2. Madness

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Mi sono appena svegliata, mi guardo intorno e noto che sono ancora distesa sul prato del giorno prima, ho qualche ferita superficiale, ma tutti i tagli sono scomparsi, c'è solo qualche graffio che chiunque si sarebbe potuto procurare, dormendo sul prato pieno di aghi dei pini.

Sono così confusa, da una parte sono felice, questo vuol dire che probabilmente era solo uno scherzo della mia mente. Dall'altra non sono per niente contenta, sto diventando matta, dio. E un'ultima parte, nascosta davvero nel profondo, è rannicchiata su se stessa e piange, forse per ciò che ho sognato, forse solo perché avrei voluto svegliarmi con qualcuno accanto...Oh, che pensieri stupidi.

Velocemente mi alzo e senza nemmeno accorgermene, sto urlando, per un forte dolore, ovunque. Il terreno è pieno di sangue e i miei vestiti sono strappati, ma sulla mia pelle non c'è segno di alcuna ferita profonda. Sono terrorizzata, che diamine è successo?

Mi allontano velocemente da quel punto del bosco e vedo la chiazza rossa rimpicciolirsi mentre corro e sparire. Si, sto decisamente impazzendo.

Non ci ho impiegato molto a ritrovare la strada di casa, era deserto, ieri sera avevo anche bevuto e ora sono più lucida. Ho seguito le indicazioni sul cartello e vicino ad un parco ho trovato un'insegna con una mappa, fortunatamente. Ora sono chiusa in casa, sono spaventata e sola. Salgo velocemente le scale e corro in bagno, continuo a piangere e mi strappo di dosso i vestiti ormai stracciati, gettandoli a terra. Sussulto quando vedo le mie mutandine completamente zuppe di sangue e in pochi minuti vedo tutto il sangue sparire e le mie mutandine tornare al loro colore naturale. Sono matta.

Piango come non ho mai fatto, metto le mani tra i capelli e li tiro mentre entro nella vasca, apro l'acqua della cornetta già appesa al tubo di ferro in alto e mi accascio sulla ceramica, senza chiudere la tenda. Chiudo gli occhi, stringendoli con forza e urlo, quando rivivo nei dettagli ogni singolo momento della mia pazia.

Si, è così, sto uscendo matta.

Singhiozzo, l'acqua fredda scivola sulla mia pelle e bagna i miei capelli biondi che coprono le mie spalle e il mio seno, e ancora urlo quando sento la pelle bruciare. Cerco di calmarmi, rannicchiandomi e stringendo le ginocchia al petto, per qualche secondo posso giurare di aver sentito le sue braccia stringermi a lui, quelle calde e accoglienti braccia. Sento le sue mani calde attraversare il mio corpo, accarezzare i miei fianchi e brucia tutto così tanto, al solo contatto con la sua pelle sento il mio corpo andare a fuoco. Poi le sue mani sono sulla mia schiena, la accarezza delicatamente e io mi lamento. Le sue labbra vicino al mio orecchio, respirano lentamente e mi sussurra qualcosa all'orecchio, credo di non piangere, sono troppo impegnata a farlo, per ascoltare.

Dopo poco mi calmo, le sue mani continuano ad attraversare il mio corpo, accarezzandolo e le sue labbra sono così soffici sulla mia pelle, non voglio che smetta, no. Bruciano così tanto ma allo stesso tempo sento sollievo. Apro appena gli occhi, guardando le sue mani che delicatamente accarezzano i miei fianchi, la mia pancia, e i tagli sono ancora lì, profondi e freschi, io continuo a lamentarmi, tremando. Sento le sue mani scivolare sul mio basso ventre e accarezzare i tagli sul mio inguine mentre io tiro su col naso.

E ancora quell'orribile puzza mischiata a menta mi invade le narici. Il mio sguardo corre sul piatto della doccia, dove della specie di gelatina sta scivolando via e penso ad un bambino appena nato, non ho idea del perché.

Cerco di girare il viso, voglio sapere. Lui me lo impedisce. Ora i suoi ricci sono schiacciati contro la mia guancia, la sua testa premuta contro il mio viso cerca di non farmi girare e le sue labbra sono di nuovo sul mio ororecchio.

"Chiudi gli occhi." Mi sussurra, è dolce e duro allo stesso tempo. La sua voce è roca, è così terribilmente sexy. Scaccio via quei pensieri e obbidisco, chiudendo gli occhi e le sue mani vagano sulla mia pelle dolorante, accarezzano e curano, lecca le ferite sul mio collo come un piccolo gattino, come per farsi perdonare e finalmente riesco a girare il viso e senza aprire gli occhi le mie labbra premono sulla sua fronte in un dolce bacio rassicurante.

Acid Blood | H.S.Where stories live. Discover now