'ambulanza e vai con lei in ospedale, ti raggiungiamo lì dopo" ci spiega parlando poi con noi.
Avanziamo in silenzio tra l'erba e gli alberi fermandoci improvvisamente dopo aver sentito un urlo soffocato, strabuzzo gli occhi balzando in avanti insieme a Richard pronti a correre quando Hotch ci blocca ricordandoci che basta un passo falso e finisce male.
Stringo i punti annuendo e rimettendomi al mio posto, arriviamo alla porta -"3... 2... 1" sussurro prima di sfondare la porta con un calcio -"Jackson Black! FBI! Allontanati da lei immediatamente!" tuona Hotch puntandogli la pistola addosso come tutti noi. Vedendoci tutti armati si allontana subito da lei alzando le mani, mi avvicino subito insieme a Hotch per ammanettarlo mentre il più delle volte punto il mio sguardo su Elizabeth notandola in terribili condizioni distesa su quel letto con Richard che la copre con la giacca.
La solleva portandola fuori e riporto lo sguardo sull'uomo soddisfatto davanti a me, le mani mi formicolano ma so per certo di non poter fare niente.
Lo strattono uscendo da quella baita e lo faccio entrare nella macchina della polizia sbattendo poi la portiera mentre seguo con lo sguardo l'ambulanza che si allontana a sirene spiegate.
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Sussulto al forte boato che si propaga per la baita -"Jackson Black! FBI! Allontanati da lei immediatamente!" urla quella voce che tanto ho atteso in questi giorni.
L'uomo sopra di me viene fermato prima che riesca a finire il suo lavoro allontanandosi dal mio corpo facendomi rilasciare un sospiro di sollievo.
-"Elle!" sento chiamarmi e poi dei passi che si avvicinano velocemente, ma non riesco a mettere a fuoco cosa stia accadendo intorno a me, la persona che mi ha chiamata mi afferra il volto tra le sue mani e mi guarda intensamente negli occhi esaminando le mie condizioni -"Ri-Ri sei tu?" sussurro quasi senza voce sentendo il corpo e la mente sempre più leggere.
-"Si Elle sono io, rimani sveglia, rimani sveglia" mi parla mentre mi adagia la sua giacca sul corpo e mi solleva, mi abbandono definitivamente sul suo petto sentendomi al sicuro.

La Giulietta della BAU//Criminal MindsWhere stories live. Discover now