Capitolo 2

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< Sai mi chiedo dove vai così di fretta ogni mattina > disse Nathan facendo un sorriso beffardo < Non sono fatti tuoi Nate. Voglio dirti che stai attirando troppa attenzione su di noi. O la smetti ad uccidere oppure te ne devi andare sono stanco a sistemare i tuoi casini. Se vuoi morire fallo pure ma lontano da me> disse Michael nervoso < Ti sei alzato col piede sbagliato sta mattina vedo >
< Sei tu che mi fai girare le palle, sei troppo imbecille >
<Parla quello che vuole fingere di essere un ragazzo normale e va a scuola. Pensavi che non lo sapessi? Sai questa città non è molto grande >
< Non sono fatti tuoi, e poi cosa c’è di strano se voglio fare qualcosa di diverso per una volta?>
< Non so vediamo> si soffermò pensieroso < Oh si, hai duecento quarantasette anni e vai a scuola fingendo di averne diciassette, sei un vampiro e dovresti nutrirti del sangue umano non fingere di essere uno di loro> fece presente < Non uccido più nessuno da cent’anni e lo sai, le sacche di sangue dall’ospedale mi vanno più che bene, e si sono un vampiro che finge di essere umano, ma forse perché sono stanco della vita da vampiro e voglio provare qualcosa di nuovo e se questo non ti piace puoi anche andare via> rispose e andò via sbattendo la porta < Mio fratello ha perso la testa > disse Nathan tra sé e sé.
Era passata una settimana da quando avevano trovato il corpo della ragazza nella palestra e tutto sembrava tornare alla normalità. Ivy si riprese del tutto e cercava di non pensarci più, ma si rifiutava di fare ginnastica, ma questo non le dispiaceva affatto. Rosy cominciava ad innervosirsi del fatto che Michael praticamente la ignorava. Non le era mai capitato, anzi riusciva sempre ad ottenere ciò che voleva a qualunque costo. E lui era diventato una nuova sfida per lei.
< Non so cosa devo fare, lui mi osserva in una continuazione ma quando provo a parlarci scappa. Secondo me ha qualcosa che non va> disse Rosy seduta su una panchina nel cortile della scuola con Ivy osservando il ragazzo fermo accanto ad uno dei pilastri. < Beh, sembra distante come persona. Magari lo metti a disaggio > rispose Ivy < Come faccio a metterlo a disagio? Nadia magari lo mette a disagio gli sta sempre attaccata> disse vedendo la ragazza avvicinarsi a lui. < Ok, ora basta> disse risoluta e si alzò andando con passo sicuro verso di lui.  Vide Nadia con finto sorriso parlare di sé stessa com’è meravigliosa e sul viso del ragazzo si notava la sofferenza. < Sai Nadia se continui a parlare soltanto di te stessa non troverai mai un fidanzato, scapperanno tutti a gambe levate > disse con tono sarcastico Rosy < Oh, mio dio! Ma cosa hai fatto sul viso? Sei tutta nera sott’occhio > aggiunse. Nadia si tocco il viso e scappò di corsa. < Questo trucco funziona sempre se te la vuoi levare di torno> si rivolse al ragazzo che per la prima volta le sorrise. <Grazie. E scusa se ti ho ignorata, e che assomigli tantissimo a una persona che conoscevo > si scusò. La sua voce era calma e profonda, Rosy si rese conto che questa era la prima volta che lo sentiva parlare. Anche in classe non parlava con nessuno, si teneva sempre a distanza. < Tranquillo, a quanto pare questa persona non ti piaceva molto>
< No infatti >
< Senti io e Ivy dopo la scuola andiamo a Royal, è un bar dove vanno tutti i ragazzi della scuola. Se ti va vieni con noi>
< Si, magari farò un salto > sorrise e andò via. Rosy ritorno dall’amica con sorriso soddisfatto. E senza che disse nulla Ivy capì tutto. Le ragazze molte volte non avevano bisogno di parole, si capivano con uno sguardo, sembrava quasi che riuscivano a leggersi nella mente.
Dopo la scuola Rosy e Ivy aspettarono un momento ma Michael non era ancora uscito. < Che facciamo?> domandò Ivy. Rosy si voltò un ultima volta verso l’intero della scuola ma non vide nessuno < Andiamo> disse con tono dispiaciuto. Fecero qualche passo in avanti quando all’improvviso sentirono una voce < Aspettate!> Rosy si voltò e il suo viso venne illuminato da un sorriso. < Ho dovuto finire una cosa, poi mi perdo ancora in quella scuola> sorrise < Comunque ho la macchina se volete andiamo con quella> aggiunse < Se questo vuol dire che non dobbiamo camminare per me va più che bene > disse Ivy e i ragazzi risero. < Wow, la Ford mustang cabriolet del 1970. Bellissima> disse Rosy < Te ne intendi delle macchine?> domandò Michael sorpreso. < Solo di quelle belle> rispose sorridendo < Ah, bene> rise lui. < Puoi aprire il tettino? > domandò Ivy salendo sul retro. < Certo> rispose < Bellissimo > allungò la parola Ivy < Che ne dite se ci facciamo un giro e poi andiamo a prendere il caffè?> Suggerì Michael e le ragazze erano d’accordo.
< È stato stupendo!> esclamò Ivy entrando al Royal. < Ragazzi ordinate voi per me mi sta chiamando mio padre > disse Rosy e rimase fuori.
<Dove sei? Ti sei dimenticata dell’allenamento?>
< Papà voglio farti presente che io ho una vita oltre ad essere una cacciatrice. Devi rilassarti un pochino > disse e chiuse il telefono. In questo momento un ragazzo passando la urlò con forza facendole cadere il telefono a terra < Ma fai un po’ attenzione! Sei ceco per caso?!> disse nervosa raccogliendo il telefono, lui fece altri due passi ignorando la ragazza < Imbecille > bisbigliò alzando il telefono. In questo momento lui si fermò e si girarono nello stesso momento rimanendo senza parole. Era il ragazzo più bello che avesse mai visto. Alto e ben fatto, aveva capelli neri scompigliati che risaltavano suoi occhi azzurri come il ghiaccio, che riuscivano a magnetizzare. Lui la fissava, era bellissima, ma era identica a lei. A lei che gli aveva causato quel immenso dolore che si portava dentro da duecento quarantanove anni. < Tu!> disse lui < Io? Io cosa?! Sei tu che cammini come se la strada fosse tutta tua!> disse lei < Magari lo è > rispose con tono arrogante e la sua espressione sconvolta si trasformò in un sorriso malizioso. < Si certo ti piacerebbe> ribadì Rosy salendo gli scalini < No, ma mi piacerebbe un'altra cosa> disse prendendo la ragazza per il braccio. Rosy lo guardò con sorriso di sfida e strappò via il braccio. < Oh, sei forte> disse facendo il sorriso beffardo < Non sai quanto tesoro> rispose con sorriso di sfida. In questo momento Michael e Ivy uscirono fuori < Ehi, ehi basta ora> disse < Miky, che piacere vederti> disse Nathan < Si, certo Nate, perché ora non te ne vai>
< Sempre così sgarbato, sempre che mi mandi via. Ma cosa devo fare con te>
< Vi conoscete?> domandò Rosy < Si Nathan è mio fratello> informò Michael < Tuo fratello?> Ivy spalancò gli occhi < Eh sì, perché non ci assomigliamo?> Nathan mise il braccio sopra le spalle del fratello < Non direi proprio > rispose secca Rosy. < Nate non hai di meglio da fare?> domandò Michael < Si, fratellino ora avrò molto da fare> fece un sorriso malizioso e andò verso la sua moto. Michael sentì un brivido attraversargli la schiena. Sapeva già a cosa stava pensando Nathan. E questo era un bel problema. I ragazzi rientrarono nel bar e presero il caffè. Passarono qualche ora a parlare e poi Michael accompagnò le ragazze alle loro case. < Sai mi sono divertito oggi > disse fermandosi di fronte alla casa di Rosy. < Si anch’io > sorrise e salutò il ragazzo. Si girò verso la casa, vide suo padre sulla soglia e rigirò gli occhi. < Chi era quello?> domandò sospettoso < Un ragazzo della mia classe> rispose entrando in casa. < Non l’ho mai visto prima, è arrivato da poco?>
< Si papà è nuovo, ma tranquillo come vedi cammina alla luce del sole perciò non è un vampiro >
< No infatti. Comunque hai saltato gli allenamenti oggi. Hai una missione da compiere signorina non puoi andare in giro come se fossi> si interruppe < Come se fossi cosa?> domandò lei < Una ragazza normale?> 
< Si Rosy, tu hai un destino segnato devi impegnarti di più >
< No papà! Io ho sedici anni! Ho anche bisogno di uscire con i miei amici andare a scuola e divertirmi! Non esiste solo la caccia! Se la mamma fosse qui lo capirebbe!>
< Ma lei non è qui purtroppo e tu devi essere pronta a tutto!> < E lo sono papà! Ho una forza sovrumana, so combattere in tutti i modi possibili! Devi smetterla di essere così pesante! > gridò < E poi sai che c’è? Io non voglio essere una cacciatrice trovatene un'altra che vuole combattere io non sono l’unica! Io mollo tutto!> aggiunse e cominciò a salire le scale < Rosalynn Blackwell torna qui immediatamente! Tu non molli proprio nulla questo e il tuo destino!> le gridò dietro < Me lo scelgo da sola il mio destino!> rispose e chiuse la porta della camera sbattendo.

The Slayer- La CacciatriceWhere stories live. Discover now