//Capitolo 12//

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-Magiche creature, non penso voi possiate capire quanto io sia stanca in questo momento- commentò Rosie non appena si mise a fare i compiti, avrebbe voluto desiderare di averli già finiti, ma poi si ricordò che avrebbe dovuto studiare almeno un po’ se non voleva finire a fare i corsi estivi. –Seriamente, penso che mi rassegnerò-
Luke era occupato a lamentarsi su quanto merdosa Rosie fosse. –Oh, per piacere. Tu stanca? Lascia che ti ricordi, piccola puttana, che sono io qua quello che ha dormito nella cuccia del cane. E che sono io quello che è alto un metro e novanta tre e ci entra a malapena la.
Rosie si sentì in colpa –si sentì anche riposata perché Michael stava giocando con i suoi capelli- ma c’era Luke.
-Voi ragazzi non dovete studiare; dovete solo fare alcune magie ed è finita li. Invece io devo fare i compiti, per prendere buoni voti e per imparare a fare cose che probabilmente quando sarò grande odierò-
-Non è così facile -come sembra- essere una fata e controllare i nostri incarichi, lo sai?- disse Michael quasi spaventando Rosie. Era stato così calmo per tutto il pomeriggio. Stava stuzzicando la punta del suo naso con i capelli biondi di lei. Era come un piccolo gattino che avresti voluto tenere per sempre, una volta aveva pure starnutito come un gatto. Oddio santificatelo.
-E’ davvero difficile, perché se, per esempio, lei o lui cade sul pavimento e si graffia il ginocchio, nel mondo magico sarebbe colpa nostra. Mente qui, sul pianeta terra, se cadi e ti sanguina il ginocchio vai semplicemente a metterti un cerotto. Andiamo letteralmente in tribunale, con i giudici e tutto il resto, Ros-
Sapeva che si sarebbe presto pentita delle parola che stava per dire, però Luke continuava ad annuire alle parole del ragazzo dai capelli verdi, che in qualche modo le aveva appena voltato le spalle.
-Bene, quindi, se state dicendo che essere umani è più facile-
-Non lo stiamo dicendo- disse Luke freddo. –Lo sappiamo-
Rosie roteo gli occhi e appoggiò la testa sulla spalla di Michael chiudendo gli occhi e cominciando a vedere numeri ovunque –Mr. Greenwood la stava facendo impazzire, quasi quando lui-
-Comunque, quello che stavo dicendo prima che Mr. Sonotroppofigo mi interrompesse è che se pensate che essere umani, dei comuni e normali esseri umani sia più facile, va bene. Vorrei essere io la fata e voi due i miei incarichi-
-Beh, fottetevi tutti perché sarà fottutamente fantastico- Luke rise alzandosi dal letto, proprio come fece Michael –che non era molto sicuro e che quasi si strozzò con la sua stessa saliva appena sentì le quelle parole uscire dalla bocca di Rosie- e si misero difronte alla bionda.
Con uno schiocco di dita ora Rosie aveva delle ali sulla schiena, proprio come quelle che vide ai due ragazzi il primo giorno, ed una coroncina sulla sua testa, che però, ne Michael ne Luke avevano.
Rosie rise rumorosamente battendo le mani.- Ora siete le mie puttane-
-In realtà- Michael rise silenziosamente. –Sei tu la nostra puttana. Oh mio Dio, è stato così strano da dire e suonava così volgare. Vado a tagliarmi la lingua-
Era il turno di Luke di ridere. Diventò tutto rosso e dovette mettersi entrambe la mani sullo stomaco perchè cominciava ad avere dei crampi. Era una scena adorabile, se proprio Rosie doveva ammetterlo.
In ogni modo, non lo disse ad alta voce, se lo avesse fatto Luke glielo avrebbe rinfacciato per il resto delle loro vite insieme –e probabilmente anche nei sogni, se fosse stato possibile-
-E’ stato fantastico, oddio- gemette lui.
-Okay, okay, sono io la puttana, lo sono sempre stata, ma adesso ho una corona. Quindi voi due fareste meglio ad inchinarvi se non volete che cominci con il bee-bee-dee-ba-dee-boom- disse Rosie scuotendo le braccia all’aria.
Dopo queste parole Michel e Luke cominciarono a chiedersi se fosse stata una buona idea. Rosie ora aveva il potere –anche se lo aveva sempre avuto, infondo- e poteva controllare qualunque cosa loro dicessero. Sarebbe stato divertente per lei infrangere anche alcune delle regole. Lo pensarono anche Luke e Michael, comunque.
Luke sogghignò e si lanciò sul letto un’altra volta. Lo faceva sempre.
-Non mi inchinerò, zitta. Voglio due polli caldi tra le mie braccia-

Fairly oddparents ||traduzione italiana||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora